Approfondimenti

L’aumento degli investimenti economici per armare l’Ucraina, l’impotenza delle Nazioni Unite e le altre notizie della giornata

Zaporizhzhia ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 28 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel sessantaquattresimo giorno di guerra, Antonio Guterres si è recato nel Paese ed ha ammesso l’impotenza delle Nazioni Unite: “La guerra finirà quando la Russia deciderà di finirla”. Intanto gli alleati della NATO stanno aumentando il coinvolgimento e l’investimento economico nel fornire supporto all’Ucraina, mentre il rischio di un allargamento del conflitto al di fuori dei confini ucraini si fa sempre più concreto. Oggi, nella giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro, l’Istat ha diffuso i dati aggiornati del primo trimestre: le segnalazioni di incidenti sono aumentate del 30%. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’impotenza delle Nazioni Unite: “La guerra finirà quando la Russia deciderà di finirla”

“La guerra è un’assurdità, la guerra è il male e non è accettabile nel ventunesimo secolo”. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha concluso oggi la sua prima visita in Ucraina dallo scoppio del conflitto. Con queste parole ha commentato la distruzione in una cittadina occupata e poi abbandonata dall’esercito russo nei dintorni di Kiev, Borodianka.
Ma le notizie, sia sul campo che nelle dichiarazioni, confermano oggi che la guerra non finirà presto. La città di Donetsk, nel Donbass orientale, che è formalmente sotto controllo russo, ha annullato per ragioni di sicurezza la parata prevista per il 9 maggio, segno che entro quella data non si prevede la fine dei combattimenti.
Nel Donbass i bombardamenti sono incessanti, ma l’avanzata russa di terra non è ancora entrata nel vivo. Infine, Mariupol, con l’assedio all’acciaieria e la denuncia, da parte di Kiev, del bombardamento dell’ospedale da campo che si trova dentro il complesso. Anche il segretario dell’ONU Guterres ha ammesso l’impotenza delle Nazioni Unite: “La guerra, ha detto ancora, non finirà con le riunioni, finirà quando la Russia deciderà di finirla”. Guterres ha comunque annunciato l’impegno delle Nazioni Unite per organizzare un’evacuazione di civili dalla città o, non è chiaro, dall’acciaieria di Mariupol. Quali chance di riuscita ha quest’operazione e in generale la mediazione di Guterres? Francesco Strazzari, docente di relazioni internazionali alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa:


 

Gli alleati della NATO aumentano gli investimenti economici per armare l’Ucraina

Aumentano intanto il coinvolgimento e l’investimento economico dei paesi alleati della NATO nel conflitto. Stamattina il Bundestag tedesco ha approvato a larga maggioranza l’invio di armi pesanti alla resistenza ucraina. Questo pomeriggio il presidente statunitense Joe Biden ha chiesto al Congresso di approvare un nuovo pacchetto di aiuti da 33 miliardi dollari. “La guerra in Ucraina potrebbe andare avanti ancora mesi o anni”, ha detto di nuovo poco fa un funzionario dell’amministrazione americana.
In questo quadro il rischio di un allargamento del conflitto al di fuori dei confini ucraini si fa sempre più concreto. I tagli alle forniture del gas verso l’Europa e il ricorso alla minaccia nucleare sono elementi di questo allargamento, potenzialmente catastrofico.
Sul campo c’è Odessa, che è città di confine, che è ormai pienamente coinvolta nella guerra. Anche stasera si sono sentiti forti boati in città. Qui l’esercito ucraino ha fatto sapere di avere rafforzato le proprie difese vicino al confine con la Moldova, e in particolare nei pressi della autoproclamata repubblica filorussa della Transinistria. Lì abbiamo raggiunto il nostro collaboratore Sabato Angieri:


 

L’Istat certifica l’aumento degli incidenti e dei decessi sul lavoro

(di Massimo Alberti)

