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La fuga dei civili da Khan Younis, il no del Senato degli Stati Uniti a nuovi aiuti per l’Ucraina e le altre notizie della giornata

Khan Younis ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 7 dicembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La guerra nella striscia di Gaza entra nel suo terzo mese mentre migliaia di persone continuano a scappare da Khan Younis e si rifugiano a Rafah. Il Senato degli Stati Uniti ha respinto oggi un importante pacchetto di finanziamenti da oltre 100 miliardi di dollari, più della metà destinati a Kiev. Il Don Carlo di Verdi ha inaugurato oggi la stagione lirica della Scala di Milano. Il ministro dell’istruzione Valditara ha annunciato che il progetto di “educazione alle relazioni” presentato dal governo per le scuole superiori sarà coordinato da Anna Paola Concia.

Migliaia di persone in fuga da Khan Younis

La guerra nella striscia di Gaza entra nel suo terzo mese. Nei due mesi di conflitto trascorsi il numero di morti palestinesi è arrivato a oltre 17mila, con decine di migliaia di feriti. I combattimenti nelle ultime ore si sono intensificati nel nord – soprattutto nel campo profughi di Jabalia – e nel sud, a Khan Younis, dove Israele sta cercando il leader di Hamas Yahya Sinwar. Decine di migliaia di persone intanto continuano a scappare da Khan Younis e si rifugiano a Rafah. Un percorso che ha fatto anche Sami, cooperante palestinese che dall’inizio della guerra ci ha raccontato la situazione nella striscia. Questo è il suo racconto:

Il racconto di Sami è rappresentativo delle condizioni in cui sono costrette a vivere centinaia di migliaia di persone. Secondo le Nazioni Unite l’80% della popolazione di Gaza è stata costretta a lasciare la propria casa.

(di Martina Stefanoni)

Lo spazio in cui i civili della striscia di Gaza sono autorizzati a stare – ma dove non sono al sicuro – è sempre più piccolo. Ogni giorno si riduce in concomitanza con l’emissione degli ordini di evacuazione che l’esercito israeliano continua a diffondere. Ad ora, quasi la totalità della popolazione è concentrata tra Rafah, e Al Mawasi, vicino al confine con l’Egitto. In questi luoghi le condizioni di vita sono al limite dell’umano. Le persone sono ovunque – come sentivamo prima dal racconto di Sami – manca il cibo, manca l’acqua e mancano i medicinali. Il portavoce del ministero ha tenuto oggi una conferenza stampa sulla situazione nell’enclave palestinese. Secondo quanto riferisce, tutti gli ospedali nel sud sono gravemente sovraffollati mentre la situazione sanitaria nei rifugi è altamente precaria per la mancanza di cibo e medicinali. Secondo il ministero, gli sfollati rischiano seriamente di morire di fame. Il direttore di Medici Senza Frontiere ha detto che Gaza si trova ad affrontare una catastrofe che va ben oltre una crisi umanitaria. “È una situazione caotica – ha detto il direttore – e sono estremamente preoccupato che molto presto le persone si ritroveranno a lottare per cercare di sopravvivere, il che avrà conseguenze molto gravi”. Decine di migliaia di persone però restano ancora anche nel nord, da dove è ancora più complicato avere testimonianze e dove l’esercito israeliano ha ormai quasi il totale controllo. In più in questa zona, dalla fine della tregua non è mai più arrivato nemmeno un camion di aiuti. Secondo l’Onu al sud stiamo vedendo replicarsi ciò che è successo al nord nelle primo mese di guerra.
Non bisogna dimenticare, inoltre, l’altro fronte, quello nord con il Libano. Oggi dopo che un civile israeliano è stato ferito dal lancio di un missile anticarro rivendicato da Hezbollah, Israele ha risposto con razzi e colpi d’artiglieria e Netanyahu ha lanciato un avvertimento al gruppo libanese: se ci fate la guerra – ha detto – ridurremo Beirut come Gaza City.

