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A Milano sfilano centomila antifascisti, Mattarella a Boves, l’addio a Harry Belafonte e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 25 aprile 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Milano, 25 aprile 2023. Centomila persone in piazza: è il corteo della Liberazione più partecipato e sentito da quasi vent’anni. Il presidente della Repubblica Mattarella oggi era a Boves e ha spiegato ancora una volta che la Costituzione è antifascista. Ancora sbarchi a Lampedusa, l’hotspot è ormai al collasso. In Sudan le Nazioni Unite definiscono “critica” la carenza di cibo, acqua e medicinali dopo dieci giorni di combattimenti tra l’esercito e le forze paramilitari. La tregua di 72 ore annunciata ieri dal segretario di stato americano Antony Blinken non ha retto. Addio a Harry Belafonte, icona della musica e dei diritti civili.

E’ stato il 25 aprile più partecipato dal lontano 1994

100mila persone in piazza, probabilmente il 25 aprile più partecipato dal lontano 1994. Mentre il presidente Mattarella da Cuneo ricordava ancora una volta la matrice fondante della resistenza e la natura antifascista della Costituzione, oggi a Milano, nel primo anniversario della Liberazione con la destra al governo, un lunghissimo corteo ha sfilato per la città.

(di Claudio Jampaglia)

Così Milano ha risposto all’estrema destra al potere

(di Sandro Gilioli)

Si chiamano anticorpi della democrazia. Sì chiama tessuto sociale, attivismo, associazionismo, partecipazione.
È così che Milano ha risposto all’estrema destra al potere: con quel corpo fondamentale della democrazia che è la partecipazione attiva. Che si misura dai numeri certo (e in corteo eravamo tantissimi) ma anche nel suo spirito, nella sua determinazione a non lasciarsi calpestare. E non lasciare che sia calpestato l’antifascismo, il terreno in cui è nata la Costituzione.
Vinte le elezioni (democraticamente ma anche un po’ fortuitamente grazie all’astensione e a una folle legge elettorale) l’estrema destra al potere ha iniziato a comportarsi con l’arroganza e la boria di chi pensa di avere in mano il Paese, di poterne dettare incondizionatamente il futuro e addirittura riscriverne il passato.
Non è così e non sarà così.
Non sarà così finché ci sarà la Carta scritta dai Costituenti.
Non sarà così finché al Quirinale ci sarà Mattarella.
Ma non sarà così soprattutto finché esiste il tessuto sociale che si è visto in piazza a Milano. Finché esistono solidi e radicati anticorpi della democrazia, sentiti e praticati da così tante persone.
Oggi noi antifascisti e antifasciste abbiamo meno paura di ieri.

Il presidente della Repubblica Mattarella a Boves

Negli stessi minuti in cui piazza del Duomo era gremita al termine del corteo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era a Boves, teatro di uno dei primi eccidi nazisti in Italia. Poco prima a Cuneo aveva pronunciato un lungo e denso discorso su resistenza e Costituzione

(di Luigi Ambrosio)

Cuneo ha accolto Mattarella come si accoglie un familiare in un giorno di festa.
E come una, anzi la personalità politica popolare oggi in Italia. Popolare quando si ferma a firmare la copia della Costituzione alla bambina che gli chiedeva l’autografo. Perché più volte alla domanda “cosa rappresenta per te” la risposta è stata “è come un papà”.
L’istituzione che ha tenuto corso il Paese ai tempi del Covid e l’Istituzione che riafferma i fondamenti oggi, tempi difficili per altri motivi.
“Farà un discorso moderato”, prevedeva qualche analista. Invece nella città di Duccio Galimberti, Mattarella ha scandito parole appassionate: “Se mai avversari della libertà dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti”. Era quello che le persone arrivate a salutarlo volevano sentirsi dire. Per placare più di una preoccupazione.
A Cuneo, a Boves, a Borgo San Dalmazzo il Presidente della Repubblica ha compiuto gesti e ha pronunciato parole che non ammettono replica. Parole che nessun leader politico, oggi, sa pronunciare così.

L’hotspot di contrada Imbriacola è al collasso

Altri 80 migranti su tre barchini sono stati soccorsi al largo di Lampedusa. Salgono così a 17 gli sbarchi avvenuti nelle ultime 24 ore. L’hotspot di contrada Imbriacola è al collasso con 2400 persone, a fronte di una capienza di 400 posti.
Oggi pomeriggio visita-lampo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che prima di ripartire per Roma ha annunciato l’istituzione di un’ennesima task force, un ufficio del ministero, che si occupi della gestione dell’emergenza a Lampedusa.
Negli ultimi giorni sono stati segnalati quattro naufragi al largo dell’isola, con due morti accertate e una ventina di dispersi.

È morto Harry Belafonte

Icona della musica e dei diritti civili. È morto a 96 anni Harry Belafonte. Cantante, attore, attivista, i suoi successi contribuirono a rompere le barriere della segregazione razziale negli Stati Uniti. Sentiamo Marcello Lorrai

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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