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RT ospedaliero: le regioni vogliono cambiare rotta

variante Delta Lopalco

Le regioni hanno chiesto l’introduzione dell’indice “RT ospedaliero” per determinare il “colore” delle regioni. Ai microfoni di Radio Popolare, nella puntata di Prisma del 12 maggio 2021, Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni hanno intervistato Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della regione Puglia, per sapere cosa cambierebbe.

Crede sia giusto aspettare di sapere quanto ci sono costate queste riaperture in termini di contagi prima di allentare ulteriormente le restrizioni?

Generalmente, per essere cauti ed osservare davvero quello che succede, bisogna aspettare un paio di settimane. Credo che questo invito alla prudenza e alla gradualità debba essere accolto. Se ci riferiamo alla misura del coprifuoco è anche importante cercare di evitare di farne una bandiera. Una singola misura non sconvolge l’assetto epidemiologico così come non influenza più di tanto la ripresa economica, quindi, bisogna cercare di essere ragionevoli, soprattutto in questo periodo.

Quanto è importante fare le cose passo passo con gradualità in attesa dell’arrivo dei turisti e della stagione estiva?

Credo che il turismo sia uno dei più importanti capitoli economici di tutto il Paese, in particolar modo il turismo estivo. Il segnale che dobbiamo attendere è lo spegnimento della circolazione virale. Nel momento in cui arriverà l’estate avremo bisogno che sia ai minimi termini, così com’è successo l’anno scorso, quando non c’era circolazione se non ovviamente una circolazione residua, che poi è quella che gli ha permesso di riprendere in autunno. In questo momento bisogna evitare passi falsi perché si potrebbe incorrere in una lunga coda di circolazione o nella peggiore delle ipotesi in una vera e propria ripresa della circolazione, che sarebbe imperdonabile.

La campagna vaccinale aiuterà a diminuire il numero di casi gravi?

Sicuramente e non solo, diminuirà anche la circolazione virale, che è un aspetto da non sottovalutare. Abbiamo visto quello che sta succedendo in Israele, dove già a partire dal 50% 55% di copertura sull’intera popolazione la circolazione virale si è ridotta considerevolmente.
Dobbiamo confidare nelle vaccinazioni. Abbiamo davanti un breve periodo di incertezze, dopodiché avremo un quadro più chiaro della situazione e potremo prendere delle decisioni basate sulle evidenze.

Oggi avete la riunione col governo, abbiamo letto che si parlerà molto dell’ indice RT.
Mi pare che la tendenza sia quella di non voler più considerare l’indice RT ma “l’RT ospedaliero” per il cambio di colore delle regioni. Ci può dire cosa si tratta?

L’indice RT, su cui si basa la valutazione del rischio, è calcolato sul fatto di avere dei sintomi.
Un po’ di febbre, un caso lieve, curato a casa con un po’ di paracetamolo è definito un caso di malattia. Nel momento in cui la popolazione più fragile verrà vaccinata, il fatto di avere anche mille casi lievi non sarà un problema di sanità pubblica. Penso sia giusto che le misure di contenimento siano mirate ad evitare l’ondata pandemica, cioè, i casi gravi che si riversano sul sistema sanitario.
I casi lievi e la circolazione virale saranno considerate come lo sviluppo naturale della pandemia, in cui il virus diventerà endemico e non darà più fastidio a nessuno. Per questo penso sia giusto rivedere i parametri.

L’RT ospedaliero prenderà in considerazione  solo i casi che richiedono l’intervento medico. Solo nel nel momento in cui si vedrà l’ aumento di casi gravi scatteranno le chiusure. Ci si baserà molto di più sull’impatto del virus sul sistema sanitario piuttosto che sul semplice fatto di trovare dei tamponi positivi.

Un altro parere sull’RT ospedaliero

Nella puntata successiva di Prisma, il 13 maggio, l’ospite è stato Fabrizio Pregliasco, virologo, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Anche a lui abbiamo chiesto un parere sul cosiddetto “Rt Ospedaliero”.

Secondo lei questo cambio di parametri è opportuno oppure è rischioso?

Diciamo che è una decisione politica, figlia della scelta di riaprire, ma basata su considerazioni tecniche.
Le aperture porteranno naturalmente ad un maggior numero di contagi. Ci aspettiamo un aumento di contatti e infezioni, che porterebbe, secondo l’indice RT calcolato come fatto finora, ad un ritorno alla zona rossa.
Il fattore che permetterebbe un cambio di parametro in favore dell’ “RT ospedaliero” è l’avanzamento della campagna vaccinale. Proteggendo sempre di più le categorie fragili, diminuirà la proporzionalità fra numero di casi e decessi. Come già visto in Inghilterra, Israele e Stati Uniti, assisteremo ad un calo dei i casi con necessità di assistenza ospedaliera e quindi alla diminuzione dei decessi.
Questo dato farà si che la convivenza con questo virus diventerà “più civile”, cioè meno impegnativa e con meno sofferenze.

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    Il primo Pride della Valtellina Chiavenna. L'emozione, ha fatto salir la fame! Per merenda: pane burro e acciughe con bollicina,. Poi via si torna a Milano, al Piccolo Salone del Libro Politico al Conchetta. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Il 9 settembre, dopo 14 anni di lavori, l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Gerd, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico d'Africa, e tra i 20 più grandi al mondo. Da anni la diga è anche causa di tensione con i paesi a valle del Nilo: Sudan e soprattutto Egitto, che temono di vedere ridotte le proprie risorse idriche, anche in considerazione dei sempre più frequenti periodi di siccità. “Questa diga sarà certamente uno degli epicentri di tensione di questa regione nel prossimo futuro” spiega Luca Puddu, docente di storia dell’Africa all'Università di Palermo, al microfono di Sara Milanese. Ascolta l’intervista andata in onda in A come Africa.

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