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Una lezione di cittadinanza

una lezione di cittadinanza

Ramy, 13 anni, uno degli eroi del pullman, ha dato una lezione a tutti. «Se mi daranno davvero la cittadinanza italiana sarò felice. Per essere schietti, è il mio sogno. Ma allora dovrebbero darla anche a mio fratello e ai miei compagni di classe di origini straniere che vivono in Italia da tanto tempo e magari sono pure nati qui» – ha detto ai giornalisti. Anche Adam, l’altro ragazzo che ha dato l’allarme, la meriterebbe. Sua madre l’ha chiesto“ I bambini sono tutti eroi, sono tutti stati bravi. C’è stata anche una bella collaborazione!.”

Il ministro della pubblica istruzione Bussetti ha confermato che il Viminale per Ramy affronterà il caso. Si è recato a Crema per incontrare i ragazzi coinvolti. Li ha elogiati e ha elogiato i loro insegnanti.”Hanno formato una bella squadra”.

Bussetti però ha dimenticato di elogiare anche i genitori di questi ragazzi. Ha citato giustamente gli insegnanti, ma non i genitori. Come se non esistessero, come se il padre e la madre di Ramy e Adam, di origini albanesi e marocchine, e i genitori di tutti gli altri non avessero anche loro il merito di aver cresciuto in questi ragazzi quei principi di solidarietà, reciproco aiuto, coraggio e senso civico che sono alla base della straordinaria reazione di questi dodicenni di fronte al pericolo. Come se i loro genitori non c’entrassero nulla in quella educazione che ha permesso a questi ragazzi di avere gli strumenti per, prima tentare di tenere testa all’autista con il dialogo e poi uscire tutti indenni dalla brutta avventura. Come se i padri e le madri non avessero avuto alcun peso nella ammirevole sobrietà, lucidità e maturità con cui i ragazzi raccontano quello che è accaduto loro, una sobrietà così lontana dagli isterismi, dalle enfasi,dalle strumentalizzazioni degli adulti, della politica e dello show dei media su questa vicenda così simbolica per l’immigrazione in Italia. Ramy, Adam e gli altri, ci hanno detto cosa vuol dire essere cittadini di questo paese. Ce lo hanno detto i loro genitori e i loro insegnanti. Chi sta ancora a cavillare sullo Ius Soli o è in malafede o è un uomo del passato.

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    Michele Migone
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