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La destra all’attacco di Sanremo, le speranze per il caso di Alfredo Cospito e le altre notizie della giornata

destra sanremo ANSA

Il racconto della giornata di domenica 12 febbraio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. L’offensiva politica della destra contro i vertici Rai non si ferma neppure davanti ai numeri da record del Festival di Sanremo. Anzi. Sembra che siano stati proprio questi – audience, share, raccolta pubblicitaria – ad alimentare il forte malumore di Fratelli d’Italia e della Lega. La vicenda di Alfredo Cospito resta appesa ad un filo sottile tra magistratura, salute e politica. Nei circoli del Partito Democratico si stanno per chiudere i seggi: Stefano Bonaccini è oltre il 50%, la sua ex vice Elly Schlein intorno al 38%. In Lombardia e Lazio, intanto, crolla l’affluenza alle elezioni regionali: alle 19 in Lombardia è andato a votare circa il 27% degli aventi diritto, nel Lazio il 24%.”Nelle ultime due settimane la Russia ha probabilmente subìto il più alto numero di vittime dalla prima settimana di invasione dell’Ucraina. Lo scrive il Ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence.

Il forte malumore di Fratelli d’Italia e Lega dopo il successo di Sanremo

(di Michele Migone)

L’offensiva politica della destra contro i vertici Rai non si ferma neppure davanti ai numeri da record del Festival di Sanremo. Anzi. Sembra che siano stati proprio questi – audience, share, raccolta pubblicitaria – ad alimentare il forte malumore di Fratelli d’Italia e della Lega per uno show che ha proposto una sensibilità sui diritti civili e una immagine della cultura popolare del paese ben lontane da quella espresse dalle politiche dei due partiti. 
Dopo l’attacco contro Fedez per aver strappato in diretta la fotografia del viceministro Galeazzo Bignami vestito da nazista, oggi il fuoco di fila contro il Festival è stata iniziato da Matteo Salvini che in buona sostanza ha annunciato che presto verranno fatti i conti con i vertici della Rai per lo spettacolo offerto a Sanremo. Daniela Santanché è arrivato a definirlo addirittura un Festival comunista, mentre altri esponenti di Fratelli d’Italia hanno parlato di comizi contro la Destra dal palco dell’Ariston.
Coloro che sono stati messi sotto accusa hanno i numeri del successo televisivo dalla loro parte. L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes ha ribattuto dicendo che questa è una edizione destinata a rimanere nella storia. Amadeus, laconico,ha detto che se verrà cacciato se ne andrà. Alla destra (nella sua interezza) non è piaciuto il bacio tra Fedez e Rosa Chemical, alla Lega la lettura del messaggio di Zelensky (che pur è stato di fatto nascosto, in scaletta nelle ore della notte); più in generale alla Destra non è piaciuto uno spettacolo che avrebbe voluto controllare, direzionare, utilizzare, attraverso messaggi culturali conservatori,  a beneficio del suo consenso politico. 
Per questo, in Rai devono saltare le teste dei vertici. Per assumere completamente il controllo della televisione pubblica in vista delle elezioni europee.

La speranza della Corte di Cassazione per Alfredo Cospito

Dopo che il ministro della Giustizia Nordio ha rigettato la richiesta di revoca del 41bis, il destino di Alfredo Cospito è attaccato alla decisione della Cassazione. Il 24 febbraio è fissata la Camera di Consiglio sul ricorso presentato a fine dicembre dall’avvocato Flavio Rossi Albertini contro l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il regime speciale per 4 anni. In quella data i giudici vaglieranno la decisione del tribunale capitolino, valutando se rispetti i canoni di legge alla luce delle argomentazioni della difesa e della requisitoria scritta della procura generale della Cassazione, che secondo quanto anticipato da Repubblica e Stampa, chiede la revoca del 41bis. Quella della difesa di Cospito è anche una corsa contro i tempo, ma questa via non è breve. Se invece i giudici dovessero ritenere fondato il ricorso e accoglierlo si dovrebbe con ogni probabilità passare per una nuova ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma, che dovrà riesaminare il caso alla luce delle indicazioni della Cassazione. Con un rigetto o una dichiarazione di inammissibilità non ci sarebbe altra possibilità di appello.
Il 41bis è una misura di prevenzione applicata dal Ministro della Giustizia su indicazione della magistratura per evitare che i detenuti dal carcere continuino a commettere reati, in questo caso firmato dalla allora Ministra Cartabia nel maggio scorso. E può essere revocato se le condizioni che avevano determinato l’adozione del provvedimento sono venute meno. Secondo l’ordinanza del tribunale di sorveglianza, Cospito può continuare ad esercitare “il suo ruolo apicale” nella Fai (Federazione anarchica informale) anche dal carcere e il regime di alta sicurezza non consente di contrastare adeguatamente le comunicazioni con l’esterno. Nel ricorso alla Suprema corte l’avvocato Rossi Albertini rifiuta l’equiparazione tra i messaggi inviati dall’anarchico “quale contributo personale alle assemblee o ai giornali anarchici” e pubblicamente divulgati dai siti d’area ai “pizzini” inviati dai boss dal carcere. Mettere le comunicazioni sullo stesso piano, a suo avviso, “corrisponde a violazione di legge”. Sarà questo il cuore della decisione dei giudici della Cassazione. Nella requisitoria scritta il sostituto pg Piero Gaeta riterrebbe che le esigenze che hanno indotto ad applicare il regime speciale all’anarchico siano superate dagli eventi. L’accoglimento del ricorso da parte della Cassazione aprirebbe dunque a una strada diversa da quella suggerita al ministro dal procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo. Un eventuale declassamento al regime di alta sicurezza, come ipotizzato anche dal procuratore antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo in alternativa con il “carcere duro”.

