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Taleban attivi in quasi il 70% del territorio

È difficile fare una mappatura del conflitto in Afghanistan. Una buona parte del paese è off-limits. Fuori dalle grandi città regnano diversi gruppi armati. Oltre agli attentati in grande stile nelle zone urbane – quelli che raccontano i media internazionali – ci sono attacchi di ogni tipo su base quotidiana, non coperti dalla stampa ma se sommati tra loro ancora più deleteri.

Un tentativo molto interessante lo ha fatto la britannica BBC, mandando i suoi reporter in giro per tutto il paese per diversi mesi. La loro ricerca è stata appena pubblicata, e racconta un paese dove continua a dominare una sola cosa, la guerra.

Secondo l’inchiesta della TV britannica i taleban controllerebbero direttamente 14 distretti – il 4% del territorio afghano – ma attenzione, sarebbero attivi e presenti nel 66% del paese. Una percentuale più alta rispetto a quella di altre ricerche in passato. Nel territorio sotto la costante minaccia dei taleban vivono 15 milioni di persone. Non siamo solo nelle tradizionali roccaforti del sud, come la provincia di Helmand, ma anche nei distretti dell’est, dell’ovest e del nord.

Alcune aree sono cadute nelle mani dei taleban o sotto la loro minaccia dopo la partenza delle truppe internazionali nel 2014. È successo per esempio proprio ad Helmand, dove britannici e americani persero centinaia di militari. La domanda, ovviamente, è a cosa sia servito l’intervento, durato più di dieci anni, guidato dagli Stati Uniti.

Gli attacchi di questo inizio 2018 hanno confermato anche la capacità d’azione dello Stato Islamico, che sembra voler bilanciare le sue sconfitte in Medio Oriente – Iraq e Siria – con una crescente attività in Afghanistan.

Sempre secondo la ricerca di BBC, l’ISIS sarebbe presente in 30 distretti su 400, ma non ne controllerebbe nemmeno uno. Certo gli attentati degli ultimi giorni dimostrano come dicevamo tutta la sua capacità organizzativa, ma rispetto ai taleban la sua presenza sul territorio è praticamente nulla, confinata a est verso il confine pakistano.

L’anno scorso Donald Trump aumentò di 3mila unità la presenza militare degli Stati Uniti. Oggi in Afghanistan ci sono circa 14mila soldati americani. In questi giorni Trump ha detto che non c’è alcuno spazio di trattativa politica con i taleban. Il governo di Kabul ha confermato. Ma un importante funzionario dell’amministrazione americana ha ricordato che l’obiettivo finale rimane quello. Difficile però ipotizzare quando possa cominciare sul serio una trattativa.

Un ultimo elemento importante da tenere a mente su questo quadrante è il blocco degli aiuti militari degli Stati Uniti al Pakistan, come sempre accusato di garantire rifugio a diverse milizie afghane.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
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    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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