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Un gruppo di civili ha lasciato Mariupol, le nuove misure del governo contro i rincari e le altre notizie della giornata

Quartieri residenziali di Mariupol devastati dai bombardamenti russi, 9 marzo 2022. ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 14 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Oggi c’è stato il quarto round della trattativa in videoconferenza, i colloqui riprenderanno domani, la delegazione ucraina parla di piccoli progressi possibili. Circa 35mila profughi ucraini hanno raggiunto l’Italia. La metà sono donne e 13mila i bambini. Le prime misure per affrontare i rincari soprattutto su energia e carburanti dovrebbero arrivare già questa settimana, con l’approvazione di un decreto legge. Oggi dal tribunale di Milano sono uscite due sentenze che riguardano dei dirigenti della Lega. William Hurt, attore, nato a Washington nel 1950 è morto a Portland nel 2022, per cause naturali. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Per la prima volta un gruppo di civili ha lasciato Mariupol

Oggi c’è stato il quarto round della trattativa in videoconferenza, i colloqui riprenderanno domani, la delegazione ucraina parla di piccoli progressi possibili.

I russi si dicono pronti ad attaccare le più grandi città del Paese e sostengono che la loro avanzata è stata rallentata apposta per permettere alla popolazione civile di andarsene – fonti occidentali invece dicono invece che gli invasori hanno difficoltà sul campo e sono stati finora fermati dalla resistenza di Kiev. Attorno alla capitale oggi è arrivata anche la milizia cecena, in vista dell’assalto finale.

Per la prima volta gruppi di civili sono riusciti a lasciare la città assediata di Mariupol, altre migliaia restano intrappolate senza cibo e farmaci. Oggi ci sono stati nuovi colpi di artiglieria su Kiev e altri centri urbani, il sindaco di Kharkiv dice che la sua città è “costantemente sotto il fuoco”. Oggi il numero più alto di vittime civili si è avuto a Donetsk, nel Donbass controllato dai russi, dove secondo fonti locali un missile avrebbe causato venti morti e decine di feriti. I separatisti dicono che il razzo è stato sparato dagli Ucraini, Kiev nega ogni responsabilità.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres parla di una guerra che può raggiungere proporzioni terrificanti e accusa Mosca di aver colpito 24 strutture mediche. Centinaia migliaia di persone sono senza acqua ed elettricità, sempre secondo l’Onu che oggi ha anche aggiornato la sua stima delle vittime civili: sono tra i 636 e i 1125, di cui i bambini tra i 46 e i 62.

Trentacinquemila profughi hanno raggiunto l’Italia

Sono oltre 2,8 milioni i profughi in fuga dalla guerra. Circa 35mila quelli che hanno raggiunto l’Italia. La metà sono donne e 13mila i bambini. Continuano ad arrivare nel nostro Paese a seguito di catene di solidarietà e accoglienza della comunità ucraina in Italia. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, ha detto che per organizzare gli arrivi ci sarà bisogno dell’esercito.
In realtà al valico di Fernetti, vicino a Trieste, al momento c’è un supporto leggero delle organizzazioni umanitarie, con un punto di ristoro e distribuzione di beni di prima necessità. Si tratta di un punto di passaggio, ma in prossimo futuro le cose potrebbero cambiare, ci ha detto Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà, in prima linea nell’accoglienza

 

In arrivo nuove misure contro il rincaro di energia e carburante

(di Anna Bredice)

Le prime misure per affrontare i rincari soprattutto su energia e carburanti dovrebbero arrivare già questa settimana, con l’approvazione di un decreto legge. Lo hanno fatto sapere alcuni fonti di Palazzo Chigi. Si sta pensando di utilizzare l’extra gettito Iva sui carburanti di questi mesi, oltre a questo intervenire anche sugli extraprofitti delle imprese di alcuni settori interessati a questi rincari, preservando in questo modo, fanno sapere queste fonti, la stabilità della finanza pubblica. L’obiettivo quindi è quello di utilizzare queste due forme di risparmio, extragettito ed extraprofitti, prendere da queste due voci le risorse finanziarie per ridurre i costi delle bollette, evitando così un nuovo scostamento di bilancio. Oltre a questo si penserebbe anche a una ulteriore forma di rateizzazione per il pagamento delle bollette. Un pacchetto di misure come risposta all’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti, anche se su questo ultimo punto hanno avuto un peso i giudizi del ministro Cingolani che vede in questo aumento, soprattutto della benzina, una forma di speculazione, non ha specificato altro, ma la Procura di Roma ha aperto una inchiesta per fare luce su questo aspetto e in Parlamento invece alcuni gruppi politici hanno chiesto al ministro per la transizione ecologica di andare a riferire alle Camere circa questi aumenti non giustificati. Oggi anche alcune sigle della grande distribuzione, insieme a Confcommercio hanno chiesto al governo di intervenire sui costi dei principali beni di consumo tagliando eventualmente l’Iva, così come chiedono di intervenire sui costi della benzina riducendo le accise.

