Approfondimenti

La lettera di Meloni ai giovani di Fratelli d’Italia, il conto alla rovescia in Francia e le altre notizie della giornata

Giorgia Meloni Magistrati ANSA

Il racconto della giornata di martedì 2 luglio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Da Khan Younis si scappa di nuovo. Più di 250mila persone costrette a fuggire per l’ennesima volta dalla città nel sud della Striscia di Gaza. “Non c’è spazio tra noi per posizioni razziste e antisemite, chi non lo capisce è fuori da Fratelli d’Italia”: Giorgia Meloni striglia giovani e dirigenti del suo partito. Arrestato il titolare dell’azienda agricola in cui lavorava Satnam Singh: è accusato di omicidio doloso. Oggi Zelensky ha accolto a Kyiv Viktor Orban nella prima visita del premier ungherese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Come richiede la Costituzione, per arrivare al referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata occorrono 500 mila firme oppure le delibere di 5 consigli regionali. Il Fronte Repubblicano in Francia non è morto come da anni affermano politici e politologi.

Il messaggio di Meloni ai giovani e ai dirigenti di Fratelli d’Italia (ma anche a Bruxelles)

“Abbiamo già fatto i conti col ventennio, non c’è spazio tra noi per posizioni razziste e antisemite”. Giorgia Meloni si rivolge così in un lettera ai dirigenti del suo partito, tornando sull’inchiesta di Fanpage che ha documentato tra i giovani di Fratelli d’Italia l’adesione a questo genere di posizioni. Oggi c’è stata una riunione della commissione parlamentare contro l’antisemitismo, che ha deciso all’unanimità di acquisire quei filmati. L’intervento di Meloni, mai così esplicito su questi temi in passato, è dunque una risposta a questa decisione della commissione Segre. Ma guarda anche a Bruxelles, dove la leader di Fratelli d’Italia vuole accreditarsi nel campo della destra moderata e responsabile.

(di Anna Bredice)

Nel giorno in cui si riunisce la commissione Segre che ha deciso di acquisire tutti i filmati di Fanpage, Giorgia Meloni rende pubblica una lunga lettera rivolta non solo ai giovani del partito, ma a tutti i dirigenti di Fratelli d’Italia. “Non c’è spazio nel partito per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio, aggiunge, per i nostalgici dei totalitarismi o manifestazioni di stupido folklore”. Una lettera dai toni molto duri nei confronti dell’area giovanile e il via libera alle espulsioni e alle sospensioni dei militanti ripresi nei video. È un messaggio a tutti, compresi i suoi parlamentari più vicini, a cui chiede di condannare come lei definitivamente il fascismo, anche se Meloni manca di dire una parola e cioè di essere antifascista. Per due volte nella lettera ripete che non c’è spazio nel partito per chi crede che esista una immagine pubblica di Fratelli d’Italia che non corrisponda ai comportamenti privati. Se è così, dice, il posto non è questo.
Senza fare congressi, dopo giorni di silenzio, anzi con la prima reazione di attacco a Fanpage, quella di oggi è una sorta di Fiuggi per Giorgia Meloni, che forse dovrebbe valere anche per chi è la seconda carica dello Stato, per La Russa che più volte è inciampato nelle nostalgie del passato. “Guardare in avanti”, dice la presidente del Consiglio che ricorda che già anni fa aderì alla risoluzione del Parlamento europeo che condannava tutte le dittature. Nella lettera nessun vittimismo, o almeno lo mantiene ai minimi termini. La dittatura e i totalitarismi ai quali si riferisce sono quelli fascisti e li ripudia, chiedendo ai suoi di fare lo stesso. Nella lettera per due volte parla di partito conservatore, di un movimento conservatore ed è probabile che questa lunga missiva sia un segnale che deve arrivare anche a Bruxelles, di un posizionamento non nell’estrema destra, ma la scelta di rimanere nell’area dei conservatori liberali mettendosene a capo, come vorrebbe Forza Italia, e forse anche Von der Leyen.

Quasi 2 milioni di persone sfollate nella Striscia di Gaza

A Gaza si continua a combattere nel sud e nel nord. Bombardamenti hanno colpito nuovamente Rafah e Gaza City, e nelle ultime 24 ore sono state uccise almeno 25 persone. A quasi nove mesi dall’inizio del conflitto i morti nella striscia sono ormai 38mila. Chi non è stato ucciso, lotta da mesi con la fame, la sete e le malattie. 1,9 milioni di persone secondo le Nazioni Unite sono ormai sfollate nella Striscia. Secondo l’esercito israeliano la gran parte di questi si trovano ad Al Mawasi, un campo sfollati sulla costa di Khan Younis definito da Israele come una zona umanitaria, ma dove si registra la concentrazione di fame e sete più alta del pianeta. E proprio verso Al Mawasi sono dirette anche le oltre 250mila persone che da ieri sera sono state costrette ad evacuare da Khan Younis per ordine dello stesso esercito. Tra loro c’è anche Sami Abuomar che era tornato a Khan Younis un paio di mesi fa, dopo essere scappato da Rafah e che ora, deve nuovamente ricominciare. Questo è il racconto che ci ha mandato:


