Approfondimenti

“Quegli spari li sogno tutte le notti”

Giuseppe Antoci

Tutti archiviati. Per i magistrati della procura di Messina. i 14 indagati per l’attentato del maggio 2016 contro Giuseppe Antoci, allora presidente del Parco dei Nebrodi.

Secondo i pm non ci sono prove sufficienti a sostenere l’accusa a processo. Ma le indagini hanno confermato che quel giorno, sulla strada che da Cesarò porta a San Fratello, ci fu un agguato mafioso. Efferato. Con l’obiettivo di togliere di mezzo l’uomo che aveva messo le mani sul business miliardario del affitto dei terreni demaniali.

Aziende mafiose che riescono a ottenere lucrosi appezzamenti dallo Stato. Il Protocollo di legalità voluto e fatto approvare da Antoci era troppo grave, per le cosche. E allora, i massi sulla strada, l’auto bloccata, i colpi di mitra. Solo l’intervento della scorta del dirigente del commissariato di Sant’Agata di Militello Daniele Manganaro, che in auto seguiva quella di Antoci, evitò il peggio.

Ora un’archiviazione che sa di beffa. Ma Antoci, forte anche della conferma dell’origine mafiosa dell’attentato, non si arrende. Anche se la sua vita, da allora, non è stata più la stessa.

È stato confermato che questo è stato uno degli attentati più efferati dopo le stragi. Nella storia di questa terra, la Sicilia, soprattutto sugli attentati di mafia, è stata sempre fatta luce tramite le ricostruzioni dei pentiti. Io spero che possa uscire presto un collaboratore di giustizia che faccia nomi e cognomi. Solo così i miei sogni, nonostante i non siano più tranquilli come prima, potranno essere alleviati dall’aver avuto giustizia. Non passa una notte in cui non ricordo quegli spari, quelle grida, i volti smarriti e impauriti del vicequestore Manganaro e degli uomini della scorta, di mia moglie e delle mie figlie quando mi hanno portato a casa dopo l’ospedale. La mia vita non sarà più la stessa di quella che era il giorno prima dell’attentato che mi ha colpito, ma non lo sarà finché non vedrò alla sbarra e condannati coloro che quella notte volevano ucciderci, pensando di fermare un’azione di illegalità e di sviluppo che in questo territorio era stata portata avanti. Hanno perso perchè quella notte lo Stato ha reagito e mi ha salvato la vita, hanno perso perchè è stata fatta una norma dello Stato italiano che ha recepito il mio protocollo, hanno perso perchè stanno sequestrando tutti i beni a tutti i capimafia, dopo anni che lucravano sui fondi europei dell’agricoltura. Hanno perso. E la parte che allevia le sofferenze e quello che purtroppo mi porterò dentro per tutta la vita è proprio questa, il fatto che hanno perso una bella partita.

Le 14 persone che erano indagate sono state prosciolte, quindi evidentemente non erano loro, secondo la magistratura, gli esecutori di quello che è capitato.

Da quello che sembra, la Magistratura dice di non aver potuto provare la loro colpevolezza. Io non lo so. Bisognerà capire nel proseguo come riaprire le indagini, ma occorre che ci sia qualcuno che faccia nomi e cognomi e dia la possibilità di identificare almeno i mandanti. Io ho bisogno di vedere questa gente indagata e condannata, perchè nonostante i successi che abbiamo ottenuto e che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia attraverso il lavoro che abbiamo fatto, occorre che sia fatta giustizia e sia fatta luce su questo attentato e spero che avvenga presto.

Lei non ha alcun dubbio che si sia trattato di un attentato mafioso?

No, non ha dubbi la magistratura. Su questo non mi sembra che ci siano dubbi da parte di nessuno. Anzi, la ricostruzione parla proprio di un agguato mafioso per fermare il protocollo di legalità. Oggi il protocollo viene considerato dai più autorevoli esponenti della magistratura e di chi conosce i fenomeni mafiosi come uno degli atti normativi più forti nel colpire i patrimoni mafiosi dopo la Rognoni – La Torre. Loro lo avevano capito ed erano molto impauriti.

Che sentimento prova quando ripensa a quello che è successo?

La paura fa parte della vita di ognuno di noi, ce l’avevo prima di continuare con alcune decisioni che ho preso consapevolmente sapendo di essere in pericolo. Appare chiaro che questa paura va gestita, anche in questo momento. Io sono una persona che ha un regime di sicurezza tra i più elevati nel Paese, quindi da questo punto di vista lo Stato mi sta proteggendo nella maniera più adeguata, anche in virtù di tutte le operazioni di servizio dei sequestri che stanno facendo in tutta Italia per la norma che ho proposto e aiutato ad approvare.

