Approfondimenti

L’urgenza di interventi per la sicurezza sul lavoro, la resa dei conti all’interno della Lega e le altre notizie della giornata

draghi sindacati ANSA

Il racconto della giornata di martedì 28 settembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Quattro morti sul lavoro in Italia in 24 ore mentre il decreto sulla sicurezza promesso dal governo non riuscirà a risolvere i tanti problemi emersi negli ultimi anni. Che ruolo ha avuto Luca Morisi nell’ascesa e nel declino di Matteo Salvini? Facciamo una panoramica dal 2014 ad oggi nelle stesse ore in cui all’interno della Lega la resa dei conti si fa sempre più vicina. Giuseppe Conte, oggi a Milano per la campagna elettorale, fa sfoggio di moderatezza e pragmatismo e si lascia alle spalle il vecchio stile del Movimento 5 Stelle. Il nuovo rettore dell’università di Kabul ha ufficializzato che alle donne afghane non sarà permesso l’accesso allo studio o al lavoro. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Quattro morti sul lavoro in 24 ore. Cosa dice l’ispettorato nazionale del lavoro?

Jagdeep Singh, Emanuele Zanin, Valeriano Bottero, Leonardo Perna. Sono i nomi dei quattro lavoratori morti in un solo giorno in Italia. I primi due sono rimasti uccisi a Pieve Emanuele, in provincia di Milano. Avevano 42 e 46 anni. Dovevano rifornire un serbatoio in cui viene depositato azoto usato nei laboratori dell’università Humanitas. L’impianto ha il marchio di un’azienda esterna, la Sol, che a sua volta ha comunicato che i due uomini erano dipendenti di un’altra ditta, la Autotrasporti Pe. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, per ora senza persone indagate. L’ipotesi è che la tragedia sia stata causata da una perdita di azoto. Le altre due persone morte oggi sul lavoro sono il 52enne Valeriano Bottero, caduto da un’altezza di cinque metri mentre imbiancava una parete di un’azienda di lavorazione metalli a Loreggia, nel padovano, e il 72enne Leonardo Perna, precipitato da una scala dentro l’officina meccanica di cui era titolare a Nichelino, provincia di Torino. Il direttore di Radio popolare Sandro Gilioli ha intervistato il capo dell’ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano:


 

Nelle prossime settimane è atteso un decreto sulla sicurezza, di cui Mario Draghi ha parlato ieri coi sindacati. Tra gli annunci una banca dati nazionale delle sanzioni e un loro potenziamento, oltre a un’accelerazione nelle assunzioni degli ispettori.

Le tante promesse del governo sulla sicurezza sul lavoro

(di Massimo Alberti)

Certezza della pena e delle sanzioni, frammentazione di controlli e dati, pochi ispettori, assenza e ricatti ai rappresentanti per la sicurezza. Sono tanti i vuoti che le promesse del governo affrontano solo parzialmente. Capitolo ispettori. Tra Asl, ispettorato, Inail sono circa 7.000, che controllano meno dell’1% dei 6 milioni di imprese registrate. Il governo ne promette altri 2.000, peraltro già previsti dal Recovery Plan. Che vorrebbe dire a stento arrivare all’1% delle imprese. Ogni ente ha il suo database, e non si parlano. La banca dati unica quindi è ineludibile, già prevista dal Jobs Act e mai decollata. Ma resta il problema dei controlli: se si controlla solo 1 impresa su 100, figurarsi controllarla più volte e applicare la recidiva, che da quel che si capisce sarebbe la condizione per inasprire le sanzioni, che resterebbero sulla carta se poi non puoi farle rispettare. E nella sola edilizia, l’80% delle 10.000 aziende controllate l’anno scorso aveva irregolarità. Altro capitolo. Non ci sono dati su quante aziende non abbiano RLS, che sarebbero obbligatorie. Spesso combattute a colpi di sanzioni disciplinari, o spesso mai nominate nelle realtà più piccole, perché senza articolo 18 a mettersi contro l’azienda ci vuole coraggio. E qui non si interviene, come sulla parte penale dove le sentenze definitive sono rare: pesa la complessità delle indagini, la difficoltà di dimostrare responsabilità in processi dove la forza tra impresa e famiglie è impari. La prescrizione spesso fa il resto. In sede civile la morte di un operaio vale qualche centinaio di migliaia di euro ripagati dall’assicurazione. E la proposta di una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro, invece, è completamente ferma.

