Approfondimenti

Il vertice dei ministri degli Esteri a Bruxelles, il faccia a faccia tra Joe Biden e Xi Jinping e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di lunedì 14 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A fine giornata, da Bruxelles, il ministro degli Esteri Tajani ha fatto il punto sul dossier che in questo momento sta mettendo in difficoltà il governo, quello sui migranti. E intanto il governo punta ad aggiornare il codice di condotta delle Ong che effettuano salvataggi in mare. Nel momento di massima tensione da decenni a questa parte tra Stati Uniti e Cina, Joe Biden e Xi Jinping hanno trovato il canale per parlarsi, per tentare di riportare le relazioni a un livello meno conflittuale. Amazon si aggiunge alle aziende del cosiddetto BigTech che tagliano posti di lavoro, 10mila secondo il New York Times.

Tajani prova a mediare a Bruxelles sull’accoglienza dei naufraghi in Europa

(di Anna Bredice)

“I toni oggi non erano di frattura, c’è la volontà di tutti di cercare una soluzione europea”. A fine giornata, da Bruxelles il ministro degli Esteri Tajani fa il punto sul dossier che in questo momento sta mettendo in difficoltà il governo. È quello sui migranti, sul quale per la seconda volta nel giro di pochi giorni è toccato a Mattarella cercare di metterci una pezza, nel tentativo di non peggiorare le cose alla riunione dei ministri degli Esteri e isolare ancora di più l’Italia. I tempi per un possibile incontro tra Meloni e Macron al G20 non sono ancora maturi, ma era necessario poter partecipare al G20 con una linea europea non di rottura.
Alla riunione dei ministri degli Esteri, Tajani ha chiesto una soluzione condivisa e un vertice allargato anche ai ministri degli Interni, quel ministro che in Italia intanto sta studiando come restringere ancora di più le operazioni di salvataggio delle navi delle Ong. Tajani su come agirà il governo si è limitato a dire che ogni nave è un caso a sé, che andrà analizzato e poi si deciderà. Non poteva dire diversamente, non può esserci una retromarcia da parte del governo di destra, ma nello stesso tempo l’iniziativa presa da Mattarella di chiamare il presidente francese Macron, avvertendo Meloni quasi a cose fatte, senza che lei potessi dire sì o no, costringe il governo a ritornare sui binari. Non si sa fino a quando, soprattutto se questo meccanismo di strappo della destra e poi ricucitura del Quirinale potrà durare per sempre. Anche perché, così come dentro Forza Italia si chiede a Salvini e Meloni di abbassare il livello di scontro, c’è anche chi insiste nella linea dura, ad esempio La Russa, seconda carica dello Stato, contento perché “l’Italia, dice, ha tenuto la barra dritta”.

L’Italia vuole aggiornare il codice di condotta delle Ong

Tra le altre cose che Tajani ha detto c’è anche la conferma della volontà di aggiornare il codice di condotta delle Ong. Secondo alcune anticipazioni, il governo vorrebbe far loro firmare l’impegno ad avvisare le autorità quando effettuano dei salvataggi, a non segnalare la propria posizione ai barchini in partenza dalle coste libiche, a intervenire solo nei casi di emergenza. La prima condizione è già soddisfatta, perchè le ong fanno richiesta di porto sicuro quando salvano qualcuno, la seconda è impraticabile, pochè la posizione delle navi, umanitarie e non, è un dato pubblico, consultabile da chiunque. La terza è pleonastica: tutte le barche che partono dal sud del mediterraneo sono in condizioni di pericolo, come spiega Riccardo Gatti, responsabile soccorso di MSF sulla Geo Barents:


 

Il faccia a faccia tra Joe Biden e Xi Jinping a Bali

(di Michele Migone)

Nel momento di massima tensione da decenni a questa parte tra Stati Uniti e Cina, Joe Biden e Xi Jinping hanno trovato il canale per parlarsi, per tentare di riportare le relazioni a un livello meno conflittuale. I segnali che emergono dal faccia a faccia di Bali sono positivi. I due leader non hanno cambiato posizione sulle questioni più delicate, come Taiwan, ma si sono detti pronti a trovare compromessi su molti dei numerosi dossier che li dividono. Dobbiamo Governare la competizione tra i nostri due paesi, ha detto Biden aprendo il summit.
Nelle tre ore e mezza di faccia a faccia, con un confronto schietto, come si dice in diplomazia, sono state poste le prime basi per raggiungere questo obiettivo. Non si può dire se da Bali escano le premesse per un nuovo ordine mondiale imperniato su di una collaborativa competizione tra Cina e Usa, ma è evidente che, al di là della giusta prudenza mostrata, sia a Washington sia soprattutto a Pechino – che finora ha avuto un atteggiamento ambiguo con la Russia – si è riflettuto molto sulle conseguenze globali della guerra in Ucraina. Dall’inflazione al costo dell’energia, dalla crisi alimentare mondiale alla minaccia del nucleare: tutti fattori che preoccupano sia Biden sia Xi Jinping. E che, insieme alle recenti sconfitte della Russia, inducono anche la Cina a guardare con occhi diversi al conflitto, a circostanziare il suo rapporto con Mosca.
Il Presidente Usa è arrivato in Indonesia rafforzato dal buon risultato delle elezioni di Medio Termine, segno che la politica estera della Casa Bianca non cambierà nei prossimi anni. Un fattore di cui Xi Jinping non poteva non tenere presente. Alla fine, nella conferenza stampa, Biden è stato chiaro a fissare quelli che ritiene i punti chiave dell’incontro: la competizione tra i due paesi è forte, ma non sfocerà in una guerra fredda; la politica USA su Taiwn non cambia, ma la Cina non ha l’intenzione imminente di invadere l’isola. Il prossimo invio del segretario di stato Blinken a Pechino è la conferma che il clima tra Washington e Pechino potrebbe cambiare, diventare meno pesante.

