Approfondimenti

Le nuove misure in vigore da lunedì, lo scontro Draghi-Salvini sul coprifuoco e le altre notizie della giornata

Salvini

Il racconto della giornata di mercoledì 21 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Via libera in CdM al nuovo decreto sulle misure anti-COVID in vigore da lunedì, ma la Lega di Matteo Salvini si è astenuta. Hanno vinto tutti, ma non gli studenti, mentre l’introduzione del green pass rischia di creare ulteriori disuguaglianze. La Commissione Europea ha presentato un nuovo progetto di regolamento dell’uso dell’Intelligenza Artificiale. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia e il punto sulle vaccinazioni.

Via libera alle nuove misure anti-COVID, ma la Lega si astiene dal voto

Poco fa è finito il Consiglio dei Ministri che doveva approvare il decreto sulle misure anti-COVID in vigore da lunedì prossimo. Tornano le zone gialle e riparte la ristorazione all’aperto anche di sera, ma nel governo si è discusso innanzitutto sul coprifuoco, date le pressioni arrivate dalla Lega e dalle Regioni per farlo iniziare alle 23. Alla fine si è deciso di mantenerlo dalle 22 e il partito di Matteo Salvini si è astenuto nel voto sul provvedimento.

Gli sconfitti delle riaperture sono gli studenti

(di Diana Santini)

Hanno vinto le Regioni, ha vinto Speranza, hanno vinto i ristoratori, i centri commerciali, la lobby delle estetiste. Ha vinto la prudenza, o forse la realtà. Ma di fatto gli unici veri sconfitti del grande giorno delle riaperture, gli studenti, non hanno nemmeno partecipato alla gara. Forse qualcuno tra loro ci aveva sperato, aveva accarezzato l’idea, nel paese che in Europa ha tenuto le scuole chiuse più a lungo nell’ultimo anno e mezzo, di fare un mese abbondante di scuola in presenza, quel che resta del secondo anno scolastico bruciato dalla pandemia. Giusto per conoscersi, e poi per salutarsi. D’altra parte il governo dei competenti si era presentato al Paese dichiarando a gran voce la priorità della scuola. Ma che i trasporti non fossero stati implementati lo sapevano anche le pensiline, e che la capienza massima sarebbe rimasta al 50% anche. Che in Italia ci siano classi dal 30 alunni non è un mistero, e se qualcuno ha notizia delle aule supplementari, delle lezioni nei teatri, delle assunzioni di personale per organizzare i turni, tutte cose di cui inutilmente abbiamo parlato per mesi, batta un colpo. E quindi è difficile oggi credere alla buona fede dell’annuncio fatto solo qualche giorno fa da Draghi, “riapriremo le scuole al 100%“: non poteva non dirlo, semplicemente perché intanto annunciava la riapertura di tutto il resto. Tanto, per fare retromarcia c’è sempre tempo, se non si è sfiorati dallo scrupolo di generare aspettative e speranze nella categoria più fragile, disorientata e penalizzata dalla pandemia, i ragazzi. Nessuno offrirà loro dei ristori, come a una tavola calda qualsiasi, perchè quello che hanno perso non di può quantificare. ma un presso ce l’ha, e lo pagheranno tutto loro.

Il green pass rischia di creare ulteriori disuguaglianze

(di Massimo Alberti)

Mobilità vigilata, ma non per tutti. Il cosiddetto green pass rischia di creare ulteriori diseguaglianze, se sarà confermato il meccanismo che circola nelle bozze. Tolti coloro che sono guariti dal covid, e che potranno certificarlo, per spostarsi tra regioni ancora in fascia rossa e arancione o andare all’estero servirà aver concluso il ciclo vaccinale. Ma la lentezza delle vaccinazioni, la carenza di dosi, significano che al momento essere vaccinati non è solo una scelta. Una parte dei cittadini quindi non si potrà muovere come gli altri, perché suo malgrado non avrà avuto ancora accesso al vaccino. Resta la possibilità di avere un tampone o un test negativo, ma qui il problema è duplice. Da un lato ancora di diseguaglianze. Perché se non si hanno sintomi per cui il medico di base richiede il tampone molecolare, ma in questo caso si è potenziali casi e non ci si può muovere, l’altra strada per un tampone è pagarlo, con costi che vanno dai 50 euro in poi. A meno di non chiamare il medico di base dichiarando sintomi che non ci sono per avere un tampone gratis. Dall’altro è un problema sanitario: e se una persona si contagia nei due giorni tra il test ed il certificato? Inoltre non tutti i test fai da te hanno la stessa affidabilità, alcuni arrivano al 60%, rischiando di far spostare persone potenzialmente positive. In attesa dei dettagli, Alto Adige e Val D’Aosta aprono un fronte col governo centrale annunciando che introdurranno da subito il pass. Che in alcuni paesi è già in vigore, come in Danimarca. Con una differenza sostanziale: la Danimarca ha uno dei tassi di infezione e di morti più bassi in Europa, e uno dei tassi più alti di vaccinazione. Al contrario dell’Italia, dove le riaperture – avvertono i modelli matematici – rischiano di coincidere con la ripresa della salita dei contagi ed alimentarla a loro volta.

