
Non è solo il 62 per cento in più di persone che rispetto a dieci anni fa bussa alle porte della Caritas, risalta soprattutto quel 23,5 per cento di cittadini che chiedono assistenza pur avendo un lavoro, un’occupazione che quindi non costituisce più un fattore che protegge dalla povertà. Il rapporto della Caritas mette insieme in un lungo elenco tutte quelle emergenze che certo esistevano anche anni fa ma che ora sono diventate croniche e che il governo in questi due anni ha affrontato con misure spot, come il decreto per aprire anche nel fine settimana gli studi medici, ma che finge di non vedere il vero problema, cioè i soldi che mancano alle persone per curarsi. E’ accaduto anche oggi, in un video Giorgia Meloni ha presentato un progetto sulla prevenzione sanitaria, ma il rapporto della Caritas conferma quello del Gimbe secondo cui il sette per cento della popolazione non avrebbe neanche i soldi per fare esami preventivi. Povertà, cure inaccessibili, abitazioni non dignitose, anziani in difficoltà, ogni aspetto corrisponde a mancate risposte del governo, che per coprire il vuoto riempie la sua agenda di misure emergenziali, propagandistiche, come quelle sull’immigrazione, con i centri in Albania, oppure il decreto sicurezza, creando nemici da cui difendersi, mostrando il pugno di ferro e restringendo i diritti. Il salario minimo, battaglia unitaria delle opposizioni, è stato bocciato dalla maggioranza, la pensione agli anziani è aumentata di 3 euro al mese, il nuovo cuneo fiscale provocherà un aumento delle tasse. C’è un tessuto sociale fatto di italiani che hanno un lavoro ma che non riescono a vivere dignitosamente, il governo lo sa bene, per questo anche tutto il dibattito sull’aumento della spesa militare al cinque per cento del Pil per ora è quasi in sordina, rischia di creare malcontento anche tra i suoi elettori, ma è un tema che la Presidente del Consiglio dovrà affrontare in Parlamento e nel Paese.