Conte sempre più lontano dal vecchio stile del Movimento 5 Stelle

(di Luigi Ambrosio)

Conte a Milano, per il momento, non ha fatto il bagno di folla come in tante piazze del sud ma l’appuntamento in pieno pomeriggio di un giorno lavorativo non aiuta. Vedremo stasera all’Arco della Pace se ci sarà il pienone.

Il giorno dopo l’esplosione del caso Morisi, con Salvini che si trova nel momento di più grande difficoltà della sua carriera politica, Conte avrebbe potuto anche affondare contro quello che è stato il suo peggior nemico, dopo la rottura del Papeete. Ricordiamo l’ostilità, quasi l’odio con cui si rivolgeva a Salvini. Oggi invece Conte ha fatto sfoggio di garantismo verso Morisi e di Salvini ha detto in sostanza “lasciamo è perdere questa storia, preoccupiamoci di confrontarci sulle politiche”.

Conte sta costruendo la sua immagine politica in vista delle elezioni del 2023, le amministrative sono un passaggio poco rilevante per lui, quello che importa è creare un profilo nuovo a se stesso e anche al Movimento 5 Stelle. 
E infatti il vecchio stile del Movimento non esiste più. Esiste un politico che fa sfoggio di moderatezza e pragmatismo:
”siamo per le cose concrete e per la differenza tra la politica con la P maiuscola e quella con la p minuscola che equivale alle chiacchiere”.
La stagione delle invettive e delle urla è archiviata o almeno così Conte vorrebbe. Trasformare il M5S non è semplice ma lui è forte della sua popolarità personale e le piazze lo applaudono. Magari serve far dimenticare qualcosa del passato come il governo con la Lega ma anche quando dice che il cashback e il 110% li ha fatti lui e non quelli di prima, il gioco gli riesce, gli applausi li prende. Anche se prima c’era sempre lui, col 5 Stelle e la Lega. Ma sono tempi lontani.

La resa dei conti interna tra Salvini e la Lega è sempre più vicina

(di Anna Bredice)

“Non si riparte dai salotti di Calenda”. Lo ha detto Matteo Salvini, confermando con le sue parole che la sfida con Giancarlo Giorgetti è ormai aperta, una sfida di linea politica e anche di leadership futura. Questo accade a pochi giorni dal voto e si vedrà se gli ultimi eventi avranno una ricaduta e di quanto sul potere che il capo della Lega ricopre nel partito. Le amministrative per la Lega assumono sempre di più l’inizio di una resa dei conti interna, tra Giorgetti e i governatori da un lato, che però in questa vicenda di Morisi si sono tenuti lontani, e dall’altra parte Salvini, che nella difesa del suo ex stratega della comunicazione d’attacco è apparso solo. “Un attacco gratuito a cinque giorni dal voto”, dice Salvini che nello stesso tempo però definisce Morisi come elemento che “non c’entra con il partito”. Un giudizio singolare per una persona che è stata centrale e insostituibile nella campagna di comunicazione degli ultimi anni.
Salvini liquida come “fantasy” la teoria di un complotto per sbarragli la strada verso Palazzo Chigi, candidarlo cioè a capo di una coalizione di centrodestra alle prossime politiche, uno scenario che sembrava naturale per lui fino a pochi mesi fa, ma che ora è diventato improbabile per la rivalità esterna con Giorgia Meloni, che gli ha tolto sempre più consensi, e quella interna con un’area saldamente governista e vicina a Mario Draghi.
Il capofila di questa area è Giorgetti, che si è spinto anche a criticare i candidati del centrodestra nelle due città principali, Milano e Roma. Giorgetti ha smentito subito, più per obbligo che per convinzione. E’ chiaro che nella prospettiva di una Lega moderata gli è più congeniale Calenda che candida Bertolaso come vice che Michetti scelto da Giorgia Meloni. I due ministri leghisti, Giorgetti e Garavaglia, si sono anche spinti a candidare già Draghi al Quirinale per arrivare al voto anticipato, certamente non per portare Salvini a Palazzo Chigi, ma per aprire subito la sfida alla nuova leadership di una Lega che dovrebbe essere meno sovranista, meno aggressiva e che non faccia paura soprattutto agli imprenditori del Nord.

