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La possibilità di un accordo nazionale tra sindacati e aziende, l’appello per salvare la musica dal vivo e le altre notizie della giornata

protesta alitalia fiumicino ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 24 settembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dopo lo sblocco dei licenziamenti, e delle proteste sempre più accese dei lavoratori, aziende e sindacati discutono di un possibile accordo nazionale. Migliaia di ragazzi in tutto il mondo oggi hanno manifestato in occasione dello sciopero globale per il clima indetto dai Fridays for Future e l’Italia ha partecipato in grande stile. Il mondo della musica lancia un appello per salvare i concerti e gli eventi dal vivo, ma la sensazione è quella di essere considerati pochissimo dai propri interlocutori. Il 24 settembre di 30 anni fa usciva “Nevermind” dei Nirvana, album fondamentale per la storia del rock. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Sblocco dei licenziamenti. Sindacati e aziende discutono di un accordo nazionale

Oggi a Fiumicino i lavoratori Alitalia hanno bloccato per tre ore l’autostrada che porta a Roma e ci sono state tensioni con la polizia. I manifestanti chiedono tutele per il loro futuro. A metà ottobre l’azienda sarà sostituita dalla nuova compagnia Ita, con 2.800 dipendenti contro i circa 10mila di quella vecchia. La vertenza è solo una di quelle aperte in quel settore e non solo, dopo lo sblocco dei licenziamenti. In questo contesto politica, aziende e sindacati discutono di un possibile accordo nazionale, quello delineato ieri da Mario Draghi e dal capo di Confindustria Carlo Bonomi.

Dai sindacati sono arrivate reazioni positive, anche se con sfumature diverse. “Una via necessaria”, ha detto per esempio il segretario della Cisl Luigi Sbarra. La Cgil ha rilanciato: “Serve un progetto Paese, qualcosa in più di un semplice patto”, ha dichiarato il segretario Maurizio Landini. Sentiamo la sua vice Gianna Fracassi, intervistata da Andrea Monti:


 

Il mondo torna in piazza per il clima

Migliaia di ragazzi in tutto il mondo oggi hanno manifestato in occasione dello sciopero globale per il clima indetto dai Fridays for Future. È il primo grande evento di piazza dopo lo scoppio della pandemia da COVID. In Italia 80 le città coinvolte, a Milano oltre 3mila i ragazzi che hanno manifestato questa mattina, in larga maggioranza giovani e giovanissimi. Una mobilitazione che apre una settimana molto importante per la città. La prossima settimana Milano ospiterà la precop dei giovani, a cui parteciperà anche Greta Thunberg, ispiratrice del movimento.
Ascoltiamo le voci raccolte in manifestazione da Raffaella Tallarico:


 

L’appello per salvare la musica del vivo

Salviamo la musica live: è l’appello partito dai grandi promoter della musica dal vivo nel nostro paese, e poi sottoscritto da decine di altri operatori del settore e da centinaia di artisti, da Vasco Rossi e Laura Pausini in giù. E una conferenza stampa organizzata oggi a Milano, in un luogo significativo come lo Stadio San Siro, per chiedere una data certa per la riapertura delle sale da concerto col 100% di capienza, senza distanziamento, con l’obbligo di Green Pass e mascherine. In sottofondo, la sensazione, per non dire la certezza, di essere considerati pochissimo dai propri interlocutori. Una delle agenzie che ha sottoscritto l’appello è DNA Concerti, che rappresenta tra gli altri anche Cosmo, il musicista che aveva cercato invano di forzare la mano organizzando dei live con mascherina e green pass, ma senza distanziamento. Il fondatore di DNA Pietro Fuccio ci racconta così l’incontro di oggi:


 

Carles Puigdemont arrestato a Cagliari

(di Martina Stefanoni)

Quando Carles Puigdemont è stato arrestato all’aeroporto di Cagliari, sono stati tutti colti di sorpresa. Perché se è vero che il fermo dell’ex leader catalano è avvenuto su ordine di un mandato europeo emesso dalle autorità spagnole per reati contro l’ordine e la sicurezza pubblica nazionale, è anche vero che Puigdemont si è mosso indisturbato per tutta l’estate. E solo una settimana fa era in Francia. Perché non è stato arrestato lì, allora? Una risposta netta a questa domanda, non c’è. Perché si riconduce tutto al caos politico-giudiziario che è il caso di Puigdemont. Da un lato c’è la questione dell’immunità, che gli spetterebbe come parlamentare europeo, ma che è stata sospesa e poi ristabilita e poi sospesa di nuovo, ma con la clausola che – se fosse stato arrestato – avrebbe potuto riottenerla. Dall’altro c’è il mandato internazionale, quello a cui la polizia italiana si è appellata per l’arresto, e quello che invece sembra essere stato ignorato da quella francese. All’inizio di quest’anno, infatti, il Tribunale Supremo spagnolo aveva sospeso il mandato di arresto nei suoi confronti, in attesa di risolvere un’altra questione, quella dell’estradizione dell’ex assessore catalano Lluis Puig da Bruxelles. Considerato che questa questione al momento non è ancora stata risolta, in teoria il mandato di arresto dovrebbe considerarsi ancora sospeso.
In questo sostrato di vaghezza e confusione giudiziaria, entra in gioco la politica, che interpreta il buco: se fino a questa mattina per l’Italia era una questione puramente giudiziaria, ora la palla è passata alla politica, che non sembra avere intenzione di infilarsi in una vicenda che è sempre stata, e continua ad essere, molto spinosa.

