Approfondimenti

La “politica scellerata” sul superbonus, il caso Delmastro, l’addio al maestro Scaparro e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di venerdì 17 febbraio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Aziende, sindacati ed esperti criticano la decisione del Consiglio dei ministri di bloccare la cessione del credito e lo sconto in fattura sui bonus edilizi. L’interrogatorio di Delmastro è durato due ore. Non un passaggio formale, come non è un “atto dovuto” l’inchiesta della procura di Roma. Il Partito popolare europeo non vuole vedere Silvio Berlusconi: il Ppe, di cui fa parte Forza Italia, ha annullato il summit che era previsto per giugno a Napoli. La guerra in Ucraina è al centro della conferenza di Monaco sulla sicurezza, che è iniziata oggi e proseguirà fino a domenica. Ad aprire il Summit il presidente ucraino Zelensky. Addio al maestro del teatro del 900 Maurizio Scaparro.

Aziende e sindacati protestano contro lo stop al superbonus

All’indomani del decreto del governo che blocca la cessione del credito e lo sconto in fattura sui bonus edilizi, aziende, sindacati ed esperti criticano la decisione del Consiglio dei ministri. “Questi bonus pesano sulle casse dello Stato per 2 mila euro a cittadino, sono una politica scellerata” aveva detto ieri il ministro Giorgetti, ma sono numeri di cui non si conosce la fonte dice Cecilia Hugony, coordinatrice di Renovate Italy, think tank che si occupa di riqualificazione energetica degli edifici

“Se il governo non tornerà sui suoi passi, andremo allo sciopero generale della filiera” hanno detto oggi i sindacati delle costruzioni. Proteste arrivano anche dalle associazioni dei datori di lavoro. John Bertazzi è vicepresidente dell’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori di Milano, Lodi, Monza Brianza

Oggi Delmastro è stato interrogato

(di Alessandro Principe)

L’interrogatorio di Delmastro è durato due ore. Non un passaggio formale, quindi, come non è un “atto dovuto” l’inchiesta della procura di Roma. I pm, prima di convocare il sottosegretario, hanno acquisito documenti e sentito testimoni, tra cui il direttore del Dap, Giovanni Russo. Il reato contestato è “rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio”. I documenti con i colloqui in carcere tra Cospito e alcuni mafiosi erano coperti infatti da questo tipo di segreto. Il ministro Nordio, in Parlamento, ha difeso Delmastro escludendo l’esistenza di altri tipi di copertura: il segreto di Stato e altre formule correlate. Ha completamente ignorato il segreto d’ufficio. E quindi assolto Delmastro. Ma Nordio – magistrato per 40 anni – non può non sapere che esiste anche il segreto d’ufficio. Che copre tutti gli uffici pubblici, compreso il ministero che dirige. E che la sua rivelazione è un reato.
Delmastro – come sottosegretario alla giustizia – non ha la delega sul trattamento dei detenuti, categoria in cui rientrano quei documenti. Ecco perché non li aveva ma li ha dovuti chiedere al Dap. Nordio ha spiegato che sono stati chiesti da Delmastro il 29 gennaio. Il direttore del Dap lo ha confermato ai pm di Roma. Ma Delmastro perché li ha chiesti? Aveva già in mente di passarli al collega Donzelli per attaccare l’opposizione? E soprattutto: come faceva a sapere dell’esistenza e del contenuto di quei documenti, con i dialoghi di Cospito ? Questo Nordio non lo ha spiegato. Come non ha fatto cenno a un’altra circostanza, di cui scrivono alcuni quotidiani, e che non è stata smentita. Nordio sapeva – mercoledì pomeriggio quando ha riferito in Palramento – che Delmastro era già indagato. E lo sapeva perché il mattino la polizia giudiziaria era arrivata al ministero per consegnare l’avviso di garanzia a Delmastro. E lui aveva dato il via libera a consegna e perquisizione dell’ufficio del sottosegretario.

Il Partito popolare europeo non vuole vedere Silvio Berlusconi

Il Partito popolare europeo, di cui fa parte Forza Italia, ha annullato il summit che era previsto per giugno a Napoli. Lo ha annunciato il capogruppo dei popolari europei Manfred Weber. Il motivo sono le parole di accusa di Silvio Berlusconi al presidente Zelensky di alcuni giorni fa. “Il supporto all’Ucraina non è facoltativo”, ha scritto Weber. Ad aver fatto pressioni per la cancellazione del summit sarebbero stati gli eurodeputati popolari dell’est Europa. Forza Italia ha risposto con una nota a firma dei capigruppo Ronzulli e Cattaneo: “Inaccettabile. È un tentativo di dividerci”. Più imbarazzata invece la reazione del ministro degli Esteri Tajani che ha detto di non condividere la decisione. La presa di posizione dei Popolari non danneggia però solo Forza Italia, ma anche la stessa Giorgia Meloni.

A Monaco è iniziata la conferenza sulla sicurezza

Il capo della brigata Wagner ha annunciato di aver conquistato un insediamento importante a nord di Bakhmut. La battaglia per la città chiave del Donbass continua, ma con questa conquista, mosca blocca l’unica importante via di rifornimento rimasta per le truppe ucraine che difendono la città. Nelle ultime 24 ore ci sono stati altri intensi bombardamenti che hanno colpito 7 regioni in tutto il paese.
La guerra in Ucraina è al centro della conferenza di Monaco sulla sicurezza, che si è aperta oggi e proseguirà fino a domenica. Ad aprire il Summit il presidente ucraino Zelensky, che si è collegato in video conferenza. Nel suo discorso Zelensky è tornato sui punti cardine che ripete da mesi: da un lato l’ingresso dell’ucraina nell’unione europea e dall’altro l’invio di più armi, più velocemente: “Non esiste alternativa alla vittoria ucraina – ha detto – ma dovete aiutarci più in fretta”.
Al suo intervento è seguito quello del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha fatto eco a Zelensky sulla necessità di rapidi rifornimenti militari, ma – ha ribadito – l’invio di caccia militari non è in agenda per il momento.
Anche il presidente francese Macron ha preso la parola in apertura, accennando alla necessità di un dialogo, “ma non è ancora il momento” ha specificato. Il servizio da Parigi di Francesco Giorgini

Addio al maestro Maurizio Scaparro

(di Ira Rubini)

Dopo avere esordito allo Stabile di Bologna, e avere diretto quello di Bolzano, Maurizio Scaparro si era trasferito a Parigi con Giorgio Strehler, per tornare subito dopo a guidare il Teatro di Roma, assumere il ruolo di commissario straordinario dell’Eti, di direttore dell’Olimpico di Vicenza, e infine del Teatro Eliseo di Roma (1997-2001). E proprio a Roma, domenica 19 febbraio, sarà allestita al Teatro Argentina la camera ardente di questo grande maestro del teatro del ‘900. Al Teatro di Roma, Scaparro aveva inaugurato un innovativo triennio dedicato all’Europa, all’Italia e a Roma e un focus sul concetto moderno di regia. Altro capitolo importante della sua carriera, punteggiata da importanti allestimenti come “Memorie di Adriano” con Giorgio Albertazzi o “Don Chisciotte” con Pino Micol fu la Biennale Teatro di Venezia: fu con la sua prima direzione fra il 1979 e l’82 che Scaparro reinvento’ il Carnevale del Teatro invadendo campi e campielli di Venezia e legando indissolubilmente, il suo nome a quell’esperienza. Proprio lo scorso anno la Biennale aveva omaggiato i 90 anni di Maurizio Scaparro con la mostra “Il Carnevale squarcia la nebbia” e con una giornata di testimonianze sulla sua opera.

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