I grandi quotidiani sono diventati i megafoni dei loro proprietari

(di Alessandro Giglioli)

Non so se questa mattina, 21 aprile, avete sfogliato i due maggiori quotidiani italiani, Corriere e Repubblica. Il Corriere della Sera aveva un’ampia intervista (una pagina intera) al suo proprietario, Urbano Cairo, contrario alla Super League. Cairo, lo sapete, è anche il proprietario del Torino calcio.
Repubblica invece aveva un’intervistona favorevole alla Super League e qui l’intervistato era il presidente della Juventus Andrea Agnelli, uno dei promotori del progetto. Gli Agnelli, lo sapete, sono i proprietari di Repubblica. [LEGGI L’EDITORIALE]

L’UE pronta a regolare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale

(di Marco Schiaffino)

In Europa servono leggi specifiche per regolare l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. A dirlo è la Commissione Europea, che in una conferenza stampa ha presentato un nuovo progetto di regolamento. Obiettivo: armonizzare le norme che regolano le applicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale nei paesi dell’UE, in modo che rispettino i diritti fondamentali e i valori dell’Unione.
I settori considerati spaziano dall’istruzione ai sistemi che saranno utilizzati sui veicoli a guida autonoma, con il rischio per le aziende che non si adegueranno alle prescrizioni di subire sanzioni che potranno arrivare fino al 6% del fatturato. Il capitolo più caldo, però, riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore della sicurezza nazionale e da parte delle forze di polizia. In particolare per i sistemi di riconoscimento facciale, che la commissione considera “ad alto rischio e soggetti a severi requisiti”.
La notizia arriva pochi giorni dopo che nel nostro paese il garante per la protezione dei dati ha stoppato il progetto di riconoscimento facciale Sari Real Time, che avrebbe permesso alla polizia italiana di eseguire una scansione in tempo reale in occasione di eventi e manifestazioni per individuare persone registrate come “potenzialmente pericolose”. Un’attività, ha spiegato il garante, che realizzerebbe, per come è progettato, una forma di sorveglianza indiscriminata di massa.
Proprio quello che ora la commissione europea spiega di voler impedire con la nuova proposta di regolamentazione. Il tema dell’uso dell’intelligenza artificiale, e in particolare del riconoscimento facciale, è oggetto di dibattito in molti paesi e in particolare negli Stati Uniti, dove gli attivisti per i diritti civili hanno già ottenuto moratorie per bloccarne l’uso in molti stati dell’unione. Ora si muove anche l’Europa.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi in Italia sono stati accertati 13.844 nuovi casi di coronavirus ed è risultato positivo il 4% delle persone che hanno fatto il tampone, percentuale stabile rispetto a ieri. 364 le morti comunicate. Continuano a diminuire i pazienti ricoverati, ma in terapia intensiva ce ne sono ancora 3.076.
Sempre oggi il Ministero della Salute ha diffuso una circolare sul vaccino Johnson & Johnson. Il testo dice che “è approvato a partire dai 18 anni di età”, ma dovrà essere “preferenzialmente somministrato” a chi ne ha più di 60. Un’indicazione identica a quella fornita per il vaccino di AstraZeneca. Per quanto riguarda la campagna nel complesso, ieri sono state fatte 300mila iniezioni, in linea con l’altro ieri. A oggi il 60% della fascia 70-80 anni e l’80% della fascia 60-70 non ha ancora visto una dose. In pratica si riapre con la maggioranza degli anziani che non ha avuto nemmeno la prima iniezione. Continua il mistero della categoria Altri: nè over qualcosa, né sanitari, né forze armate, né fragili, né personale scolastico o ospedaliero non sanitario. Ieri ne sono stati vaccinati 2.700. In tutto siamo a 307mila e la curva di questa fascia è costante: 2-3.000 imbucati al giorno da inizio campagna.

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

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    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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    MAURIZIO DE GIOVANNI - L'OROLOGIAIO DI BREST - presentato da Cecilia Di Lieto

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    Sanità al verde, Garattini: "Serve una tassa sulla ricchezza"

    A Radio Popolare il farmacologo Silvio Garattini commenta l'aumento della sanità privata a discapito del pubblico e invoca scelte coraggiose. "È necessario un cambiamento radicale. Per finanziare il SSN serve una tassa sulla ricchezza e sugli extraprofitti. Chi ha ricevuto di più, ora deve dare indietro qualcosa alla società", dice il fondatore dell'Istituto Mario Negri ai microfoni di Mattia Guastafierro.

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