Lega, Centemero condannato a 8 mesi per finanziamento illecito

Oggi dal tribunale di Milano sono uscite due sentenze che riguardano dei dirigenti della Lega. Il tesoriere e deputato Giulio Centemero è stato condannato in primo grado a 8 mesi per un finanziamento da 40mila euro partito da Esselunga e arrivato all’associazione “Più voci”, di cui Centemero era rappresentante. Quei soldi poi sarebbero stati girati illecitamente alla Lega. L’altra sentenza è di secondo grado: il ministro del turismo Massimo Garavaglia è stato assolto dall’accusa di turbativa d’asta su una gara bandita nel 2014, quando era assessore in Lombardia. Assolto anche l’ex vicepresidente della regione Mario Mantovani, allora in Forza Italia e oggi in Fratelli d’Italia, che in primo grado era stato condannato per turbativa d’asta, corruzione e concussione. Garavaglia invece era stato giudicato innocente anche nel primo processo.

L’addio a William Hurt

(di Barbara Sorrentini)

Avrebbe compiuto settantadue anni il 20 marzo, quasi a primavera. William Hurt, attore, nato a Washington nel 1950 è morto a Portland nel 2022, per cause naturali ha dichiarato il figlio Will, mentre il figlio Alexander ha parlato di lunga malattia, probabilmente un cancro alla proposta, come riportato dal New York Times. La sua carriera cinematografica è ricchissima di personaggi diversi e sfaccettati, anche a teatro, a partire dal suo debutto nel 1980 con “Stati di Allucinazione” di Ken Russell e l’anno successivo con “Brivido Caldo” di Lawrence Kasdan: riesce a passare da uno scienziato allucinato a un amante perduto in una storia impossibile e omicida con Kathleen Turner, remake di “La fiamma del peccato” di Billy Wilder.

Ma il successo vero arriva con “Il grande freddo”, film corale, specchio di una generazione e presa di coscienza di un passaggio della vita a volte traumatico. Diretto ancora una volta da Lawrence Kasdan e con una colonna sonora impossibile da dimenticare. Con “Il bacio della donna ragno” nel 1985 arriva l’Oscar. Nel film di Hector Babenco, tratto dal romanzo di Manuel Puig, Hurt è un omosessuale, incarcerato, durante la dittatura militare in Argentina, per aver avuto un rapporto sessuale con un minore. Palma d’oro anche a Cannes come miglior attore. E qui siamo solo agli inizi, a cui seguiranno grandi e celebri interpretazioni: “Figli di un Dio minore” di Randa Haines, “Turista per caso” di Kasdan, “Alice” di Woody Allen, “Fino alla fine del mondo” di Wim Wenders, “La peste” di Luis Puenzo. E la lista è ancora lunghissima, con film diretti da Steven Spielberg, David Cronenberg, Ridley Scott, Sean Penn, Robert De Niro. Negli ultimi anni William Hurt non era scomparso, ma lo abbiamo ritrovato in film amati dalle nuove generazioni: la saga degli “Avengers” e l’ultimo “Black Widow” nel 2021.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

In Italia la sottovariante omicron fa risalire i contagi. Oggi sono il 32% in più di una settimana fa. Tornano a crescere i pazienti ricoverati negli ospedali. Ma il governo pensa di allentare le restrizioni. Mentre in Cina una intera provincia torna in lockdown

(di Chiara Ronzani)

La Cina torna a mobilitarsi contro il Covid e lo fa in grande. L’intera provincia di Jilin, 24 milioni di abitanti, è in lockdown, dopo che i contagi registrati sono stati 900 in un giorno. La zona confina con la corea del nord. Le autorità hanno disposto nuovi test di massa e predisposto ospedali d’emergenza. I residenti non possono uscire dalla provincia se non con autorizzazioni, mentre per rientrare è necessaria la quarantena. Soltanto ieri erano state decise misure restrittive nelle città di Shenzhen e Shanghai. Nel distretto tecnologico della zona è stato bloccato il lavoro alla Foxconn, l’azienda fornitrice della Apple, e in altre aziende. Anche qui test di massa per 17 milioni di residenti.
In Italia a causa della sottovariante di omicron BA2 i contagi risalgono. 28900 i nuovi positivi e 129 i morti nelle ultime 24 ore con un tasso di positività al 14,1%. La curva si è invertita ormai da 4 giorni. Risalgono anche i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti covid. Il governo varerà in settimana un decreto che prevede un ulteriore allentamento delle misure di prevenzione, tra cui l’utilizzo del green pass. L’ha confermato il sottosegretario alla salute Costa, che ammette il peggioramento del quadro e per limitare la pressione sugli ospedali punta sul completamento del ciclo vaccinale

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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