Approfondimenti

Il rinvio a giudizio di Salvini, la gara a intitolarsi il piano-riaperture e le altre notizie della giornata

Salvini

Il racconto della giornata di sabato 17 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Salvini è stato rinviato a giudizio per il caso Open Arms dell’agosto 2019, mentre alcuni virologi storcono il naso, le forze politiche, compatte, rivendicano la bontà del piano-riaperture, protesta dei bauli in piazza del Popolo a Roma, uno sguardo al quartiere San Siro, tra i più giovani e multiculturali della città. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Salvini rinviato a giudizio per la vicenda Open Arms

(di Alessandro Braga)

Sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Sono queste le accuse nei confronti di Matteo Salvini, per le quali dovrà rispondere in aula il prossimo 15 settembre. Il giudice per l’udienza preliminare ha deciso il rinvio a giudizio per il segretario della Lega.

Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’interno, era l’agosto del 2019, bloccò per sei giorni in mare la nave della ong spagnola Open Arms, con a bordo 147 migranti, molti minori, salvati dopo un naufragio. In pratica, secondo i giudici, il leader leghista dovrà rispondere del perché non consentì l’approdo in un porto sicuro, come previsto dal diritto internazionale. Alla notizia del rinvio a giudizio, la ong spagnola Open Arms si è detta “felice per tutte le persone salvate in questi anni”.

Salvini, come al solito, l’ha buttata in politica. Apparentemente tranquillo, ha sciorinato la solita retorica del buon padre di famiglia, del bravo servitore della patria e di quello preoccupato più per la sorte degli italiani (semi-dissequestrati, li ha definiti, dopo la decisione del governo di partire dal 26 aprile con qualche riapertura) che per la sua personale. La linea difensiva, la solita: la corresponsabilità politica di chi in quel momento (Giuseppe Conte in primis) governava con lui. Posizione che a Catania, per il caso Gregoretti, gli è valsa la richiesta del pm di archiviare la sua posizione. In questo caso, invece, no. Ma se la magistratura ha posizioni differenti, la politica dovrebbe averne una, e netta: che le politiche dell’odio non possono, politicamente, avere spazio nel nostro Paese.  

Salvini ha già iniziato a usare politicamente il rinvio a giudizio. Ha accuato la Ong catalana di fare politica e ha detto che andrà a processo a testa alta.

Abbiamo raggiunto l’avvocato italiano della Open Arms, Arturo Salerni:

 

Le forze politiche fanno a gara per intitolarsi il piano riaperture

Tutti i partiti della maggioranza cercano di intestarsi il cronoprogramma di riaperture, dal 26 aprile nelle regioni gialle, e l’abbandono della linea della prudenza annunciato ieri da Draghi. Anche Leu, il partito del ministro Speranza parla di decisione giusta. Il presidente del consiglio lo ha definito un “rischio calcolato”, sulla scia della lenta decrescita dei contagi determinata dalle restrizioni delle scorse settimane. Ma il governo rispolvera già lo schema di questo ultimo anno: se andrà male, sarà colpa dei comportamenti sbagliati dei cittadini

“Gli italiani devono meritarsi la libertà”’ ha usato proprio questa espressione il sottosegretario alla presidenza del consiglio Bruno Tabacci per sottolineare che, il funzionamento di quel “rischio calcolato” di riaperture a raffica già tra 10 giorni nonostante i dati del contagio ancora elevati, dipenderà dai cittadini e dal loro rispetto per le regole. Anche il nuovo governo dunque ripropone il vecchio schema di chi li ha preceduti, puntando tutto sulla responsabilità individuale del singolo. Che si trascina però anche la stessa domanda: cosa ha fatto il governo per rafforzare il trasporto pubblico, promuovere lo smart working negli uffici che chiudono ogni giorno per i focolai, mettere in sicurezza le scuole riaperte nella stessa situazione di prima, aumentare i controlli sui luoghi di lavoro, migliorare i tracciamento e le cure territoriali. Domande che si affiancano alla gestione altalenante della campagna vaccinale. Tabacci ha definito la decisione “un punto di sintesi preso in armonia” da tutte le forze politiche della maggioranza. E questo unanimismo repentino si vede, con la corsa dei partiti nelle dichiarazioni ad intestarsi le riaperture, compresa Leu, il partito di Speranza, che prova così a smarcarsi dall’immagine “rigorista” – più o meno meritata – ma ormai passata di moda. Una gara al consenso, in un paese stremato,  verso quella parte che da tempo ha deciso che la pandemia fosse socialmente finita, e sfiduciato da una gestione che col sistema a colori è stata critica sia sul fronte sanitario, come mostra platealmente l’esempio della Sardegna, sia sul fronte economico.

Oggi  sono 15370 i nuovi casi di contagio, 310 i morti. 163 i nuovi ingressi in terapia intensiva, scendono di 26 i posti letto occupati da malati covid nelle rianimazioni, con 13 regioni oltre la soglia critica del 30%.

Dunque mentre resta alto il numero dei morti, prosegue la lenta discesa dei contagi frutto delle restrizioni delle ultime settimane. Il cui effetto, con i primi allentamenti, sarebbe però in esaurimento: secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del CNR,  la discesa dei contagi “negli ultimi giorni rivela segnali iniziali di frenata”. E’ quanto porta alcuni virologi, come Galli e Crisanti a criticare la scelta frettolosa  del governo definendola “un rischio calcolato male”. 

