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Se il Regno non è più Unito

Siamo di fronte a è un tremendo terremoto politico, che va ben oltre la Gran Bretagna, il Regno Unito e la stessa Europa. Dopo 43 anni Londra esce dall’Unione Europea e apre una serie di punti interrogativi, che al momento non hanno risposta.

Non era mai successo che un Paese membro si staccasse da Bruxelles.

La geografia del voto è importante. Londra, la Scozia e il Nord Irlanda hanno votato per rimanere nell’Unione Europea, il resto del Regno Unito, soprattutto fuori dalle grandi città in Inghilterra e Galles, hanno votato per la Brexit.

Questo vuol dire che il Regno non è più Unito. La Scozia, probabilmente, organizzerà un altro referendum per staccarsi da Londra. I nazionalisti nord-irlandesi hanno già detto che il governo britannico non rappresenta più gli interessi dell’Irlanda del Nord. A Belfast la pace fu possibile anche grazie ai tantissimi fondi europei che hanno creato posti di lavoro.

Ma la geografia del voto è importante anche perché segna la rivolta del cittadino medio, dell’inglese comune, colpito dalla crisi economica e dalla crisi di valori di questi anni, senza punti di riferimento. Un cittadino medio che ha voltato le spalle alle élite politiche, alle banche, alle istituzioni politiche e finanziarie, e ha scommesso su chi ha promesso un futuro migliore fuori dall’Europa.

Dinamiche ed elementi che ritroviamo anche in altri Paesi europei. Da qui, a parte il terremoto politico per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, l’importanza di quello che è successo. Il sentimento antieuropeo è sempre più profondo un po’ ovunque. Prende direzioni diverse, il Fronte Nazionale in Francia, le campagne contro i migranti in Europa dell’Est, ma sta crescendo in tutta Europa, e i movimenti populisti sono pronti a seguire la lezione dello UKIP britannico. Il leader anti-europeo olandese Geert Wilders ha già detto che adesso tocca ai Paesi Bassi.

Rimaniamo quindi con questa domanda: e adesso?

Adesso stiamo a vedere. I politici hanno perso il contatto con le società europee. La Gran Bretagna sta facendo storia ma non sappiamo quello che succederà domani.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
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    “Ho sempre pensato che quella di Aldo, Giovanni e Giacomo fosse una favola. La loro vita artistica, che io ho seguito come assistente alla regia nei film di Massimo Venier, è sempre stata caratterizzata da rifiuti e invece hanno fatto di tutto e con grande successo, grazie alla loro determinazione”. E’ per questo motivo che Sophie Chiarello, già regista di “Il Cerchio”, ha voluto esplorare le vite del trio a partire dalla loro infanzia. “Erano tre ragazzini un po' 'sfigati' – come si autodefiniscono - che per provenienza sociale avevano un destino già scritto”. Sono loro a raccontarsi, a sfogliare le foto dell’infanzia e a percorrere la Milano di una volta, proletaria e in bianco e nero. Un ritratto personale, divertente, con le voci di chi li ha accompagnati in tutti questi anni da Paolo Rossi, Marina Massironi, alla Gialappa’s Band. “Attitudini: nessuna” è stato realizzato in diversi momenti con un percorso frammentato che punteggia la carriera artistica del trio tra cabaret, teatro, cinema e televisione. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Sophie Chiarello, regista di “Attitudini: nessuna”.

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