Domenica è Sant’Ambrogio. Al mattino al teatro Dal Verme la consegna degli Ambrogini d’oro. Nel pomeriggio, la prima della Scala, che quest’anno porta in scena “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakovic. Prima dell’opera, come sempre le proteste in piazza. Roberto D’Ambrosio, lavoratore della Scala e delegato della Cub, ci ha spiegato le ragioni della manifestazione:
Non solo le proteste per la precarietà dilagante e la situazione palestinese, ci sarà un presidio anche per protestare contro la situazione del settore culturale, come ci ha spiegato Francesco Lattuada, violista e delegato per la Slc Cgil alla Scala:
Oggi pomeriggio, nella basilica di Sant’Ambrogio, c’è stato il tradizionale discorso alla città di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano. Un discorso dal titolo “Ma essa non cadde. La casa comune, responsabilità collettiva” e che è stato molto centrato sull’attualità di Milano e del territorio, con una spiccata vocazione sociale. Delpini ha sottolineato le minacce che rischiano di far cadere la città nel baratro.
Cinque punti su cui l’arcivescovo si è soffermato: la condizione giovanile, con molti ragazzi e ragazze che fanno sfociare nella violenza il loro disagio; una città sempre più escludente, dove i soldi vengono prima delle persone; un sistema di welfare in declino, che porta sempre più a un allontanamento tra chi, privilegiato, può permettersi le cure private a pagamento e chi rinuncia a curarsi; l’intollerabile situazione delle carceri, tra sovraffollamento e politiche repressive; infine, un capitalismo al servizio dell’individualismo che porta all’indifferenza tra le persone. Una situazione drammatica, ma a cui si può porre rimedio, ha concluso Delpini, grazie alle persone “che si fanno avanti, e che dichiarano di voler mettere mano all’impresa di aggiustare il mondo”.
Il commento al discorso alla città di Marco Garzonio, psicologo, giornalista, saggista e ex presidente della fondazione Ambrosianeum:


