Approfondimenti

Sarà il clima che ci salverà

Venerdì 15 marzo in molte città del mondo gli studenti, e più in generale i giovani,  scioperano e manifestano sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

La scintilla è stata accesa da Greta Thunberg, sedicenne svedese, che ha deciso di protestare lanciando un grido d’allarme “Sul clima voglio che andiate nel panico, come se la vostra casa fosse in fiamme”. Per mesi è rimasta col suo cartello ”sciopero per il clima” davanti al Parlamento Svedese finché il suo messaggio prima è diventato virale sui social, quindi ha invaso il mondo, diventando portavoce e eroina di milioni di giovani e giovanissimi. Fino alla proclamazione dello sciopero per il clima su scala globale.

Sulla carta in oltre cento paesi. Si tratta di un evento significativo per molte ragioni, di cui tre su tutte: l’impegno sul fronte ecologico di persone assai giovani, adolescenti spesso, e colte (la gioventù studiosa che da un pezzo non entrava in campo), la dimensione transnazionale della mobilitazione che travalica i confini, vedremo con quale ampiezza, e last but not least, ultimo ma non ultimo, la proiezione verso il futuro, uno sciopero per il futuro, Fridays for Future. Perché soltanto una azione globale per far fronte al cambiamento climatico in atto può aprire un futuro non cataclismatico alla civiltà umana. Diciamo: un futuro di pace e convivenza civile tra i viventi e con la natura.

Infatti le guerre di cui è cosparso il mondo sono in larga misura dovute all’effetto serra (si veda per esempio il libro “Effetto serra, effetto guerra” e/o “Guerre climatiche. Per cosa si uccide nel XXI secolo.”), oltre alla desertificazione, le carestie, gli eventi atmosferici estremi, le grandi migrazioni, l’aumento del livello delle acque con gli allegamenti di intere zone del pianeta, la moltiplicazione dei tornado e dei cicloni, con qualcos’altro che certo ho dimenticato.

Oggi c’è il rischio che il cambiamento climatico superi la soglia – indicata generalmente in due gradi centigradi di aumento della temperatura media – oltre la quale aumenterà in modo tumultuoso alimentandosi di se stesso, con effetti di retroazione catastrofici, senza più alcuna speranza di poterlo controllare. La temperatura è proporzionale all’energia cinetica  media delle molecole, quindi un aumento della temperatura nell’atmosfera implica un aumento della velocità del vento e con essa le possibilità di generazione di cicloni e di tornado. Inoltre, poiché i venti sono la causa dei moti ondosi, venti più forti e violenti producono onde più alte e potenti, moltiplicando le possibilità di tsunami e onde anomale.

Aumentando poi la temperatura degli oceani, cresce l’evaporazione che va a gonfiare le nuvole in cielo, favorendo piogge battenti e/o torrenziali. Quando infine accade che i ghiacci si sciolgano in modo massiccio, tutti i processi si accentuano in un ciclo continuo tra aria e acqua dando luogo a fenomeni turbolenti che s’accumulano e accrescono a vicenda.

Fino ad ora nonostante queste turbolenze, il sistema “clima” è rimasto complessivamente in equilibrio, o almeno in un equilibrio se non del tutto stabile, quasi. Ma se dovesse avvenire che la turbolenza permei tutto il sistema (tutto il pianeta), ecco che andrebbe fuor d’equilibrio scivolando o verso una grande glaciazione o verso una grande desertificazione, oppure in una partizione tra i due stati. Comunque, senza entrare nel merito dei differenti modelli, tutti convergono a dire che due gradi di aumento sono una soglia per così dire inappellabile. Da lì in poi il sistema andrà out of jail, fuori squadra.

Ma qualcuno può pensare che l’aumento di un grado sia poca cosa, o almeno non troppa. Beh chi ha fatto i calcoli ci racconta che corrisponde più o meno a alcune centinaia di migliaia di esplosioni atomiche al giorno! Insomma l’allarme lanciato da Greta Thunberg è più che giustificato, così come l’idea di uno sciopero globale per il clima. Questa lotta per rallentare e controllare il cambiamento climatico, per farvi fronte, può essere un momento di unificazione dell’intera umanità, una causa fatta propria da ogni umano/a, ridando un senso preciso e materialmente determinato alla fratellanza, nonché rilanciare le strategie cooperative per risolvere i problemi, contrapposte alle strategie cosidette selfish, egoistiche, che hanno spopolato negli ultimi decenni.

Di fronte a un fenomeno come l’alluvione di New Orleans – una delle prime grandi catastrofi provocata dal riscaldamento globale – o ci si organizza tutti insieme in modo cooperativo e solidale, oppure il singolo individuo fosse pure superman, viene sommerso. Ovvero, dicendola in altro modo, il fronte comune contro il climate change è anche un modo per costruire la convivenza civile, decisiva per ottenere dei risultati e per rendere la vita, pure in situazioni di grande difficoltà, più vivibile.

Certamente non va dimenticato il nesso che esiste tra la lotta per una società ecologica e quella contro le diseguaglianze e lo sfruttamento “dell’uomo sull’uomo” (Marx). Ci sono, e ci saranno vieppiù , dei nemici potenti, agguerriti e senza scrupoli della riconversione ecologica e di una società libera fondata sulla fratellanza, nemici di un nuovo contratto di eguaglianza tra gli esseri viventi e con la natura. I mercanti di danaro, droghe, armi e esseri umani non retrocederanno di fronte a qualunque violenza e disonestà. Bisogna saperlo.