I bauli tornano in piazza, dopo Milano è la volta di Roma

Lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sono tornati a protestare.

Piazza del Popolo a Roma si è riempita dei bauli, una protesta simile a quella che era stata organizzata in piazza del Duomo a Milano.

L’annuncio delle riaperture a partire dal prossimo 26 aprile non mette certo la parola fine alla crisi del settore, uno dei più trascurati durante tutta la pandemia.

Silvia Command è del direttivo Bauli in piazza, raggiunta dai nostri microfoni:

 

Piazza Selinunte, la banlieue più giovane e meticcia della città

(di Roberto Maggioni)

Attorno alle casse montate sotto la torre di piazza Selinunte ci sono soprattutto bambini. Giocano, ballano, qualcuno prende il microfono e fa freestyle. Alcuni anni fa a una festa come questa organizzata dal Centro sociale Cantiere un dodicenne col cappellino improvvisava un rap in modo piuttosto convincente, immortalato da un video che ora circola in rete. Quel bimbo era Amine Ezzaraoui, oggi conosciuto come Neima Ezza, il rapper del video che un a settimana fa ha portato la polizia a San Siro per disperdere l’assembramento dei suoi fan. Insieme a Rondo e Sacky è tra i più amati della Seven Zoo: così si chiama la crew rap delle case popolari di San Siro. Quello che vivono e vedono in questo quartiere, ora è nelle case di tutti gli altri milanesi grazie a quelle canzoni ascoltate dagli adolescenti milanesi. Mai nessuno come loro aveva saputo raccontare come si vive qui e arrivare ovunque senza filtri. Selinunte piazza giovane, questo è il quartiere più giovane e meticcio di Milano: il 19% degli abitanti ha meno di 18 anni e più della metà è di origine straniera. I cortili e i parchetti sono pieni di bambini che si rincorrono, giocano a calcio, girano a gruppetti. Si sta fuori più possibile perché “a casa non si sta bene” dicono. Le abitazioni sono distrutte dall’incuria della Regione Lombardia che ha abbandonato queste case di cui è proprietaria. Su un muro di via Zamagna c’è una scritta di fianco a una porta arrugginita e chiusa a catena: “questo era un asilo, è abbandonato da 30 anni”. Non sarebbe possibile in altre parti della città. La politica qui ha gettato nel degrado miglia di persone. “Ci sono due vie per lasciare tutto questo, quella facile e quella difficile” dice Neima nelle sue canzoni. La via facile porta quasi sempre in galera. Lui prova ad uscirne con la musica. 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 03/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 03-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 03/12 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 03-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 03/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 03/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 03/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 03-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di mercoledì 03/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 03-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di mercoledì 03/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 03-12-2025

  • PlayStop

    Cult di mercoledì 03/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: l'intervista di Barbara Sorrentini al regista Andrea Corsini per "FERINE" al Noir in Festival; l'opera in mostra alla Sala Alessi di Palazzo Marino quest'anno è un polittico dei fratelli Crivelli; Lella Costa introduce il progetto triennale del Teatro Carfcano su Alessandro Manzoni, a partire da un quiz-show con il pubblico, Roberto Festa intervista il poeta e scrittore svizzero Vanni Bianconi sul suo libro "Wahoo. Un'Odissea al contrario"...

    Cult - 03-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di mercoledì 03/12/2025

    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

    Pubblica - 03-12-2025

  • PlayStop

    Finanza e Industria, ecco chi ci porta alla guerra

    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    A come Asia di mercoledì 03/12/2025

    A cura di Diana Santini

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 03-12-2025

  • PlayStop

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI

    MILANESI BRAVA GENTE SPECIAL - MATTEO LIUZZI E TOMMASO BERTELLI - presentato da Francesco Tragni

    Note dell’autore - 03-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di mercoledì 03/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 03-12-2025

  • PlayStop

    L’inquietudine della provincia nel film “Ferine”, in concorso al Noir in Festival

    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

    Clip - 03-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di mercoledì 03/12/2025

    Paolo Bergamaschi, già Consigliere Politico Commissione Esteri Parlamento Europeo, analizza lo scontro Europa-Russia, tra minacce e timidi segnali di dialogo. Francesco Vignarca, ricercatore e analista della Rete Pace e Disarmo, racconta l'impatto del piano di riarmo sulla politica dell'Unione, trainato dall'industria e soprattutto dalla finanza. Le mobilitazioni dei lavoratori dell'Ilva non si fermeranno finché i patti non saranno rispettati, perché nessuno comprerà gli stabilimenti se non ci saranno prima degli interventi, come ci spiega Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil. Giulia Riva giornalista e nostra collaboratrice racconta la giornata internazionale delle persone con disabilità a partire dai dati sul lavoro dove le donne con disabilità sono ancora più penalizzate degli uomini (mentre in Lombardia le aziende preferiscono pagare 82 milioni di multe che assumere persone dalle categorie protette) e poi da atleta paralimpica lancia una sfida alla città di Milano che il lascito delle Olimpiadi invernali in partenza a febbraio sia almeno concretamente utile.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 03-12-2025

Adesso in diretta