Crolla l’affluenza alle regionali in Lombardia e Lazio

Crolla l’affluenza alle regionali. Oltre 30 punti percentuali in meno rispetto alle scorse elezioni. Urne aperte in Lombardia e Lazio fino alle 23, poi ancora domani dalle 7 alle 15. L’affluenza alle 19 in Lombardia: è andato a votare circa il 27% degli aventi diritto, cinque anni fa erano il 60%. Più bassa ancora l’affluenza nel Lazio, 24%, era stata del 51% cinque anni fa.

Il voto nei circoli del Partito Democratico

Si stanno chiudendo i seggi nei circoli del Partito Democratico dove si sta votando per decidere i due candidati che si sfideranno alle primarie aperte del 26 febbraio. Si va verso i 70mila votanti. Il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini è oltre il 50%, intorno al 38% la sua ex vice Elly Schlein. Intorno all’8% Gianni Cuperlo, intorno al 4% Paola De Micheli.
I dirigenti del partito sperano di arrivare vicino ai 100mila con la coda di Lazio e Lombardia dove si continuerà per una settimana, dopo il voto per le regionali. Alle primarie del 2019 i voti erano però stati quasi il doppio, circa 189mila. Bonaccini ha sottolineato la consistenza del suo vantaggio, Schlein punta invece sulla mobilitazione dei suoi simpatizzanti per ribaltare il risultato con il voto del 26.

L’Ucraina teme la nuova offensiva russa

“Nelle ultime due settimane la Russia ha probabilmente subìto il più alto numero di vittime dalla prima settimana di invasione dell’Ucraina. Lo scrive il Ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. Secondo i dati forniti dallo Stato Maggiore ucraino, la media degli ultimi sette giorni è stata di 824 vittime al giorno, oltre quattro volte il tasso riportato nel periodo giugno-luglio 2022. Nella sola giornata di ieri, riporta sempre il Ministero della Difesa ucraino su Twitter, la Russia ha perso 900 uomini, mentre dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio 2022 sono morti circa 137.780 soldati russi.
Nel paese aggredito si continua a temere l’offensiva russa, che potrebbe portare a una nuova recrudescenza del conflitto. Poco fa abbiamo raggiunto a Siversk, nella regione di Donetsk, il nostro collaboratore Sabato Angeri:


 

Il disastro causato dal terremoto in Siria e Turchia

Col passare delle ore e mano a mano continuano le ricerche dei dispersi tra i palazzi crollati, le dimensioni del disastro causato dal terremoto in Siria e Turchia assumono dimensioni sempre più drammatiche. L’ultimo bilancio si avvicina ai 35mila morti, di cui 9mila in Siria. Per rispondere alla critiche e alle proteste di questi giorni, il governo ha fatto arrestare più di 100 costruttori di edifici crollati.
Intanto l’Onu ammette i gravi errori nella gestione degli aiuti, in particolare proprio per quanto riguarda la Siria: il massimo funzionario per le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, da Gaziantep, la città turca da cui partono gli aiuti per Damasco, ha ammesso che le Nazioni Unite non sono riuscite a fornire aiuto alle persone nella regione siriana controllata dall’opposizione: “Finora abbiamo deluso le persone nel nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonati”.

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    Centinaia di migliaia di persone in 50 città, secondo gli organizzatori, tanti studenti e movimenti per la Palestina insieme ai lavoratori hanno animato le piazze dello sciopero generale indetto unitariamente dalle sigle del sindacalismo di base contro la manovra economica. Una manovra di guerra, condizionata dalla necessità di aumentare le spese militari e che taglia salari e stato sociale, il centro della protesta. A Roma la manifestazione si è concentrata davanti a Montecitorio, molto partecipati anche i cortei di Milano e di Genova, aperto dai lavoratori portuali insieme a Greta Thunberg. A Torino un gruppo di manifestanti a volto coperto ha fatto irruzione nella redazione de LA Stampa, vuota per lo sciopero, lasciando scritte e buttando all’aria materiali di lavoro. Il Cdr e il sindacato dei giornalisti hanno duramente condannato l’atto. A Venezia ci sono state cariche e l’uso di idranti quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere la sede dell’industria militare Leonardo. Le interviste realizzate al corteo di Milano da Martino Fiumi.

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    1) Tutti gli uomini del presidente Zelensky. Il braccio destro del presidente ucraino, Andriy Yermak, si dimette dopo lo scandalo corruzione. (Chawki Senouci) 2) Impunità e silenzio internazionale. Dalla Cisgiordania a Gaza, il governo israeliano uccide con le armi e con la burocrazia. (Giulio Cocchini - CESVI) 3) Intercettare i migranti ad ogni costo. La Francia, su pressione del Regno Unito, sperimenta nuovi pericolosi metodi per fermare l’immigrazione della manica. (Veronica Gennari) 4) I figli dello stato. Il sistema di protezione dei minori in Francia è in crisi e la proposta di un nuovo disegno di legge apre lo spazio per un dibattito più ampio. (Francesco Giorigni) 5) Spagna, per la prima volta un presidente tedesco rende omaggio alle vittime del bombardamento di Guernica. (Giulio Maria Piantedosi) 6) Ogni secondo si perde un albero. Mentre l’unione europea rinvia la norma per salvaguardare le foreste, centinaia di specie di alberi sono a rischio estinzione. (Alice Franchi, Martina Borghi - Greenpeace Italia) 7) Mondialità. Il secondo tempo per le guerre commerciali. (Alfredo Somoza)

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