Il Senato degli Stati Uniti ferma i nuovi aiuti per l’Ucraina

“L’Ucraina non abbandonerà la difesa di un solo pezzo di terra, indipendentemente da come gli altri Paesi voteranno le proposte a sostegno di Kiev”. Lo ha scritto su Twitter il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina riferendosi al respingimento da parte del Congresso statunitense di un importante pacchetto di finanziamenti da oltre 100 miliardi di dollari, più della metà destinati a Kiev. La Casa Bianca ha confermato il suo sostegno al governo ucraino e resta l’intenzione di inviare nuovi aiuti, ma il rischio che salti l’intero provvedimento è sempre più concreto. Quale effetto avrebbe per l’Ucraina? Sentiamo il nostro collaboratore Sabato Angieri:


 

Il Don Carlo inaugura la stagione della Scala

(di Ira Rubini)

È il Don Carlo, l’opera di Verdi, che ha inaugurato la stagione lirica della Scala di Milano. Sul palco un cast di specialisti, guidato dal maestro Riccardo Chailly sul podio, con una regia di Luis Pasqual parsa abbastanza statica. Nel palco reale le personalità istituzionali di cui tanto si è discusso nei giorni scorsi: il presidente del Senato Ignazio La Russa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e le altre autorità hanno accolto la senatrice a vita Liliana Segre, dopo un brutto momento in cui sembrava che il palco reale della Scala sarebbe stato caratterizzato da una concentrazione di personaggi dell’estrema destra maggiore di quanta non si sia mai vista in passato. La senatrice Segre è stata molto applaudita, non ci sono state strette di mano con gli altri rappresentanti delle istituzioni presenti nel palco. Una notazione di colore, o di cronaca politica: i La Russa presenti erano due. Oltre a Ignazio c’era anche Geronimo, molto chiacchierato per la sua recente nomina nel CdA del Piccolo Teatro. Ha deciso di venire anche lui e si è accomodato in platea.

Anna Paola Concia coordinerà il progetto di educazione alle relazioni del governo

Dopo le polemiche per la consulenza di Alessandro Amadori, che in un libro parlava di “cattiveria maschile e femminile”, oggi il ministro dell’istruzione Valditara ha annunciato che il progetto di “educazione alle relazioni” presentato dal governo per le scuole superiori sarà coordinato da Anna Paola Concia. Attivista per i diritti LGBTQI+ e sui temi di genere, Concia è stata anche deputata del Pd. Negli ultimi anni si è occupata di scuola come coordinatrice di una fiera chiamata Didacta Italia. “Con Valditara lavoro da quando è ministro e mi trovo molto bene, vuole impegnarsi seriamente sul tema della violenza” ha detto oggi l’ex parlamentare:


 

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    1) Netanyahu ordina “immediati e potenti” raid sulla striscia di Gaza come rappresaglia per presunte violazioni dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Hamas. (Chawki Senouci) 2) “Il genocidio a Gaza è un crimine collettivo”. Francesca Albanese presenta all’onu il suo ultimo report sulle complicità degli stati terzi. La spagna, intanto apre un'inchiesta per contrabbando e crimini contro l'umanità contro uno dei giganti europei dell'acciaio, per una partita destinata a Israele. (Giulio Maria Piantedosi) 3) Sudan, i paramilitari delle RSF prendono il controllo della città di El Fasher. Si aggrava la crisi umanitaria per la popolazione civile. (Matteo D’Alonzo - Emergency) 4) L’Olanda di nuovo al voto. Alle elezioni di domani, l’estrema destra potrebbe vincere ancora, ma difficilmente riuscirà a formare un governo. (Valeria Schroter) 5) La destra statunitense all’attacco di Wikipedia. Elon Musk lancia Grokipedia: la sua enciclopedia digitale, che dice quel che piace ai maga. (Roberto Festa) 6) Regno Unito, entra in vigore la legge Awaab: una protezione importante per le persone che vivono nelle case popolari. (Elena Siniscalco) 7) Rubrica Sportiva. Lo scandalo più importante dell’anno per lo sport statunitense: il caso delle scommesse NBA (Luca Parena)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Così come il suo autore, “Insularities” è un disco che abita i continenti e i linguaggi, intrecciando folk, elettronica e sperimentazione a testi che dall’inglese passano al siciliano, spagnolo e portoghese. Il filo rosso che lega le canzoni “quasi come un film o un romanzo di nove capitoli“, spiega Fabrizio Cammarata ai microfoni di Volume, “è la metafora dell’isola e dell’arcipelago”, usata per esplorare il rapporto con la Sicilia e il concetto di identità: non un punto fermo ma un arcipelago in continuo movimento che abita ognuno di noi. Ascolta il MiniLive di Fabrizio Cammarata e l'intervista a cura di Dario Grande.

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