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I dubbi sul piano di pace elaborato dagli USA, la linea delle destre in Europa e le altre notizie della giornata

Joe Biden ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 3 giugno 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il piano di pace elaborato dagli Stati Uniti insieme ad Israele presentato venerdì scorso scontenta, soprattutto, Israele. Meloni non smentisce il contenuto degli attacchi al Quirinale perché è esattamente quello che dicono i suoi alleati in Europa. Fino a 13,5 milioni: è quanto potrebbe costare allo Stato il noleggio di una nave per trasferire i migranti nei centri per il rimpatrio in Albania. L’ex direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 175mila euro, cifra che Regione Lombardia aveva dovuto versare al padre di Eluana Englaro, Beppino, costretto a trasferire la figlia in una struttura in Friuli.

Il piano di pace elaborato dagli USA non convince Israele

La guerra in Medio Oriente. Il piano di pace elaborato dagli Stati Uniti insieme ad Israele presentato venerdì scorso scontenta, soprattutto, Israele. E in Israele i partiti di ultradestra che sostengono il governo Netaniahu in queste ore chiedono di respingere l’accordo e minacciano di fare cadere l’esecutivo. Per ora Netanyahu si è detto disponibile solo ad accettare la prima parte del piano, quella relativa a una breve tregua per il rilascio degli ostaggi. Hamas, da parte sua, chiede a Washington garanzie su un cessate il fuoco duraturo. Le posizioni sembrano dunque ancora molto distanti.

Le operazioni dell’esercito di Tel Aviv continuano comunque con il ritmo di sempre. Nelle ultime 24 ore nella striscia sono morte 40 persone, mentre il numero totale di vittime dall’inizio della guerra sfiora ormai le 36.500 unità. Poco fa è stata diffusa la notizia della morte di un altro ostaggio israeliano, rapito il 7 ottobre e deceduto durante la prigionia: Hamas ha detto che è morto in un raid israeliano, ma naturalmente non ci sono conferme. Tra ieri sera e oggi sono stati invece colpiti due campi profughi, Bureji e Nuseirat, e le città di Rafah e Khan Younis. Due vittime si segnalano anche in un raid a Nablus, in Cisgiordania. Fonti ospedaliere definiscono “oltre la catastrofe” la situazione nelle strutture sanitarie ancora esistenti. Oggi il servizio satellitare delle nazioni unite ha stimato che il 55% degli edifici esistenti a Gaza prima della guerra è distrutto o danneggiato. Gli aiuti non entrano o entrano col contagocce. Israele ha però deciso di riaprire al transito commerciale di beni il valico di Kerem Shalom, col risultato di un aumento esponenziale dei prezzi di tutti i prodotti nella striscia.

La linea delle destre sovraniste in Europa

(di Alessandro Principe)

“Le elezioni europee sono un’occasione irripetibile per sostituire lo spirito mondiale liberale progressista con un altro: un ordine mondiale sovranista dove le azioni degli Stati saranno determinate dai loro interessi nazionali e ogni nazione indipendente agirà secondo i propri interessi nazionali”, parola di Viktor Orban: il suo discorso al convegno mondiale dei conservatori del 24 aprile ha delineato un modello sovranista e una linea chiaramente e radicalmente contraria all’integrazione e all’Unione Europea.
Al convegno tra i conservatori di tutto il mondo hanno partecipato anche molti esponenti di spicco dei conservatori e riformisti, il gruppo europeo presieduto da Giorgia Meloni. Fidesz, il partito di Orban, ha chiesto di aderire proprio a questo gruppo, che ha recentemente accolto anche il partito francese di estrema destra guidato da Zemmour.
Gli attacchi leghisti alla sovranità europea non hanno solo l’obiettivo di colpire Mattarella, ma sono perfettamente coerenti con la linea delle destre in Europa. La campagna dei due gruppi, i conservatori presieduti proprio da Meloni, e Identità e democrazia, quello di Salvini e Marine Le Pen, ha come fulcro proprio il sovranismo, il rigetto dell’Europa per il risveglio della Nazione. Meloni non smentisce il contenuto degli attacchi al Quirinale perché è esattamente quello che dicono i suoi alleati in Europa. E che vorrebbero portare avanti in caso di vittoria elettorale.

Lo spreco di risorse per il protocollo d’intesa tra Roma e Tirana

Fino a 13,5 milioni. È quanto potrebbe costare allo Stato il noleggio di una nave per trasferire i migranti nei centri per il rimpatrio in Albania. Lo prevede un appalto lanciato oggi dal Viminale. Nel bando sono poi specificati altri dettagli: il punto di prelievo dei migranti sarà individuato a circa 15/20 miglia nautiche a Sud-Sud/ovest di Lampedusa, l’imbarcazione privata dovrà essere in grado di trasportare 300 unità, cioè 200 migranti e 100 operatori, e fare 3-4 viaggi al mese tra andata e ritorno. L’appalto rientra nel protocollo d’intesa tra Roma e Tirana. Un accordo per cui sono già stati stanziati circa 800 milioni di euro: “Uno spreco di risorse, tagliate al sistema d’asilo”, denunciano opposizioni e associazioni dell’accoglienza.

Caso Englaro, la Corte dei Conti condanna l’ex dg della Sanità della Lombardia

L’ex direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 175mila euro, cifra che Regione Lombardia aveva dovuto versare al padre di Eluana Englaro, Beppino, costretto a trasferire la figlia in una struttura in Friuli, a causa del diniego a interrompere le cure. La donna, in stato vegetativo dal 1992, poi mori il 9 febbraio del 2009. “Chi ha sbagliato ora deve pagare”, dice Beppino Englaro:


 

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    Una terza via sui manicomi, dopo la loro chiusura stabilita dalla legge Basaglia. È quella che ha invocato il ministro dell’Interno Piantedosi, commentando l’accoltellamento della donna a Milano per mano di un uomo con problemi psichiatrici. Il capo del Viminale ha detto che il caso richiama l’attenzione sul tema, evocando di fatto la riapertura di strutture simili ai manicomi. “Credo vada riconsiderata una terza via con trattamenti delle persone che garantiscano la sicurezza dei cittadini”, ha spiegato Piantedosi in tv. La maggioranza nei mesi scorsi aveva già provato a mettere mano con una riforma alla legge Basaglia. Ma non è la legge 180 ad aver creato insicurezza e abbandono, bensì il definanziamento della sanità pubblica. Come spiega Massimo Cirri, psicologo e conduttore radiofonico.

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    Sono più di un abitante su dieci della Lombardia, lavorano, pagano le tasse, hanno figli che vanno a scuola ma restano ai piani bassi dell’ascensore sociale. È il ritratto degli stranieri nella nostra regione, fotografato dal dossier immigrazione che è stato presentato oggi. Rispetto a un anno fa sono aumentati del 2,3%, la meta preferita Milano e il suo hinterland. Del milione e 200mila stranieri, poco meno di un milione ha il permesso di soggiorno, circa la metà di lungo periodo. “Questo nonostante le difficoltà nell’ottenerlo”, dice Maurizio Bove, presidente di Anolf Lombardia, una delle realtà che ha elaborato il rapporto, che chiede una netta revisione delle norme per la regolarizzazione dei migranti.

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