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Puntare a una non sconfitta

Letta Direzione PD sconfitta

Limitare i danni della sconfitta. Letta oggi ha lanciato la battaglia per vincere le elezioni politiche ma basta convincere un deputato Pd a dare l’interpretazione autentica del momento, fuori registrazione, e la descrizione della realtà è un’altra: “Puntiamo a 180 seggi noi e 220 loro, qui alla Camera“.

La direzione nazionale del PD ha dato a Letta i mandati che il segretario chiedeva: un mandato a trattare con le mani libere sulle alleanze e un mandato a candidarsi di fatto a correre come leader candidato a Palazzo Chigi. Letta li ha chiesti usando un termine inglese: “Voglio essere il front runner”.

E sulle alleanze, il segretario Pd ha detto che si tratterà solo di alleanze elettorali. Nessun impegno per il dopo. La presa d’atto che una vera coesione tra personalità e soggetti così diversi tra loro sarà impossibile. L’ammissione che il massimo del risultato possibile sarà mettere tutto insieme con il collante dell’interesse numerico. Quanti seggi a ciascuno? E di questo, dei seggi e delle liste, si tratta in queste ore, più che delle visioni ideologiche. Un’altra partita che Letta vuole gestire in prima persona.

I posti sono molti meno che in passato, le ambizioni sono tante. Quelle dei piddini, quelle dei potenziali alleati. Quelle di chi per ora è fuori, come Renzi o come Di Maio. Nessuno, in Parlamento, crede che correranno davvero da soli, alla fine.

Ma con chi andranno? Renzi potrebbe trovare un accordo con Calenda. Di Maio lavora col sindaco di Milano Sala per una lista che abbia un minimo di appeal anche al di fuori del collegio elettorale del ministro degli Esteri. Sono operazioni di tecnica elettorale, con l’occhio ai seggi e alle percentuali. Per limitare i danni. Per sognare una non sconfitta.

Per vedere cosa accadrà dopo, quando anche coi 5 Stelle un dialogo potrebbe riprendere come immaginano in diversi nel Pd. Puntando sulle contraddizioni della destra che nelle ultime 24 ore sono esplose. Perché se il centrosinistra o come lo si voglia chiamare oggi piange, il centrodestra non ride, con Berlusconi e Salvini decisi a contenere Meloni. Si parlava molto di questo, oggi, dalle parti del PD.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    1) Al via la Cop30. A Belem, il presidente Lula ha aperto i negoziati sul clima. Parallelamente, è iniziato anche il controvertice dei popoli, che porta al centro le voci dei movimenti e delle comunità indigene. (Francesco Martone, presidente dell’assemblea dei giudici del Tribunale Internazionale dei Diritti della natura) 2) Trent’anni fa veniva ucciso Ken Saro Wiwa, l’attivista e poeta nigeriano ucciso per aver protestato contro le multinazionali dell’industria petrolifera e i loro danni ambientali. Il ricordo di esteri. 3) Un presidente siriano alla casa bianca. Per la prima volta nella storia del paese, il presidente Al Sharaa visita il presidente degli stati uniti in un incontro cruciale per il futuro della Siria. (Marco Magnano) 4) La BBC nell’occhio del ciclone. I vertici dell’emittente pubblica britannica si dimettono per uno scandalo sulla manipolazione delle notizie. (Elena Siniscalco) 5) India, esplosione a New Delhi all’esterno dello storico Red Fort. Almeno 8 persone uccise. La polizia indaga sull’accaduto. (Emanuele Valenti) 6) Francia, dopo 21 giorni di carcere Nicolas Sarkozy da oggi è in libertà vigilata. Si conclude così l’epopea che l’ex presidente aveva descritto come un martirio. (Francesco Giorgini) 7) Serie Tv. Pluribus, su AppleTv la nuova creazione dell’autore di Breaking Bad (Alice Cucchetti)

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    È uscito “Vivere Le Vite degli Altri”, secondo album della band toscana Oodal che oggi è passata a trovarci a Volume. Scritto in gran parte in un casolare di montagna, l’album si muove tra elettronica e dream pop, esplorando il tema dell’identità: “Parla di perderla, ritrovarla e non capirla”, racconta la band ai microfoni di Radio Popolare, e di vivere esperienze così in simbiosi che a volte ti sembra di aver vissuto anche la vita di qualcun altro. Ascolta il MiniLive degli Oodal.

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