Approfondimenti

L’attesa per il voto del Consiglio di sicurezza, il via libera alla revisione del PNRR italiano e le altre notizie della giornata

Gentiloni Ecofin ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 8 dicembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Questa sera il Consiglio di Sicurezza voterà una risoluzione che chiederà una tregua, ma gli Stati Uniti hanno fatto capire che non sono a favore. I ministri economici dell’Unione Europea hanno approvato le modifiche ai Piani nazionali di ripresa e resilienza proposte da 13 paesi, tra cui l’Italia. Due loggionisti identificati dopo aver urlato slogan antifascisti durante la Prima alla Scala. Guai giudiziari per Marine Le Pen: la leader dell’estrema destra andrà a processo nel 2024, in un caso che potrebbe anche bloccare la sua carriera politica.

L’attesa per il voto del Consiglio di sicurezza per un cessate il fuoco

La guerra a Gaza. Questa sera il Consiglio di sicurezza voterà una risoluzione che chiederà una tregua. Gli Stati Uniti hanno fatto capire che non sono a favore e la bloccheranno. Nella Striscia la situazione umanitaria – anche se sembra impossibile – continua a peggiorare. Questo pomeriggio le autorità locali hanno detto che le vittime, in due mesi di conflitto, sono 17.487. Oltre 46mila i feriti.

(di Emanuele Valenti)

Il voto del Consiglio di sicurezza dovrebbe essere verso le 23.30 ora italiana. Si tratta di un voto particolare, perché il consiglio di sicurezza è stato convocato su richiesta del segretario generale, una procedura molto rara a Palazzo di Vetro. Il numero due della delegazione americana alle Nazioni Unite, Robert Wood, ha detto che un cessate il fuoco adesso metterebbe solo le basi per un’altra guerra. Sono però in corso colloqui tra Stati Uniti e diversi paesi arabi più la Turchia.
La situazione umanitaria non migliora. Le Nazioni Unite hanno detto che è stato toccato il fondo e che non si possono più consegnare aiuti umanitari. Un bombardamento questa mattina molto vicino all’ospedale di Khan Yunis ha fatto decine di vittime. Lo ha detto la Mezzaluna Rossa Palestinese. L’organizzazione ha postato immagini caotice dall’interno dell’ospedale. Si fa fatica a capire cosa stia succedendo.
Netanyahu ha ribadito che dopo la guerra Hamas non ci sarà e l’ANP non avrà alcun ruolo a Gaza. L’Autorità Nazionale Palestinese sta però parlando di questo con gli americani. Situazione molto fluida anche su questo fronte. Un raid israeliano nel nord della Cisgiordania ha fatto 6 morti palestinesi. Il fuoco israeliano ha poi ucciso un giornalista della Reuters nel sud del Libano.
Colpi di mortaio invece sono caduti sull’ambasciata americana in Iraq. Tensione anche fuori da Gaza.
Aspettiamo quindi il Consiglio di Sicurezza e ricordiamo che la notte scorsa l’amministrazione Biden, per bocca del segretario di stato Blinken, aveva criticato nel modo più netto dall’inizio della guerra l’azione militare di Israele: per quanto riguarda i civili di Gaza c’è distanza tra quello che Israele dice e quello che fa sul terreno.

La situazione umanitaria a Gaza continua a peggiorare

Moltissimi cittadini di Gaza sono scappati al sud, nella zona di Rafah, a ridosso del confine con l’Egitto. Questa sera fonti mediche hanno detto che gli ospedali non hanno più posti letto. Il racconto che ci ha fatto un cittadino palestinese proprio da Rafah:

I gruppi palestinesi, le organizzazioni per i diritti umani, diverse associazioni umanitarie, e anche il governo iraniano hanno condannato le immagini che ritraggono decine di palestinesi, spogliati e seduti a terra dopo essere stati arrestati dai militari israeliani questa settimana nel nord della Striscia di Gaza. Le immagini sono circolate in rete e le ha trasmesse anche la TV israeliana. Israele ha fatto capire che nelle zone dove si combatte gli uomini vengono praticamente arrestati tutti per verificare le loro possibili connessioni con Hamas. Riccardo Nouty, portavoce di Amnesty International Italia:


 

L’Ecofin dà il via libera alla revisione del PNRR italiano

I ministri economici dell’Unione Europea hanno approvato le modifiche ai Piani nazionali di ripresa e resilienza proposte da 13 paesi, tra cui l’Italia. La Presidente del Consiglio Meloni ha commentato la notizia parlando di “grande risultato del governo”. Nessun accordo invece finora sulla riforma del patto di stabilità: i governi europei stanno discutendo su delle possibili nuove regole di bilancio, ma se non si arriverà a un compromesso a inizio anno torneranno in vigore i vecchi vincoli, sospesi da quando è scoppiata la pandemia. Sulle trattative in corso e sulla strategia del governo italiano abbiamo intervistato l’economista Emanuele Felice:


