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“Putain de vie”, il graphic novel di Muriel Dourou

"Putain de vie", il graphic novel di Muriel Dourou

Tra le lavoratrici e i lavori del sesso ci sono tantissime persone sfruttate, schiavizzate e vittime della tratta di esseri umani. Ma ci sono anche persone che rifiutano di essere considerate vittime a prescindere. Alcune di loro scelgono quella strada e chiedono che i loro diritti e la loro sicurezza vengano garantiti. Altre, che vittime lo sono state, continuano a praticare il sesso a pagamento perché pensano sia l’unica cosa in cui sono brave e che permette loro di guadagnare decentemente, ricordandoci che poter scegliere è un privilegio di chi può soddisfare i suoi bisogni primari. Per molte persone nate in povertà e cresciute in ambienti violenti, la prostituzione può diventare anche una rivendicazione: se il rischio è che gli altri sfruttino e approfittino del mio corpo, a questo punto tanto vale che lo faccia io, raccogliendone direttamente i benefici. E c’è anche chi trova in quel mondo e in quel modo di vivere la liberazione dagli stereotipi in cui era stata imprigionata, come raccontano le donne trans sudamericane che appaiono nel graphic novel Putain de vie, della francese Muriel Dourou.

A metà strada tra reportage d’inchiesta e documentario, questo romanzo grafico dà direttamente la parola alle lavoratrici e i lavoratori del sesso che l’autrice ha incontrato con l’aiuto di Medecins du monde e dell’associazione Paloma. Un uomo e nove donne raccontano in prima persona, in modo schietto e senza fronzoli, le loro vite ai margini tra Africa, Sud America, Asia ed Europa. Delle vite segnate dalla violenza e dallo sfruttamento, ma anche dalla militanza e dal riscatto. Dourou ha scelto un tratto realistico e una scansione in vignette per creare delle istantanee di vita quotidiana, regolarmente accompagnate dalle voci fuori campo pacate e precise dei protagonisti, che generalmente chiudono ogni capitolo con un piccolo monologo per far sapere al lettore cosa stanno facendo oggi. I disegni sfuggono al patos e al pietismo ma non nascondono le sevizie e non censurano le nudità: è attraverso delle vignette mute o a tutta pagina che vengono fatti risaltare i momenti più forti di ogni storia, dosando sapientemente l’impatto del racconto sul lettore.

Mostrando il mondo della prostituzione dal punto di vista di chi lo vive, questo fumetto fa riflettere sull’impatto di certe decisioni politiche, come quella di criminalizzare i clienti, ma cerca anche di scardinare gli stereotipi e le certezze morali che influenzano il nostro modo di affrontare la questione. “Da donna bianca e occidentale a cui non è mai mancato l’affetto dei genitori e che non ha mai sofferto la fame, mi aspettavo il peggio” scrive Dourou. “E il peggio è emerso nei loro racconti. Ma non ho incontrato soltanto vittime. Spesso osserviamo le loro esistenze esclusivamente attraverso la nostra esperienza. Scordandoci che siamo dei privilegiati. L’esperienza che vi propongo di condividere è scoprire con rispetto e senza commiserazione gli straordinari percorsi che mi sono stati generosamente confidati, astenendosi da qualunque giudizio.

  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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