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San Siro, la giunta approva la vendita dello stadio. Contraria l’assessora dei Verdi

San Siro

Procede secondo la tabella di marcia indicata dal sindaco Sala la vendita dello stadio di San Siro e dell’area circostante. Un affare da un miliardo e duecento milioni su un’area complessiva di 280 mila metri quadri. La Giunta del comune di Milano ha dato parere favorevole alla delibera con il solo voto contrario dell’assessora dei Verdi Elena Grandi che apre così una frattura nella maggioranza di centrosinistra. Frattura che si allargherà quando il documento sarà votato dal consiglio comunale. Ora il testo dovrà essere discusso dalle commissioni consiliari, a partire da venerdì, e arriverà in consiglio comunale lunedì 29 settembre. Il documento approvato dalla giunta non sarà modificabile, il voto dei consiglieri sarà dunque prendere o lasciare. “Ovviamente il Consiglio è sovrano, ma siccome la proposta è integrata con le relazioni degli advisor, di fatto non è possibile accettare nessun emendamento perché andrebbe a inficiare l’equilibrio delle relazioni” ha spiegato la vicesindaca con delega all’urbanistica Anna Scavuzzo. “L’obiettivo è affrontare la delibera con il conforto del lavoro degli advisor che ci hanno aiutato”. E quindi “di fatto anche se ci fossero gli emendamenti non sarebbero accolti”.

“Il prezzo di vendita è pari a 197.075.590 euro; 73 milioni saranno versati al Comune di Milano contestualmente alla consegna del contratto, la restante parte sarà rateizzata e garantita da apposite fideiussioni bancarie o assicurative. Sono inoltre previste fideiussioni a garanzia della realizzazione del nuovo tunnel di via Patroclo, del verde e della parziale demolizione e del Meazza” scrive il Comune. La rimozione dell’attuale tunnel Patroclo e le opere di bonifica saranno pagate dal Comune fino a un massimo di 22 milioni di euro. Il nuovo stadio avrà una capienza di almeno 70mila posti. Poco chiara la questione del verde pubblico, in teoria il progetto approvato prevede che il 50% dell’intero comparto resti a verde, ma il verde profondo sarà solo su un’area di 50mila mq.

Dato che il segreto di pulcinella è che i fondi venderanno a uno sviluppatore immobiliare l’area acquistata, c’è una clausola per limitare la speculazione. “La proposta prevede una serie di clausole a tutela dell’operazione, volte a impedire eventuali operazioni speculative e ad assicurare la valorizzazione e lo sviluppo del territorio in termini sociali, economici e ambientali. Tra queste, la clausola ‘earn out’ che obbliga l’acquirente a ricevere al Comune una percentuale delle plusvalenze generate in caso di vendita a terzi nell’arco dei primi 5 anni dall’acquisto del contratto. La risoluzione del contratto di vendita, con riconsegna dei beni al Comune dietro la restituzione del corrispettivo versato fino a conto dati, qualora non sussistano i presupposti di legge per l’avvio dei lavori, nei termini indicati dalla delibera. Il divieto di alienazione entro i termini fissati per l’eventuale avverarsi della clausola risolutiva. Ancora, in caso di trasferimento a terzi di tutte o parte delle aree ad un prezzo pari o inferiore a quello di acquisto, il Comune potrà esercitare il diritto di prelazione sarà poi in carico ad alcune Società, tra cui quello di mantenere il controllo sulla Parte Acquirente per un periodo di 15 anni dall’atto di vendita e di garantire i requisiti di onorabilità di eventuali nuovi soci” scrive il Comune.

“Peggio non si poteva fare. Ovviamente e pacificamente il mio voto sarà contrario” ha detto il consigliere comunale del Pd Alessandro Giungi. “La giunta manda in consiglio la delibera ma non accetta emendamenti dal consiglio perché quello è l’accordo con le squadre e non si può cambiare. Mai il consiglio comunale è stato così umiliato e trattato come uno zimbello, speriamo che stavolta qualcuno si ribelli. Ma poi, questa delibera, è stata votata, o semplicemente mandata in consiglio? E chi ha votato cosa?” si chiede il consigliere verde Carlo Monguzzi. “Serviva un segnale di discontinuità, che non è arrivato. L’augurio nostro è che dal consiglio comunale della prossima settimana giunga un’indicazione di cambiamento” ha detto Giuseppe Roccisano, segretario metropolitano di Sinistra Italiana.

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Gli accampamenti alla Columbia University contro i fondi per Israele in un documentario

    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

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