 

La prima visita di Orban a Kyiv dall’invasione russa

(di Emanuele Valenti)

Oggi Zelensky ha accolto a Kyiv Viktor Orban. Una visita a sorpresa, soprattutto perché il primo ministro ungherese è il principale alleato di Putin in Europa.
Non è solo la prima volta che Viktor Orban va a Kyiv dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La visita a Zelensky è anche la primissima cosa che il premier ungherese ha fatto da quando Budapest ha la presidenza di turno dell’Unione Europea, ieri.
Orban non ha voltato le spalle a Putin – oggi ha detto a Zelensky che dovrebbe pensare a un cessate il fuoco a breve, per arrivare a un negoziato di pace. Proprio mentre il presidente ucraino chiedeva per l’ennesima volta più armi per fermare i russi su tutto il fronte est.
E in questi anni i due si sono attaccati più volte. Orban sta facendo il vero politico e sta tenendo il piede in due scarpe. Impensabile uscire dall’Unione Europea e tantomeno dalla NATO. Anzi, rimanendo al loro interno e negoziando – un paese può bloccare le decisioni da prendere all’unanimità – può solo trarne vantaggio.
La visita a Zelensky era quasi obbligata, visto il suo ruolo istituzionale.
Orban non ha bloccato l’avvio dei negoziati per l’adesione di Kyiv all’Unione Europea, nemmeno il supporto militare della NATO a Zelensky, ma ha ottenuto di potersi sfilare diverse volte, così come di poter importare il petrolio russo.
Oltretutto la visita in Ucraina arriva dopo una lunga trattativa con Kyiv sui diritti dell’importante minoranza ungherese nell’Ucraina occidentale. Quanto successo oggi non avrà impatto sulla crisi ucraina, racconta molto di più del primo ministro ungherese.

Francia, la cultura della desistenza contro l’estrema destra al potere

Sulla carta il Fronte Repubblicano in Francia ha tenuto. Domenica, nel ballottaggio, ci sarà un unico candidato contro l’estrema destra nella maggior parte dei seggi. Le registrazioni si sono chiuse stasera.

(di Chawki Senouci)

Il Fronte Repubblicano non è morto come da anni affermano politici e politologi. Ha funzionato la cultura della desistenza per impedire all’estrema destra di prendere il controllo del parlamento.
Per non annegare nel mare dei numeri ne daremo pochi. Dopo il primo turno un dato in particolare terrorizzava le sinistre e il campo macronista: 306 triangolari che rischiavano di trasformarsi in altrettanti seggi per i lepenisti. Questa sera il numero dei triangolari è ridotto a un terzo grazie in particolare al ritiro in massa dei deputati della Gauche.
L’altro dato importante è che nei triangolari i lepenisti sono in testa in 155 collegi. Bene, questa sera in 151 collegi ha funzionato il fronte repubblicano. Per l’estrema destra quindi, la battaglia per ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi è ora molto più difficile e la strada in salita.
Domenica prossima gli elettori del fronte popolari, turandosi il naso, voteranno per il candidato di Macron, cioè del presidente che loro hanno combattuto con scioperi e manifestazioni per protestare contro le sue riforme ultra liberiste. Sull’altra sponda le consegne di voto non sono sempre rispettate. Pur di non vedere le sinistre al governo una fetta degli elettori del campo macronista sarebbe pronta a consegnare la Francia agli eredi del regime di Vichy. Dunque ha funzionato il Fronte Repubblicano ma non basta. Ci vuole una forte partecipazione. Per sperare in un grosso risultato il Fronte Popolare dovrebbe da domani chiedere ai progressisti di andare a votare in massa.

Il percorso verso il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata

È uno degli strumenti scelti dalle opposizioni per contrastare la destra di Giorgia Meloni: stiamo parlando del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

 Come richiede la Costituzione, per arrivare al referendum occorrono 500 mila firme oppure le delibere di 5 consigli regionali.


Le regioni del centrosinistra che potrebbero proporre il referendum ci sono: Toscana e Puglia, Campania, Sardegna ed Emilia Romagna. Nei prossimi giorni si dovrebbe arrivare alle convocazioni dei consigli regionali e alle delibere con la richiesta di referendum.


Come dicevamo, l’abrogazione della legge Calderoli è uno degli obiettivi della campagna delle forze di opposizione contro il governo Meloni. Lo hanno ribadito ieri a Bologna i leader del centrosinistra: da Schlein a Conte, da

 Fratoianni al radicale Maggi e a Rifondazione comunista. A Bologna è stata confermata la difesa della Costituzione contro il premierato, il rilancio della sanità e della scuola pubbliche contro i modelli privatistici di cura e istruzione.