Il ruolo di Luca Morisi nell’ascesa e nel declino di Salvini

(di Luigi Ambrosio)

La svolta nella carriera politica di Matteo Salvini avviene nel 2014. Quell’anno Salvini, fresco di nomina alla segreteria della Lega, si libera di tutte le forme tradizionali della comunicazione, compresa la amata Radio Padania e si affida completamente a uno sconosciuto compagno di partito, che è stato dirigente della Lega a Mantova, che si definisce “filosofo del Web” e che tiene un corso di comunicazione digitale all’università di Verona. E’ Luca Morisi. Salvini cambia, si trasforma. Archivia ogni riferimento anche estetico alla Lega di Bossi, alla Padania, al Nord. Abbandona la felpa con scritto Padania is not Italy, fa dimenticare i video in cui, boccale di birra in mano, cantava canzoni contro i napoletani. Si veste di blu, sposa il tricolore, e introduce in Italia il linguaggio della destra radicale europea e soprattutto statunitense. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

Kabul ufficializza lo stop all’università per le donne

(di Martina Stefanoni)

Mohammad Ashraf Ghairat ha 34 anni, è un talebano molto devoto alla linea dura del gruppo. Qualche tempo fa aveva definito le scuole del paese come “centri per la prostituzione”. Oggi, è il nuovo capo dell’Università di Kabul. Con la sua entrata in scena, per le donne afghane sfuma la già remota possibilità di proseguire i loro studi.
“Vi do la mia parola come rettore dell’università di Kabul”, ha scritto sul suo profilo Twitter (che poi è misteriosamente stato eliminato) “Fino a che un vero e proprio ambiente islamico non sarà garantito ovunque e per tutti, alle donne non sarà permesso andare all’università o al lavoro. Prima l’Islam”. Per quanto tremenda sia questa affermazione, ancora una volta, non deve sorprendere. Giorno dopo giorno, le notizie che arrivano dall’Afghanistan avvicinano sempre più il paese di oggi, a quello degli anni ’90. Le dichiarazioni dei talebani continuano ad evocare una sorta di temporaneità, ma senza mai indicare un momento in cui le donne potranno riappropriarsi dei loro diritti. La lettura fra le righe dei loro proclami dà la risposta: finché comandiamo noi, mai. La comunicazione dei talebani potrà anche essere cambiata, ma loro no. Ed è ormai inutile continuare a stupirsene.

