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Riscaldamento globale: l’ONU dichiara l’emergenza oceani

Oceani

Secondo il rapporto globale sul clima dell’Organizzazione mondiale meteorologica, il 2021 è stato un anno record per l’aumento del livello dei mari, del riscaldamento e dell’acidificazione degli oceani. Le nazioni situate sotto il livello del mare e le città costiere hanno dovuto affrontare frequenti allagamenti, mentre l’inquinamento e la pesca incontrollata stanno decimando le popolazioni ittiche.

Intervenuto alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani, che quest’anno si tiene a Lisbona dal 27 giugno al 1° luglio, il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha parlato di una vera e propria “emergenza oceani” e ha esortato i governi a fare di più per ristabilire la salute dei mari.

“Abbiamo dato gli oceani per scontati e oggi stiamo affrontando una situazione di emergenza. Dobbiamo assolutamente invertire la rotta”, ha detto Guterres ai capi di Stato provenienti da 20 Paesi che stanno partecipando all’incontro. 
Il segretario generale dell’Onu ha anche denunciato l’egoismo di alcune nazioni che stanno ostacolando i tentativi di raggiungere la stipula di un trattato per la protezione degli oceani atteso da tempo.

Già a marzo infatti gli Stati membri delle Nazioni Unite erano stati criticati da scienziati e ambientalisti per non essere riusciti a elaborare un piano per ridurre lo sfruttamento dei mari. Soltanto l’1,2% delle acque che si trovano oltre i limiti territoriali sono protette da qualche tipo di tutela.

L’inquinamento degli oceani sta aumentando gradualmente mentre si riducono i numeri delle specie marine, inclusi squali e razze che sono diminuiti di oltre il 70% negli ultimi 50 anni. Circa l’80% delle acque di scarico sono disperse in mare senza alcun tipo di trattamento e almeno 8 milioni di tonnellate di plastica vengono immesse negli oceani ogni anno. “Non possiamo avere un pianeta sano senza che lo siano i suoi oceani”, ha osservato Guterres.

Il segretario generale ha anche riferito notizie positive, inclusi i progressi nella creazione di strumenti legali per conservare e proteggere la biodiversità delle acque fuori dalla giurisdizione nazionale, previsti dalla bozza dell’accordo che le Nazioni Unite vorrebbero presto ufficializzare, e l’intesa raggiunta la scorsa settimana dall’Organizzazione mondiale dei commerci per tagliare i finanziamenti alle attività che usino metodi di pesca illegali.

Ma Guterres ha richiamato i governi e chiesto loro di farsi più ambiziosi riguardo alla salute del pianeta. La sicurezza alimentare di più di 3,5 miliardi di persone dipende dagli oceani, 120 milioni sono quelle che lavorano grazie alla pesca e alle attività a essa legate.

Alla fine della conferenza verrà prodotta e adottata una dichiarazione politica, mentre le negoziazioni tra le nazioni per la stipula di un trattato globale sugli oceani, strumento chiave per la protezione di almeno il 30% degli oceani entro il 2030, dovrebbero iniziare a New York nel mese di agosto.

di Eleonora Panseri

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