Approfondimenti

L’offensiva russa si concentra nel sud dell’Ucraina, il discorso di Draghi in Parlamento e le altre notizie della giornata

Mariupol ANSA (guerra in Ucraina)

Il racconto della giornata di martedì 22 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel ventisettesimo giorno di guerra in Ucraina, i combattimenti sono in corso in gran parte del Paese. Il grosso dell’offensiva russa si sta concentrando a sud sul Mar Nero, mentre sul fronte diplomatico si continua a parlare di piccoli progressi. Oggi il presidente dell’Ucraina Zelensky si è rivolto al Parlamento italiano, ma a fare il discorso più enfatico è stato Mario Draghi, che ha assicurato come l’Italia lavorerà affinché l’Ucraina entri nell’Unione Europea e si impegnerà a sostenere le sanzioni e offrire il proprio aiuto, anche militare. Nel quarto trimestre del 2021 i contratti da lavoro dipendente sono aumentati di 229mila unità rispetto al trimestre precedente, ma a crescere sono in misura sempre maggiore i contratti a termine. In Corsica la tensione è tornata altissima dopo la morte di Yvan Colonna, l’indipendentista strangolato in carcere ad Arles il 2 marzo scorso. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’offensiva russa si concentra a sud sul Mar Nero

Combattimenti sono in corso in gran parte dell’Ucraina. Nella regione di Kiev le truppe russe stanno cercando di superare il fiume Irpin. Si combatte a Gostomel e Irpin. È stata colpita anche la capitale Kiev, con un drone russo che ha bombardato un istituto scientifico. Fonti ucraine riportano che c’è stata una vittima.
A Makarov, poco distante da Kiev, è stato distrutto uno stabilimento farmaceutico.
Ad Est, nella regione di Luhansk, poco fa gli ucraini hanno comunicato che è stato colpito un ospedale pediatrico, ora in fiamme. Al momento non si sa se ci sono vittime e se la struttura era ancora funzionante o era stata evacuata.
Il grosso dell’offensiva russa si sta concentrando a sud sul Mar Nero. A Mykolaiv le truppe russe hanno colpito il porto. A Mariupol si combatte in prossimità del centro, dove sono ancora presenti i carri armati ucraini della brigata Azov. Oggi la città è stata bombardata anche dal cielo. Secondo fonti ucraine sarebbero ancora 200mila le persone intrappolate nella città assediata. Mariupol è una città chiave per il Cremlino, conquistarla significherebbe unire la parte est, il Donbass, al sud dell’Ucraina. Non solo il mare di Azov, già sotto il controllo russo, ma anche il Mar Nero. Da quello che accadrà a Mariuopol e Mykolayv dipende anche il futuro di Odessa, dove oggi per diverse ore è entrata in funzione la contraerea ucraina. A Odessa abbiamo raggiunto il nostro collaboratore Sabato Angeri:

Sul fronte diplomatico oggi il segretario generale dell’Onu Guterres ha dichiarato “da miei contatti emergono elementi di progresso diplomatico” e ha aggiunto che “c’è abbastanza sul tavolo per cessare le ostilità e negoziare”. Di progressi due gioni fa aveva parlato anche il mediatore Turco, il Ministro degli Esteri Cavusoglu. Da Kiev Zelensky oggi si è detto disposto a discutere con Putin dello statuto del Donbass e delle Crimea ma “qualsiasi accordo di pace”, ha aggiunto, “deve essere sottoposto a referendum”.
Il portavoce del Cremlino Peskov ha risposto che “l’Ucraina in quanto stato sovrano ha le sue procedure, ma non è auspicabile ritardare il negoziato”. Dunque il nodo principale da sciogliere resta lo status del Donbass e della Crimea. Infine oggi Zelensky ha avuto anche una lunga telefonata con Papa Bergoglio e gli ha chiesto, in sintesi, di adoperarsi per una mediazione con Mosca.

Draghi anima la discussione in Parlamento dopo l’intervento di Zelensky

(di Anna Bredice)

Più che Zelensky è stato Draghi ad animare con il suo intervento la discussione in Parlamento sulla guerra in Ucraina. Quell’accenno fatto da Draghi al massacro in Ucraina da fermare con tutti gli aiuti, anche militari, ha riproposto tra i partiti la divisione già vista in questi giorni, con Salvini che un minuto dopo già dichiarava di stare dalla parte del Papa, di odiare le armi e di volere la pace. Parole indirizzate a chi forse ha poca memoria, visto che dell’uso delle armi per legittima difesa Salvini ne ha sempre fatto una battaglia.
Draghi ha preso la parola subito dopo Zelensky con un discorso più enfatico di quello del presidente ucraino. È stato Draghi, ad esempio, a parlare di resistenza, una resistenza eroica. L’Italia è con voi, ha detto, ma con due punti essenziali. L’Italia lavorerà affinché l’Ucraina entri nell’Unione Europea, sosterrà le sanzioni e offrirà il suo aiuto, anche militare. Non ha detto nulla di più sulle armi, del resto è in programma nei prossimi giorni un vertice Nato al Consiglio europeo, ma il passaggio è stato chiaro ed è quello che poi ha riaperto la discussione, anche in vista dell’approvazione definitiva in Senato del decreto sull’invio delle armi. Erano tanti gli assenti nell’Aula di Montecitorio, circa 300, in gran parte parlamentari che non hanno motivato in nessun modo l’assenza. Una ventina quelli invece contrari alla presenza di Zelensky. Sono quelli che nei commenti apparivano quasi delusi dalla pacatezza del suo discorso. Si è ridimensionato nel suo show, ha detto una ex grillina. I leader dei partiti hanno sottolineato quell’appello alla pace fatto da Zelensky e la dignità del suo discorso con sollievo, forse nel tentativo di aprire una strada diplomatica, magari con l’aiuto del Papa.