A chi andrà il Nobel per la Letteratura nel 2021?

(di Ira Rubini)

Il 2021 sarà veramente l’anno in cui il Nobel per la Letteratura andrà al genio sulfureo e irriverente di Michel Houellebecq? Bah… gli sforzi dei bookmakers per vivacizzare l’ormai sempre più logoro teatrino dei pronostici, lo ha espresso come quasi inevitabile outsider. Certo, lo meriterebbe. Certo, non lo merita affatto. La polemica è già scritta. Lasciamo per un attimo in sospeso la questione. Diciamo invece che, per colmare il divario tuttora enorme fra Nobel maschili e femminili, il premio potrebbe andare alla splendida Joyce Carol Oates o alla raffinata Annie Ernaux. Più difficile che ce la faccia Margaret Atwood, canadese come Alice Munro, Nobel relativamente recente. Che dire dei sempreverdi Murakami o Ngugi Wa Thiongo? Sarà la volta buona? Oppure sarà finalmente Oz… nel senso di Amos, non del mago. Per l’Italia c’è sempre Elena Ferrante. In fondo, sarebbe una scelta furba per L’Accademia Di Svezia: dato che il Nobel per la Letteratura sarà anche quest’anno assegnato nel paese d’origine degli autori, causa pandemia, la quasi misteriosa Ferrante non avrebbe imbarazzi nel restare ignota al momento del ritiro.

30 anni fa usciva “Nevermind” dei Nirvana

È uscito il 24 settembre di 30 anni fa “Nevermind”, il secondo album dei Nirvana, il gruppo di Kurt Cobain. Un album fondamentale per la storia del rock, non solo per il grande successo che ottenne.

(di Niccolò Vecchia)

“Io non ho mai voluto cantare. Volevo solo suonare la chitarra ritmica. Nascondermi in fondo al palco e soltanto suonare”.

È una delle frasi di Kurt Cobain che viene più spesso citata, perché in poche parole racconta molto bene il rapporto storto e scomodo che il leader dei Nirvana ebbe con la notorietà, con il music business, a contrastare con la sua passione totalizzante per la musica. Un contrasto che divenne scontro insanabile e che lo portò, insieme evidentemente a molte altre tensioni, al suicidio.
A far esplodere queste contraddizioni fu sicuramente l’album Nevermind, pubblicato esattamente 30 anni fa: uno dei dischi più importanti in assoluto degli anni ‘90 e, con i suoi 30 milioni di copie, uno dei più venduti di sempre.
Il successo commerciale però fu solo uno dei punti di forza di quell’album: nelle canzoni di Cobain si fondevano emozioni concrete e mille influenze musicali, frutto della spasmodica curiosità del cantante, che passava le sue giornate ad ascoltare musica di ogni genere, con una predilezione per i talenti misconosciuti.
A rendere unico Nevermind fu proprio la totale, assoluta sincerità della musica che conteneva: quella stessa sincerità che non permise mai a Cobain di amare il singolo “Smells like teen spirit”, per l’esorbitante successo che ebbe. A lui sembrava eccessivo, pensava che altre canzoni del disco meritassero più attenzione e non si pacificò mai con questa idea della hit da dare in pasto al pubblico.
A 30 anni dalla sua uscita, rimane una pietra miliare per il rock alternativo mondiale, anche per come è riuscito a diventare un pezzo della cultura pop, nonostante i suoi tanti spigoli.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Il monitoraggio settimanale del Ministero della Salute conferma la tendenza già in atto dall’inizio di questo mese: tutte le curve sono in calo, l’RT scende ancora fino a quota 0,82, l’incidenza dei casi è di 45 su 100mila abitanti. A livello regionale esistono però differenze anche considerevoli: la Sicilia ad esempio ha un’incidenza quasi doppia di casi rispetto alla media nazionale (80). La Calabria ha un tasso di occupazione dei posti letto di oltre il 18%, a fronte di una media del 6,8. Nessuna regione cambia fascia, e quindi regime di restrizioni.

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    Domani a Torino ci sarà una nuova mobilitazione contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna. Il giurista Livio Pepino, uno dei garanti del processo di regolarizzazione tra il Comune e Askatasuna, intervistato da Mattia Guastafierro, sostiene che lo sgombero fa parte di un progetto più ampio di repressione da parte del Governo Meloni. Di fronte ai conflitti sociali, dice Pepino, si possono intraprendere due opzioni: “Una è quella del dialogo, la ricerca del confronto, anche difficile e delicato, che a volte si spezza, però che va avanti, che cerca di fare dei passi in avanti. L’altra è quello della contrapposizione muscolare del muro contro muro, della repressione cieca”. Ascolta l’intervista.

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