Inoltre va capito, e discusso, che certe riconversioni sono tutt’altro che facili. Penso all’Ilva di Taranto, che baldanzosamente i grillini proponevano di trasformare in un giardino ecologico. Una volta arrivati al governo, hanno invece firmato un nuovo contratto per cui l’acciaieria funziona a pieno regime, nonostante i tumori che affliggono i bambini, provocati dai fumi della fabbrica. Ma potevano chiuderla, senza essere inseguiti dagli operai che li avrebbero buttati in un altoforno?

La civiltà industriale fondata sul dominio dell’uomo sulla natura, con la costruzione di una tecnologia modellata per realizzare questo dominio, è l’espressione di un  processo secolare, ottenuta cumulando invenzioni, e producendo grandi progressi sociali, economici e civili. Pensiamo solo alla Rivoluzione Scientifica, e alla Rivoluzione Francese. Quindi si tratta non solo di pensare,e praticare, nuovi modi costituenti l’essere sociale, e nuove forme probabilmente di organizzazione politica, ma anche, direi soprattutto, di mettere mano all’insieme delle tecniche, tecnologie, e conoscenze scientifiche modellandole non più in funzione del dominio sulla natura (e, inevitabilemente, su una parte almeno degli umani), ma di un contratto di eguaglianza, ancora tutto da scrivere.

Quindi viva il global strike for future, sapendo che siamo solo all’inizio e il tempo corre svelto assai.

  • Autore articolo
    Bruno Giorgini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 17/09 19:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 17-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 17/09 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 17-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 17/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 17-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 17/09/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 17-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 17/09/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 17-09-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 17/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 17-09-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 17/09/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 17-09-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 17/09/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 17-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 17/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 17-09-2025

  • PlayStop

    Vade retro gay: l'offensiva dei conservatori in Vaticano

    Gli omosessuali? Sono in peccato mortale e la chiesa non deve benedire le coppie gay. Sono parole del cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito per la congregazione della dottrina della fede. Il porporato è uno dei punti di riferimento dell’ala più conservatrice in Vaticano, che osteggiò papa Francesco. Müller ha detto anche che aver fatto passare le associazioni cattoliche dalla Porta Santa di San Pietro in occasione del Giubileo è “solo propaganda”. A chi si rivolge il cardinale? Vuole provare a influenzare Papa Leone? Ne abbiamo parlato con il giornalista vaticanista e scrittore Marco Politi, autore di "La rivoluzione incompiuta, la Chiesa dopo Francesco". L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 17-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 17/09/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 17-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 17/09 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 17-09-2025

  • PlayStop

    A Milano arriva il Godai Fest: Rodrigo D'Erasmo, tra gli ideatori, ce l'ha raccontato

    Sabato 20 e domenica 21 settembre al Paolo Pini di Milano si terrà la prima edizione del Godai Fest, il festival multidisciplinare che unisce la musica alle arti performative e visive nato da un’idea del musicista Rodrigo D’Erasmo, del produttore Daniele Tortora e dell’artista visivo Cristiano Carotti per abbattere i recinti di genere e di partecipazione, connettere le arti, sperimentare nuovi linguaggi, ampliare le visioni. L’arte, in tutte le sue declinazioni, sarà protagonista di un viaggio attraverso i 4 elementi della cultura umana (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) ai quali si aggiunge, secondo la filosofia orientale, il principio del Vuoto. Ad ogni elemento corrisponde un curatore: Rodrigo D'Erasmo in questa intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Volume ci ha presentato il concetto e il programma di questo festival.

    Volume - 17-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 17/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 17-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 17/09/2025

    Il primo Pride della Valtellina Chiavenna. L'emozione, ha fatto salir la fame! Per merenda: pane burro e acciughe con bollicina,. Poi via si torna a Milano, al Piccolo Salone del Libro Politico al Conchetta. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 17-09-2025

  • PlayStop

    In Etiopia inaugurata la diga della discordia

    Il 9 settembre, dopo 14 anni di lavori, l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Gerd, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico d'Africa, e tra i 20 più grandi al mondo. Da anni la diga è anche causa di tensione con i paesi a valle del Nilo: Sudan e soprattutto Egitto, che temono di vedere ridotte le proprie risorse idriche, anche in considerazione dei sempre più frequenti periodi di siccità. “Questa diga sarà certamente uno degli epicentri di tensione di questa regione nel prossimo futuro” spiega Luca Puddu, docente di storia dell’Africa all'Università di Palermo, al microfono di Sara Milanese. Ascolta l’intervista andata in onda in A come Africa.

    Clip - 17-09-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 17/09/2025

    Oggi a Volume abbiamo iniziato parlando del Festival Suoni Delle Dolomiti giunto alla sua 30a edizione, ma anche del Godai Fest, evento che si terrà nel weekend al Parco Ex Paolo Pini di Milano e che ci racconta Rodrigo D'Erasmo in qualità di direttore artistico. A seguire segnaliamo il concerto-evento pro Palestina organizzato da Brian Eno che si terrà questa sera a Londra, e concludiamo con il quiz dedicato al cinema, oggi incentrato sul film Il Diavolo Veste Prada del 2006.

    Volume - 17-09-2025

Adesso in diretta