 Qual è il giudizio su questo percorso di Rosy Bindi, memoria storica del centrosinistra, già presidente del Pd?


 

Satnam Singh, arrestato il titolare dell’azienda agricola Antonio Lovato

“Una condotta disumana, lesiva dei più basilari doveri di solidarietà, ma soprattutto una condotta consapevole delle sue conseguenze implicite: la morte, cioè di Satnam Singh”. Con queste motivazioni il giudice per le indagini preliminari di Latina ha chiesto oggi l’arresto di Antonio Lovato, il titolare dell’azienda agricola dove Singh lavorava. Dopo l’autopsia, il capo di imputazione a carico dell’uomo è stato cambiato, da omicidio colposo a doloso. Secondo il giudice, Lovato, pur conscio che questo avrebbe potuto provocare la morte del bracciante, ha rifiutato di chiamare i soccorsi, provocandone la morte per dissanguamento. Quel sangue che, sempre secondo l’ordinanza, si è affrettato a pulire non appena scaricati l’uomo semiincosciente e il suo braccio davanti alla baracca in cui viveva. Angelo Mastrandrea, giornalista del manifesto autore di una inchiesta sull’agropontino:


 

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 01/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 01/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 01/12/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    From Genesis To Revelation di martedì 02/12/2025

    "From Genesis to Revelation" è una trasmissione radiofonica dedicata al rock-progressive, attiva regolarmente dal 1999. Condotta da Renato Scuffietti e Matthias Scheller, offre un'ora settimanale di musica prog, spaziando dai grandi classici dei seventies al newprog e al prog sinfonico, con interviste, recensioni e monografie sui sottogeneri. Nata come un hobby, è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati del genere.

    From Genesis To Revelation - 01-12-2025

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 01/12/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 01-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 01/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 01-12-2025

  • PlayStop

    Il Suggeritore Night Live di lunedì 01/12/2025

    Il Suggeritore Night Live, ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 dall’Auditorium Demetrio Stratos, è un night talk-show con ospiti dello spettacolo dal vivo che raccontano e mostrano estratti dei loro lavori. Gli ascoltatori possono partecipare come pubblico in studio a partire dalle 21.00. E spesso, il Suggeritore NL vi propone serate speciali di stand up, slam poetry, letture di drammaturgia contemporanea, imprò teatrale. Vi aspettiamo!

    Il Suggeritore Night Live - 01-12-2025

  • PlayStop

    Jailhouse Rock di lunedì 01/12/2025

    "Jailhouse Rock", trasmissione di Radio Popolare e Popolare Network, esplora il legame tra musica e carcere. Ogni lunedì dalle 20.30 alle 21.30, a cura di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, il programma include storie e suoni dal mondo delle prigioni, con la partecipazione di detenuti dei carceri di Rebibbia e Bollate che realizzano un Giornale Radio dal Carcere e cover di artisti. Scopri di più su http://www.jailhouserock.it/ e https://www.facebook.com/Jailhouse-Rock-451755678297925/

    Jailhouse Rock - 01-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di lunedì 01/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 01-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di lunedì 01/12/2025

    1) La linea della morte. A Gaza nonostante il cessate il fuoco ogni giorno i palestinesi vengono uccisi per aver oltrepassato la linea gialla. Ma nessuno sa davvero dove si trova. (Giulio Cocchini - CESVI) 2) Netanyahu chiede la grazia al presidente Herzog. Se concessa, il premier israeliano porterebbe definitivamente a termine lo smantellamento dello stato di diritto. (Meron Rapoport - +972) 3) Guerra in Ucraina, Zelensky a Parigi cerca l’appoggio europeo nel pieno dello scandalo corruzione e delle pressioni statunitensi. (Francesco Giorgini) 4) La concretezza del cambiamento climatico. I morti per le inondazioni che hanno colpito il sud est asiatico sono più di mille e la popolazione chiede ai governi azioni più efficaci. (Alice Franchi) 5) Nessun accordo in vista. Trump parla al telefono con il leader venezuelano Maduro e gli offre un ultimatum, ma intanto chiude lo spazio aereo sopra il paese. (Alfredo Somoza) 6) Germania, migliaia di persone hanno manifestato contro la fondazione della nuova formazione giovanile di Afd. (Alessandro Ricci) 7) 70 anni fa il “no” più famoso di sempre. Il primo dicembre 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco, gesto simbolo della lotta degli afroamericani. (Roberto Festa)

    Esteri - 01-12-2025

  • PlayStop

    “Regole a Milano” sempre più spietate: i Delta V raccontano il nuovo album

    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di lunedì 01/12 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 01-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 01/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 01-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 01/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 01-12-2025

  • PlayStop

    Volume di lunedì 01/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 01-12-2025

Adesso in diretta