Amazon si prepara a tagliare 10mila posti di lavoro

(di Massimo Alberti)

Amazon si aggiunge alle aziende del cosiddetto BigTech che tagliano posti di lavoro. 10mila secondo il New York Times. La decisione segue quella di altri grossi nomi del settore, da Meta, a Twtter, Microsoft. Un lungo elenco che somma circa 100mila posti di lavoro saltati nella cosiddetta Silicon Valley, tra l’1% e il 2% del totale. Fine della bolla, cause contingenti, o un assestamento strutturale del capitalismo? Un mix delle tre cose.
Jeff Bezos oggi ha fatto un annuncio: vuole disfarsi della maggior parte dei 124 miliardi del suo patrimonio per fare beneficenza contro le diseguaglianze. Curioso, da parte dell’inventore di un’azienda che ha fatto scuola nelle politiche antisindacali.
E nello stesso giorno in cui il New York Times ipotizza che intanto l’azienda da lui fondata si disferà di 10.000 lavoratori, l’1% del totale in una società che vive soprattutto di lavoro precario. C’è da dire che il capo finanziario di Amazon, Brian Olavsky, nei giorni scorsi aveva parlato addirittura di 27.000 tagli. Amazon è un caso specifico ma anche simbolico della crisi che investe il cosiddetto BigTech.
Amazon è nota per lavorare sostanzialmente in perdita per uccidere la concorrenza. Questo richiede però un’ampia capitalizzazione, vantaggiosa fino a quando il denaro costava zero, problematica ora che i tassi son saliti e il denaro costa caro. È un pezzo del problema che riguarda anche altre aziende, più o meno grandi, più o meno startup. Tra i grossi nomi hanno tagliato recentemente Meta, Twitter, Microsoft, ma anche Netflix, Snapchat. Chi non ha tagliato ha drasticamente ridotto le previsioni di nuove assunzioni.
Pesa il rimbalzo post pandemia, in cui questi servizi erano cresciuti vertiginosamente. E forse è presto per dire se si tratti di una crisi come per le dot com a inizio 2000. Ma certo è un problema più strutturale del semplice rimbalzo: in futuro elargire finanziamenti senza un immediato ritorno sarà più difficile. Il calo della domanda e l’imminente recessione spingeranno ad un ridimensionamento che non sarà breve e peserà su chi ci lavora, perché uscire dalla produzione di beni immateriali renderà estremamente difficile ricollocarsi, tanto meno alle stesse condizioni, perché anche la manifattura non se la passa per niente bene.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 18/09 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 18/09 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 18/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 18/09/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 18/09/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 18-09-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 18/09/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 18-09-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 18/09/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 18-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 18/09/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 18-09-2025

  • PlayStop

    San Siro, Scavuzzo: “Se passano emendamenti sostanziali rischia di saltare tutto”

    Dopo che la Giunta del Comune di Milano ha licenziato la delibera per la vendita dello stadio di San Siro, la palla ora passa al Consiglio comunale, che dovrà votare il provvedimento giovedì 25 settembre, e non più il 29. Nonostante sia possibile presentare emendamenti al testo, per la giunta il documento è immodificabile: “È frutto di un lavoro che ha gli elementi essenziali del contratto, una cosa molto tecnica ma anche politica”, ha detto ai nostri microfoni la vicesindaca Anna Scavuzzo. Nel caso di un emendamento di sostanza votato dalla maggioranza dei consiglieri, infatti, “le squadre potranno rigettare l’intera proposta”. Una sorta di prendere o lasciare per i consiglieri comunali. Secondo la vicesindaca Scavuzzo, dopo due mesi di confronto e dopo le modifiche alla versione di luglio, adesso “si chiude”. L’intervista integrale di Luigi Ambrosio nella nostra trasmissione “L’Orizzonte”.

    Clip - 18-09-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 18/09/2025

    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 18-09-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 18/09 18:34

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 18-09-2025

  • PlayStop

    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

    Clip - 18-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 18/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 18-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 18/09/2025

    Inizia la Milano Green Week! gli eventi e iniziative le presenta l'assessora al verde, Elena Grandi. Rachele di Magiafiori, la nostra chef vegetale ci sugegrisce poi un menù tutto...green. Marcello ed Elisa, infine, ascoltatori/educatori ci han scritto per raccontarci La Rosa dei Venti, l'associazione che da anni nel comasco, lavora per l'inclusione di persone con disturbi di personalità. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 18-09-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 18/09/2025

    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

    Volume - 18-09-2025

Adesso in diretta