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Riparte dalle macchine da scrivere usate dai neofascisti romani di metà anni ‘70 l’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio

25 anni dopo l’archiviazione, la giudice per le indagini preliminari di Milano Maria Idria Gurgo di Castelmenardo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio, i due giovani di sinistra uccisi il 18 marzo 1978 a Milano mentre stavano andando a un concerto al centro sociale Leoncavallo. I nuovi elementi che hanno permesso la riapertura delle indagini sono emersi da un recente rapporto della Digos milanese e riguardano in particolare le macchine da scrivere usate dai neofascisti romani a metà anni ‘70.
L’inchiesta riparte lì dove si era interrotta: gli ambienti romani dei NAR e i nomi di Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci, gli ultimi indagati per il duplice omicidio, archiviati 25 anni fa dalla gip Clementina Forleo. Ora una nuova giudice, Maria Idria Gurgo di Castelmenardo, ha accolto la richiesta della Procura, fatta dai pm Leonardo Lesti e Francesca Crupi, che hanno acquisito una nuova informativa della Digos determinante per la riapertura dell’inchiesta.
Tra i nuovi elementi contenuti in questa informativa c’è una perizia calligrafica su un volantino di rivendicazione trovato a Roma pochi giorni dopo l’uccisione dei due giovani della sinistra extraparlamentare milanese. Un volantino firmato “Esercito Nazionale Rivoluzionario. Brigata Combattente Franco Anselmi”, un militante del gruppo neofascista NAR morto durante una rapina. La una nuova comparazione dattilografica riguarda la tecnica di scrittura e le macchine per scrivere usate dai neofascisti, e in particolare tra il volantino di rivendicazione che venne fatto trovare a Roma il giorno dopo i funerali dei due ragazzi uccisi a Milano e un altro volantino che rivendicava un attentato contro la sezione del Pci del quartiere Balduina a Roma, il 29 maggio 1979. Entrambi erano siglati “Esercito nazionale rivoluzionario-Brigata combattente Franco Anselmi”. La gip fa riferimento a possibili nuove piste investigative. In questi mesi sono stati sentiti testimoni già ascoltati nel passato, si cercano indizi che possano diventare prove. Nel 2000 la gip Forleo aveva evidenziato “significativi elementi” a carico della destra eversiva romana e in particolare degli indagati Carminati, Corsi e Bracci, indizi che non erano diventati prove. Ora si cercano nuovi elementi da analizzare con le nuove tecnologie a disposizione, molto più sofisticate rispetto a quelle di fine anni novanta. “Questa è l’ultima occasione per arrivare a una verità” ci ha detto l’avvocato che assiste i familiari di Fausto e Iaio, Nicola Brigida.

“Non ho molte aspettative, ma i tempi oggi potrebbero essere maturi per avvicinarsi alla verità” ci ha detto Maria Iannucci, la sorella di Iaio.

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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