Lei ci ha già raccontato come è cambiata la sua vita. Adesso, ripensandoci, rifarebbe tutto quello che ha fatto?
Nella vita occorre prendere due strade: o la strada di fare quello che si ritiene giusto riuscendo a farsi la barba la mattina e guardandosi allo specchio, oppure l’altra, quella di essere vigliacchi, abbassare gli occhi e poi però la mattina è un problema guardarsi allo specchio e guardare i propri figli. Io ho deciso di scegliere la prima strada, scegliendola con la mia famiglia, consapevole dei rischi che stavo portando avanti e del rischio della vita che mi avevano detto essere una delle cose possibili. Lo rifarei domattina, perchè bisogna dare un senso alla vita e un senso all’educazione che si dà ai propri figli. Nella vita a volte si educa non solo con quello che si dice e con quello che si fa, ma si educano le persone anche con quello che si è. Io spero di essere stato un buon padre.

Giuseppe Antoci
Foto dalla pagina FB di Giuseppe Antoci https://www.facebook.com/antocipeppe/
  • Autore articolo
    Alessandro Principe
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 01/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 01/12 17:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 01/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 01/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Poveri ma belli di lunedì 01/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 01-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di lunedì 01/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 01-12-2025

  • PlayStop

    Volume di lunedì 01/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 01-12-2025

  • PlayStop

    In Cisgiordania situazione sempre più pericolosa, anche per gli attivisti

    Dopo l'aggressione a tre attivisti italiani in un villaggio vicino a Gerico, abbiamo intervistato Elena Castellani, attivista di Assopace Palestina, una delle organizzazioni di sostegno della missione in interposizione non violenta nei territori occupati, che ci spiega qual è il lavoro dei volontari e il contesto nel quale si trovano. “Gli attivisti internazionali di interposizione non violenta – spiega Elena Castellani - aiutano i palestinesi in vari modi, come la sorveglianza notturna o diurna, l'accompagnamento dei bambini, dei pastori, per cercare di evitare le aggressioni dei coloni, che sono praticamente quotidiane: i palestinesi vengono feriti, malmenati, a volte anche uccisi e quando va meno peggio, i coloni distruggono le proprietà, le case, ammazzano gli animali. I coloni vengono fiancheggiati dai militari israeliani che, invece, di proteggere gli aggrediti difendono i coloni, cioè gli aggressori”. L'intervista di Alessandro Principe.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    La Fura dels Baus a Milano con un Amleto contemporaneo che lotta per l'ambiente

    La Fura dels Baus, celebre compagnia catalana, torna a Milano, alla Fabbrica del Vapore con la sua nuova creazione immersiva “SONS: SER O NO SER”, ispirata all’Amleto di William Shakespeare. L’opera sarà in scena fino al 14 dicembre 2025 in un allestimento site-specific che trasformerà completamente gli spazi della Fabbrica del Vapore, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale e coinvolgente fuori dagli schemi, che attraversa temi contemporanei, dall'ambiente ai conflitti. Lo ha spiegato Carlus Padrissa, direttore artistico della Fura dels Baus.

    Clip - 01-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di lunedì 01/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 01-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di lunedì 01/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 01-12-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 01/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Marina Fabbri intervistata da Barbara Sorrentini sul programma dedicato ai libri e ai premi letterari del Noir in Festival; la mostra "Ombra di tutti" alla Casa della Memoria dell'artista Patrizio Raso; la compagnia Dammacco/Balivo con "Spezzato è il cuore della bellezza" all'Elfo Puccini; la rubrica GialloCrovi a cura di Luca Crovi...

    Cult - 01-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di lunedì 01/12/2025

    Bye bye progressività fiscale. Il governo Meloni cerca di cancellare uno dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana e antifascista e propone un ritorno “di fatto” alle regole proporzionali dello Statuto Albertino. «L’ultima legge di bilancio è un proliferare di tasse piatte», ha raccontato Roberto Seghetti, giornalista economico e politico, ospite di Pubblica e autore di «Le tasse sono utili. Dal sistema fiscale dipendono democrazia e qualità della vita» (Nutrimenti 2024).

    Pubblica - 01-12-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di lunedì 01/12/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 01-12-2025

  • PlayStop

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE

    KADER ABDOLAH - QUELLO CHE CERCHI STA CERCANDO TE - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 01-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di lunedì 01/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 01-12-2025

Adesso in diretta