I nuovi contratti da lavoro dipendente sono sempre più brevi

Nel quarto trimestre del 2021, rispetto al trimestre precedente, i contratti da lavoro dipendente sono aumentati di 229mila unità rispetto al trimestre precedente. Il saldo è positivo anche raffrontato a un anno fa. Il problema, non nuovo, è che a crescere sono in misura sempre maggiore i contratti a termine. E tra quelli attivati nel quarto trimestre 4 su dieci hanno una durata di meno di un mese. Lele Liguori ne ha parlato con Domenico Tambasco, avvocato del lavoro:


 

Alta tensione in Corsica dopo la morte di Yvan Colonna

(di Luisa Nannipieri)

L’indipendentista corso Yvan Colonna è morto lunedì sera a Marsiglia, dopo tre settimane di coma. Il 2 marzo scorso era stato aggredito nel carcere di massima sicurezza di Arles, dove scontava l’ergastolo, da un suo co-detenuto che lo ha strangolato mandandolo in arresto cardiaco.
La notizia aveva provocato manifestazioni e scontri in tutta la Corsica, costringendo il Ministro dell’Interno a un viaggio sull’isola in pieno periodo pre-elettorale. Per cercare di calmare le acque, Darmanin si è spinto fino a rimettere sul tavolo l’annosa questione dell’autonomia.
Per lo Stato francese Yvan Colonna, che aveva 61 anni, era senza ombra di dubbio l’assassino del prefetto Claude Erignac. Condannato in tre processi successivi, è stato identificato come l’uomo che la sera del 6 febbraio 1998 sparò tre colpi alla schiena e alla testa del prefetto nel centro di Ajaccio. Ma per i corsi, Yvan, che si è sempre dichiarato innocente, era un prigioniero politico e un’icona. Un simbolo contro un potere ingiusto e prevaricatore che ne aveva fatto un capro espiatorio. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono tornati intorno a quota centomila i casi giornalieri di COVID in Italia. Nelle ultime 24 ore sono stati poco più di 96mila. I decessi registrati sono stati 197. Cresce il numero delle persone attualmente positive in Italia, circa 1 milione e 200mila. Stabili le terapie intensive, in aumento i ricoveri oprdinari. Oggi l’OMS, per bocca del suo direttore europeo Hans Kluge, ha detto che diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, hanno revocato troppo “brutalmente” le loro misure anti-COVID e si trovano adesso di fronte ad un forte aumento dei casi legati alla sub variante BA2 di Omicron.

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    San Siro, Scavuzzo: “Se passano emendamenti sostanziali rischia di saltare tutto”

    Dopo che la Giunta del Comune di Milano ha licenziato la delibera per la vendita dello stadio di San Siro, la palla ora passa al Consiglio comunale, che dovrà votare il provvedimento giovedì 25 settembre, e non più il 29. Nonostante sia possibile presentare emendamenti al testo, per la giunta il documento è immodificabile: “È frutto di un lavoro che ha gli elementi essenziali del contratto, una cosa molto tecnica ma anche politica”, ha detto ai nostri microfoni la vicesindaca Anna Scavuzzo. Nel caso di un emendamento di sostanza votato dalla maggioranza dei consiglieri, infatti, “le squadre potranno rigettare l’intera proposta”. Una sorta di prendere o lasciare per i consiglieri comunali. Secondo la vicesindaca Scavuzzo, dopo due mesi di confronto e dopo le modifiche alla versione di luglio, adesso “si chiude”. L’intervista integrale di Luigi Ambrosio nella nostra trasmissione “L’Orizzonte”.

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    Esteri di giovedì 18/09/2025

    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

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    Il drammaturgo Christopher Adams vince il Premio Annoni sfidando gli stereotipi della mascolinità

    Venison è il testo teatrale che si è aggiudicato il Premio Annoni per la Drammaturgia LGBTQ+ 2025 nella sezione in lingua inglese. Il suo autore, il drammaturgo angloamericano Christopher Adams, porta sulla scena una storia d'amore queer fra due giovani uomini, le cui vicissitudini professionali finiscono per scatenare dinamiche di competizione e predominio, tipiche di una mascolinità stereotipata. Il testo li consegna a una specie di resa dei conti nel cuore di una foresta, vicino a un capanno da caccia. Lo abbiamo intervistato mentre, a Londra, era appena uscito da un corso di tip tap. L'intervista di Ira Rubini.

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