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Sparatoria in una moschea di Quebec City

E’ un attacco terroristico contro i musulmani la sparatoria avvenuta ieri sera in una moschea di Quebec City, in Canada. Ne è convinto il primo ministro Justin Trudeau, che ha subito condannato l’assalto via Twitter. Secondo la ricostruzione della polizia, intorno alle 20 (ora locale ndr) tre uomini sono entrati nel Centro Islamico di Saint-Foy e hanno cominciato a sparare sui fedeli che erano riuniti per la preghiera. I morti sono sei, i feriti otto, ma il bilancio potrebbe essere provvisorio. “Siamo vicini alle famiglie delle vittime” – ha subito twittato Trudeau mentre il capo del governo del Quebec, Philippe Couillard, ha sottolineato che il suo esecutivo è mobilitato per garantire la sicurezza della popolazione.

Il presidente della moschea Mohamed Yangui, che non era all’interno al momento dell’assalto, ha parlato di una barbarie avvenuta in un luogo sacro. “Perché sta accadendo questo?” – ha chiesto, raccontando di aver ricevuto telefonate di persone sconvolte che erano all’interno della moschea proprio nel momento dell’attacco. Yangui ha riferito che non c’erano state minacce nei giorni scorsi e che c’è un ottimo rapporto tra i frequentatori della moschea e il quartiere.

La polizia ha detto di aver arrestato due persone e ha smentito che ve ne sia una terza in fuga, ipotesi che era fatta largo nelle prime ore. Non ci sono state, per ora, delle rivendicazioni ma l’attacco potrebbe essere una reazione alle parole di Trudeau che eri, in risposta alle politiche di Donald Trump, ha aperto le porte del Canada a tutti i rifugiati, di qualsiasi fede. Anche Greg Fergus, deputato del Quebec, ha scritto su Twitter che si tratta di un atto di terrorismo, il “risultato di anni di demonizzazione dei musulmani”.

La moschea era già stata oggetto di un attacco islamofobo lo scorso giugno, all’inizio del Ramadan, quando fu lasciata davanti all’ingresso una testa di maiale. La folta comunità islamica di Quebec City si è stretta attorno alle famiglie delle vittime dell’attacco alla moschea, una delle più grandi della zona con quasi cinquemila fedeli. In segno di rispetto, i politici canadesi stanno ora pensando di mettere a mezz’asta le bandiere all’assemblea nazionale.

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    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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