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La tragedia davanti alle coste di Crotone, l’attesa per i risultati delle primarie del PD e le altre notizie della giornata

tragedia Crotone ANSA

Il racconto della giornata di domenica 26 febbraio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Sono almeno 59 le morti accertate del naufragio avvenuto questa mattina presto a Cutro, davanti alle coste crotonesi, inclusi 12 minori e un bimbo di pochi mesi. Questa sera si deciderà chi sarà il nuovo segretario tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein dopo una giornata di voto in tutta Italia. Zelensky su Telegram ha annunciato che l’esercito ucraino sarà pronto per la controffensiva in primavera e che punterà a riprendersi tutti i territori occupati dalla Russia, inclusa la Crimea. Israeliani e palestinesi si sono impegnati “a ridurre l’escalation sul campo e a prevenire ulteriori violenze”.

Almeno 59 le vittime del naufragio davanti alle coste di Crotone

Una delle più gravi tragedie di migranti in mare negli ultimi anni. Sono almeno 59 le morti accertate del naufragio avvenuto questa mattina presto a Cutro, davanti alle coste crotonesi. Tra loro, almeno 12 minori incluso un bimbo di pochi mesi.
I superstiti soccorsi provengono soprattutto da Afghanistan e Pakistan, sono un’ottantina, ricoverati nell’ospedale civile di Crotone e nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Si stima che quando l’imbarcazione in legno dove erano a bordo è stata spezzata dalla forza del mare mosso, fossero circa 180 perciò si teme che i morti possano essere anche un centinaio. Procolo Guida è un giornalista dell’emittente televisiva calabrese LaC Tv:

Reazioni a questa tragedia in mare sono arrivate da politica e istuzioni. La presidente della Commissione von der Leyen ha dichiarato che l’Unione Europea deve “raddoppiare gli sforzi per il Patto sulla migrazione”. All’UE ha indirizzato un appello il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il ministro dell’Interno Piantedosi oggi pomeriggio è volato a Crotone: “È fondamentale proseguire ogni sforzo per fermare le partenze”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attaccato le organizzazioni umanitarie: “Si commenta da sé chi oggi specula su queste morti dopo aver esaltato l’illusione di un’immigrazione senza regole” ha detto Meloni, ma i provvedimenti del suo governo, come il decreto Ong da poco convertito in legge, non fanno che ostacolare i salvataggi in mare. Alessandro Porro è presidente di Sos Mediterranée Italia:


 

L’attesa per i risultati delle primarie del Partito Democratico

Le primarie del Partito Democratico. Questa sera si deciderà chi sarà il nuovo segretario tra Stefano Bonaccini ed Elly Schelin. I dati sull’affluenza diffusi finora, aggiornati alle 13, parlano di quasi 600mila votanti. Sembra scongiurato quel che si temeva alla vigilia, cioè una partecipazione decisamente inferiore rispetto all’ultimo precedente, quello del 2019, quando gli iscritti e simpatizzanti al voto erano stati in totale 1 milione e 600 mila. Paolo Natale, professore di scienze politiche all’università Statale di Milano:


 

Zelensky rivendica la Crimea: “Tornerà all’Ucraina

“La Crimea è Ucraina e all’Ucraina ritornerà”, così Zelensky su Telegram, annunciando che l’esercito ucraino sarà pronto per la controffensiva in primavera e che punterà a riprendersi tutti i territori occupati dalla Russia, compresa appunto la penisola. Una posizione rimarcata anche dal Dipartimento di Stato che ha fatto sapere: “Gli Stati Uniti non riconosceranno mai l’annessione russa”.
Oggi anche il presidente russo ha parlato intervistato dalla tv russa e ha detto che l’obiettivo dell’occidente è quello di liquidare la federazione russa e che la Nato è di fatto già in guerra con la Russia. Intanto sul campo continua l’offensiva nel Donbass, soprattutto intorno alla città di Bakhmut. Il nostro collaboratore Luca Steinamann:


 

Israeliani e palestinesi si impegnano per ridurre l’escalation

Israeliani e palestinesi si sono impegnati “a ridurre l’escalation sul campo e a prevenire ulteriori violenze”. Questo quanto emerge dal vertice di Aqaba, in Giordania, dove le due parti si sono incontrate insieme ad egiziani e giordani su pressione degli Usa. Israele si sarebbe impegnata a interrompere qualsiasi nuovo insediamento per sei mesi. Ma il governo Israliano, già a poche ore dal termine del vertice, non sembra interessato a rispettare gli impegni presi. Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich – che è stato recentemente posto a capo della maggior parte dell’Amministrazione Civile (l’organo di governo di Israele in Cisgiordania) – ha scritto su twitter: “Non ho idea di cosa abbiano detto o non abbiano detto in Giordania. Ma una cosa lo so: non ci sarà alcun congelamento degli insediamenti. Nemmeno per un giorno”. Anche il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, ha dichiarato: “quanto è avvenuto in Giordania, resta in Giordania”. Il commento del giornalista palestinese Samir Al Qaryouti:


 

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    Pubblica di giovedì 06/11/2025

    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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