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Una buona notizia: Ghina è in ospedale

Il suo caso è stato lanciato dalla TV Al Hadath. La storia di Ghina ha commosso il mondo. Due settimane fa, un cecchino l’ha colpita alla coscia e la frattura multipla dell’osso non ha ottenuto le cure necessarie nella sua città Madhaya, assediata dalle truppe governative e dai guerriglieri di Hezbullah libanesi.

Madhaya è una cittadina di 40 mila abitanti sotto il controllo dell’esercito dell’opposizione.  Si trova nella provincia di Damasco, non lontano dal confine con il Libano.

Ghina Hammad Wadie è una bambina di 11 anni e lo scorso 2 Agosto è stata colpita all’anca da un cecchino mentre andava a fare la spesa per la famiglia. Nella città non ci sono le strutture sanitarie adeguate per curarla e la bambina continua a soffrire atroci dolori. Qui potete vedere un servizio di una Tv araba su Ghina)

Gli analgesici con i quali veniva curata non erano sufficienti a calmare i dolori. L’unico modo per poterla curare sarebbe stato quello di evacuarla verso Damasco o Beirut, dove ci sono gli ospedali attrezzati per curare fratture simili.

Un’intervista con la madre sulla Tv Al Hadath ha portato il caso alla ribalta dei media e delle organizzazioni umanitarie internazionali.

L’appello di Amnesty International e le azioni svolte dalle comunità siriane in Europa e negli Stati Uniti, hanno portato il regime di Damasco e le milizie di Hezbullah libanesi, che assediano tuttora la città, ad autorizzare la sua evacuazione. Nella notte tra Sabato e Domenica, un’autoambulanza della Mezzaluna rossa siriana ha trasferito la bambina in un ospedale di Damasco, insieme alla madre.

Una buona notizia, in mezzo ad una montagna di sofferenze.

  • Autore articolo
    Farid Adly
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    L’Europa e il bellicismo crescente delle sue classi dirigenti. L’ultimo caso, quello dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e la postura aggressiva che dovrebbe tenere la Nato. Cosa possono fare il pensiero e la cultura della pace per contrastare l’escalation bellicista e la normalizzazione della violenza? Le risposte possono non essere quelle consuete, soprattutto perché in Occidente stiamo assistendo ad un cambio delle coordinate geopolitiche costruite negli ultimi ottant’anni. Un esempio. Il settimanale «The Economist» ha scritto nella sua rubrica di geopolitica «The Telegram» apparsa oggi sulle pagine online: «In Europa le preoccupazioni per l’inaffidabilità dell’America sotto Donald Trump stanno lasciando il posto a un timore più grande: che, pur presentandosi come il campione della civiltà occidentale, egli consideri ormai le democrazie occidentali reali come avversarie. “Nella Washington di oggi” - scrive il nostro editorialista di The Telegram - l’Europa “è spesso descritta con maggiore disprezzo rispetto alla Cina o alla Russia”. Pubblica oggi ha ospitato Donatella Della Porta, scienziata della politica, e Agostino Giovagnoli, storico.

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