 

Il caso dei loggionisti identificati dopo aver urlato slogan antifascisti alla Prima alla Scala

Due loggionisti identificati dopo aver urlato slogan antifascisti. La notizia è emersa dopo la prima della Scala, a cui dal palco reale hanno assistito il presidente del senato La Russa e il ministro Salvini, oltre al sindaco di Milano Sala e alla senatrice a vita Liliana Segre. Subito prima dell’inno nazionale un uomo ha gridato “no al fascismo”. Subito dopo un altro ha detto “Viva l’Italia antifascista”. Lui si chiama Marco Vizzardelli, lo abbiamo intervistato:

La Questura di Milano ha diffuso un comunicato in cui dice che l’identificazione non è stata causata dal contenuto delle frasi urlate in sala ma dalle “particolari circostanze”, così si legge nel testo, che cita le proteste di piazza legate all’evento e la diretta tv, che secondo la questura poteva “essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne lo svolgimento”.

(di Anna Bredice)

A volte i social hanno anche una funzione positiva a quanto pare. Da quando si è saputo dell’identificazione di Marco Vizzardelli da parte della Polizia, per aver gridato “Viva l’Italia antifascista”, c’è stata una pioggia di messaggi, migliaia di persone che si sono identificate su tutti i social con nome e cognome sotto la scritta Viva l’Italia antifascista. Privati cittadini, leader politici, parlamentari, fino al sindaco di Milano Sala, che su Instagram chiede “al loggionista identificato che gli si fa?”. Frase lapalissiana, dice ora stupito dal clamore il protagonista di questa storia, da una vita loggionista alla Scala, che racconta che qualcosa non gli andava giù dopo aver saputo che Liliana Segre stava lì in mezzo tra Matteo Salvini e Ignazio La Russa. E infatti la senatrice a vita è stata un po’ considerata come una protezione dal Presidente del Senato, potremmo dire quasi uno “scudo umano”, per proteggersi dalle critiche che già gli erano arrivate dall’Anpi e dai dipendenti della Scala per non aver mai condannato apertamente il fascismo. E la Scala da questo punto di vista una storia antifascista ce l’ha, gli applausi al ritorno di Toscanini dopo l’esilio dal fascismo sono solo un esempio. La Polizia oggi precisa che l’identificazione è stata un’azione preventiva per la sicurezza dell’evento, ma rimane comunque l’impressione di un atto esagerato di fronte ad una persona che ha gridato una frase da cui nasce l’intera Costituzione italiana, quella su cui hanno giurato anche Salvini e La Russa.

I nuovi guai giudiziari per Marine Le Pen

Francia. Guai giudiziari per Marine Le Pen. La leader dell’estrema destra andrà a processo nel 2024, in un caso che potrebbe anche bloccare la sua carriera politica. Il servizio da Parigi di Francesco Giorgini:


 

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 10/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 10-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 10/12 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 10-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 10/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 10/12/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 10/12/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 10-12-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 10/12/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli, in redazione Lorenzo Tecleme e Gianluca Ruggieri.

    Il giusto clima - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 10/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 10-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 10/12/2025

    1) A Gaza le disgrazie non arrivano mai sole. Nella striscia arriva la tempesta Byron: centinaia di migliaia di persone a rischio mentre pioggia e vento distruggono tende e rifugi. (Sami Abu Omar) 2) Siria, l’incognita della convivenza. Il futuro del paese dipenderà anche da come le diverse comunità etniche religiose riusciranno a vivere insieme. Reportage dalla zona Alawita della Siria. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti, dopo 28 anni la candidata democratica diventa sindaca di Miami. Per Donald Trump, che ripete che il paese non è mai stato così bene, è un altro campanello d’allarme. (Roberto Festa) 4) Regno Unito, il labourista Starmer ha appena iniziato la sua battaglia contro l’immigrazione. Il primo ministro britannico ora vuole modificare la convenzione europea sui diritti umani. (Elena Siniscalco) 5) Operazione Overlord. I militanti di estrema destra inglesi che vogliono fermare le barche dei migranti che partono dalla Francia verso il Regno Unito. (Veronica Gennari) 6) Un mondo sempre più ricco e sempre più diseguale. Secondo il World Inequality report lo 0,001 controllano una ricchezza tre volte superiore a quella di metà dell'umanità. (Alice Franchi)

    Esteri - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 10/12 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 10-12-2025

  • PlayStop

    Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop

    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 10/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 10-12-2025

  • PlayStop

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 10/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 10-12-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 10/12/2025

    Il commento alla classifica di NME dei migliori album del 2025, l'intervista al musicista nigeriano Tommy Wà a cura di Niccolò Vecchia e la storia di Jesse Welles, da fenomeno social a uno dei cantautori americani più apprezzati del momento.

    Volume - 10-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 10/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 10-12-2025

Adesso in diretta