La vera storia delle giovani afghane in minigonna

(di Simonetta Poltronieri)

Tre donne afghane camminano insieme per le strade di Kabul indossando delle minigonne. Fotografia di un istante, in bianco e nero, semplice ma d’impatto. Su Internet e sui social network questa foto è stata condivisa ed è diventata virale quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan lo scorso agosto. Veniva spesso contrapposta ad altre foto. Come un prima e un dopo. Prima, l’emancipazione femminile. Dopo, l’oppressione dei talebani. Anche se si potrebbe pensare a un fotomontaggio, la foto è autentica ma mostra solo una prospettiva, una storia. Lo ha raccontato a Le Monde proprio l’autrice dello scatto, la fotografa francese Laurence Brun. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio domenica 31/08 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 31-08-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/09 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 31/08/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 31-08-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 01/08/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-08-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Reggae Radio Station di domenica 31/08/2025

    A ritmo di Reggae Reggae Radio Station accompagna discretamente l’ascoltatore in un viaggio attraverso le svariate sonorità della Reggae Music e sicuramente contribuisce non poco alla diffusione della musica e della cultura reggae nel nostro paese. Ogni domenica dalle 23.45 fino alle 5.30 del lunedì mattina, conduce Vito War.

    Reggae Radio Station - 31-08-2025

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 31/08/2025

    In onda dal 2001, Prospettive Musicali esplora espressioni musicali poco rappresentate. Non è un programma di genere, non è un programma di novità discografiche, non è un programma di classici dell’underground, non è un programma di gruppi emergenti. Ma è un po’ tutte queste cose mischiate insieme dal gusto personale dei conduttori. Ad alternarsi in onda e alla scelta delle musiche sono Gigi Longo e Fabio Barbieri, con un’incursione annuale di Alessandro Achilli che è stato uno storico conduttore del programma.

    Prospettive Musicali - 31-08-2025

  • PlayStop

    News della notte di domenica 31/08/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 31-08-2025

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 31/08/2025

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 31-08-2025

  • PlayStop

    Riverberi di domenica 31/08/2025

    Il Riverbero è un effetto sonoro che è creato dalla riflessione/interazione tra un suono e ambiente. Nello stesso modo si generano pratiche musicali quando persone di seconda generazione interagiscono con il loro ambiente. Riverberi è uno sguardo sui dj che stanno plasmando la scena notturna italiana portando con se suoni lontani che riverberano nella loro musica.

    Riverberi - 31-08-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di domenica 31/08/2025 delle 19:49

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 31-08-2025

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 31/08/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 16, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 31-08-2025

  • PlayStop

    La bella canzone di una volta di domenica 31/08/2025

    Lo sentiamo dire ogni estate "quest'anno c'è tutta musica brutta. Una volta si che c'era la musica bella". Ma cosa c'era davvero nella top ten una volta? Carlo Centemeri ed Emiliano Longo vanno, scientificamente, a percorrere un anno per decade (quest'anno 1965, 1975, 1985, 1995, 2005) e ci raccontano, settimana per settimana, la top ten delle canzoni più vendute di quell'estate, quelle che sono durate un'estate e quelle che sono arrivate fino a oggi Con Carlo Centemeri, nel ruolo del conduttore ed Emiliano Longo, nel ruolo del prof. Con la partecipazione straordinaria di Sonia Colombo, nel ruolo della valletta invisibile.

    La bella canzone di una volta - 31-08-2025

  • PlayStop

    Cosmic di domenica 31/08/2025

    Un titolo che richiama i primi lanci spaziali, vecchi film di fantascienza in bianco e nero, e ingenui giocattoli di latta futuristici, che in questa occasione viene usato per un viaggio musicale a velocità elevatissima, attraverso uno spazio-tempo remoto condotto senza nostalgismo e utilizzando lontani brani musicali: beat, rock’n’ roll, garage, rhythm & blues, surf, boogaloo; scelti spesso tra i più sconosciuti, assurdi e curiosi, e qui provocatoriamente presentati da Bob Scotti come una estemporanea via di fuga dall’ordinarietà del gusto corrente. In onda ogni domenica dalle 15.35 alle 16:30

    Cosmic - 31-08-2025

  • PlayStop

    Puntata di domenica 31/08/2025

    Il meglio della festa di Radio Popolare, All You Need Is Pop del 6, 7 e 8 giugno 2025

    All you need is pop 2025 - 31-08-2025

Adesso in diretta