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Rischio colera, la malattia dei poveri

Continua a salire il numero dei morti ad Haiti. L’ultimo bilancio ha superato abbondantemente la cifra di 900 vittime per le quali sono stati dichiarati tre giorni di lutto nazionale.  Aumenta anche il numero delle persone che hanno perso tutto ed hanno bisogno di assistenza totale. Almeno 350 mila sono raccolte in campi di fortuna dove non c’è ancora nulla di organizzato.

Questa promiscuità e la mancanza di igiene, di latrine, di acqua potabile rischia di far esplodere le epidemie, in particolare quella di colera. Ad Haiti il colera c’è da quando fu devastata dal terremoto del 2010. Da allora avrebbe fatto almeno diecimila morti.

Ora c’è il rischio che i danni provocati dall’uragano facciano registrare un nuovo picco di questa malattia che, allora come adesso, è provocata da un batterio che si annida nell’acqua inquinata. Un paradosso perché per curare il colera basterebbe dell’acqua potabile ma ad Haiti l’acqua manca anche in condizioni di normalità, figuriamoci col terremoto o con l’uragano.

I morti per il colera, che non è altro che una grave disidratazione provocata da violente scariche di diarrea o di vomito, sono, dunque, più che il prodotto di un batterio il frutto di una estrema povertà.

Per curare un malato di colera molto spesso basta solo idratarlo per via orale, cioè farlo bere acqua pulita. Ma anche questo bene essenziale, semplice, banale, ad Haiti manca.  Le grandi agenzie umanitarie hanno già lanciato l‘allarme perché è quasi certo che l’epidemia esploderà nelle disperate condizioni igieniche nelle quali la gente è costretta a vivere.

Per curare la malattia basta aggiungere ad un litro d’acqua mezzo cucchiaino di sale, sei di zucchero e mezza banana schiacciata. Un rimedio semplice, alla portata di tutti. Peccato che manchi quel maledetto litro di acqua potabile.

  • Autore articolo
    Raffaele Masto
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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