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Rafael Nadal si ritira: l’addio al tennis alle Finals di Coppa Davis di novembre

Nadal

Un video di quattro minuti e mezzo in cui racchiudere una carriera. Rafael Nadal ha annunciato oggi il suo ritiro dal tennis. A 38 anni, ha deciso che la fase finale di Coppa Davis, in Spagna, il prossimo novembre, segnerà la fine della sua vita da atleta professionista.

Gli ultimi due anni, pieni di infortuni e con pochi fugaci bagliori del fenomeno che è stato, hanno mostrato Nadal in una veste in cui nessuno dei suoi tifosi, sparsi per tutto il mondo, avrebbe voluto vederlo. Un corpo pieno di acciacchi, logoro, a malapena in grado di competere ancora ad alto livello. Niente di più lontano dal fenomeno che, a lungo, è stato uno dei più grandi sportivi mai ammirati.

Con ventidue tornei del Grande Slam conquistati, 14 sulla terra rossa del Roland Garros (più del doppio di chiunque altro) e più di mille partite vinte in carriera, Nadal non è stato solo un vincente. Ha spinto il suo tennis fatto di forza e sudore, muscoli e fatica, oltre i limiti del pensabile. Solo così ha potuto dare vita a una delle rivalità più raccontate e riuscite di sempre, quella con Roger Federer. Come Federer ha saputo incarnare l’eleganza e la raffinatezza del talento, così Nadal ha rappresentato l’agonismo, la determinazione, la voglia di non arrendersi mai alla sconfitta.

Insieme a Federer, insieme a Novak Djokovic, Nadal è stato il grande protagonista di un’epoca forse irripetibile del tennis. Quella in cui tre campioni di una dimensione enorme si sono sfidati e migliorati a vicenda. Con caratteristiche e stili diversi hanno dominato questo sport per almeno 15 anni.

Nadal ha trovato la sua via verso la vittoria passando anche attraverso il dolore. Ha consumato il suo fisico fino all’ultimo. Non ha avuto paura di mostrarsi fragile, indebolito, dopo anni in cui è sembrato invincibile. Questo suo sentirsi in pace con sé stesso solo dopo aver dato tutto è forse il grande insegnamento che lascia a chi lo ha seguito.
Nel suo video di saluto, a tratti commosso ma in fondo anche prevedibile, le parole più cariche di significato Nadal le ha pronunciate verso la fine: “Smetto con la tranquillità assoluta di aver dato tutto, di aver fatto il massimo sforzo possibile”. Frasi che potrebbero sembrare formali, dovute, come i ringraziamenti alla famiglia, allo staff, ai tifosi. Dette da lui però fanno un altro effetto. Sanno di sollievo. Sanno di consapevolezza di aver fatto la storia del tennis.

  • Autore articolo
    Luca Parena
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    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

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    In Sudan la violenza di genere e lo stupro usato come arma di guerra sono all’ordine del giorno. Nel mezzo della crisi umanitaria più grave del mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di un conflitto che si consuma anche sui loro corpi. La ong italiana Cesvi lavora sul campo per offrire supporto psicologico alle donne e alle loro famiglie. Martina Stefanoni ne ha parlato con Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Musica come atto terapeutico: il nuovo album di Marco Giudici

    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

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