Un operaio è morto sul lavoro al Ministero degli Esteri a Roma. Fabio Paolotti, 39 anni, operaio della ditta esterna che eseguiva lavori di manutenzione è precipitato nel vano ascensore del fabbricato centrale della Farnesina, ed è morto sul colpo. È stata aperta un’inchiesta – per ora per omicidio colposo – che deve appurare diversi aspetti, a partire da quando sia avvenuto l’incidente: si ipotizza che Paolotti possa essere caduto il giorno prima senza che nessuno se ne fosse accorto, e che quindi potesse essere salvato. L’altro elemento da verificare è l’inserimento ed il funzionamento dei dispositivi di sicurezza che impediscono movimenti involontari della cabina.
Oggi nella giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro l’Istat ha diffuso i dati aggiornati del primo trimestre: le segnalazioni di incidenti sono aumentate del 30%.
Quasi 200mila comunicazioni di incidenti in 3 mesi e 189 morti, il 2% in più.
E parliamo solo dei dati ufficiali di Inail, che non tengono conto di quei settori non coperti, e ovviamente del sommerso.
Con la ripresa post-COVID sono cresciuti anche gli incidenti sul lavoro, e la crescita ha riguardato in particolare le donne, tra i settori produttivi l’aumento più forte nella logistica, più 166%,. Mentre per quanto riguarda l’età, l’aumento più significativo è avvenuto nei lavoratori sotto i 40 anni. Pochi giorni fa il rapporto della commissione speciale parlamentare sulla sicurezza sul lavoro, che sottolineava come la mancanza delle misure di sicurezza da parte delle imprese nasca soprattutto dal tentativo di risparmiare, mentre allo stato costa il 3% del PIL. Non è un caso che la logistica sia il settore col maggiore aumento: è in questo ambito che – scrive sempre la commissione – cooperative spurie o fasulle, lavoro nero, contratti irregolari trovano cittadinanza. Una situazione analoga in agricoltura. E allora la morte di un operaio in un palazzo delle istituzioni, in un’indifferenza che le indagini dovranno accertare, diventa più di una metafora. Ferma la procura nazionale per la sicurezza sul lavoro, restano pochi gli ispettori e di conseguenza pochi i controlli, che riscontrano tassi di irregolarità tra le imprese spesso superiori all’80%.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Il Ministro della Salute Speranza firmerà un’ordinanza che prolungherà fino al 15 giugno l’obbligo di mascherina al chiuso esclusivamente negli ospedali, le Rsa, mezzi pubblici, cinema, teatri e palazzetti dello sport. 
Nei luoghi di lavoro l’uso della mascherina sarà solo raccomandato.

Dal 1° maggio il Green Pass sarà richiesto solo nei presidi sanitari.
 Secondo il monitoraggio del Gimbe i contagi nell’ultima settimana sono saliti del 22% rispetto alla precedente.
 Quelli registrati oggi sono oltre 69mila. I morti sono stati 131.

Abbiamo chiesto all’epidemiologo dell’università di Milano Carlo La Vecchia un’opinione sulle prospettive della pandemia e sull’obbligo di mascherina:

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    Il Teatro Alla Scala di Milano dovrà pagare tutte le mensilità dal licenziamento alla scadenza naturale del contratto a termine alla Maschera che era stata licenziata dopo aver urlato - mentre era in servizio - “Palestina libera” lo scorso 4 maggio prima del concerto alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo rende noto il sindacato di base Cub che ha seguito la vicenda. La sentenza è del tribunale del Lavoro. Per la Cub si è trattato di un “licenziamento politico”. Spiega il sindacato: “Lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio che gridare ‘Palestina libera’ non è reato e che i lavoratori non possono essere sanzionati per le loro opinioni politiche”. La Cub ora chiede anche il rinnovo del contratto della lavoratrice, nel frattempo scaduto. “Ora il teatro glielo rinnovi per evitare altre cause” ci dice Roberto D’Ambrosio, rappresentante sindacale della Cub.

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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 27-11-2025

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 27-11-2025

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    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Volume di giovedì 27/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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