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Primarie a Milano: Sala non è il favorito

Alessandro Amadori, analista dei flussi elettorali di Coesis Research, ha le idee chiare: il risultato finale delle primarie di Milano non è scontato.  Giuseppe Sala, che dovrebbe annunciare la sua discesa in campo nei prossimi giorni, è il favorito, ma non è un candidato imbattibile. Anzi. La sorpresa è dietro l’angolo.

“La corsa è aperta. Le primarie sono delle elezioni particolari, influenzate dal tipo di pubblico che partecipa a questa competizione, il ‘Popolo delle primarie’. Le sorprese sono quindi possibili rispetto ai sondaggi che girano in questi giorni e che invece prendono in esame un pubblico più ampio rispetto a quello che va ai gazebo”.

La vittoria di Giuseppe Sala non è quindi scontata?

“Direi proprio di no. Abbiamo già visto altre primarie in cui il candidato favorito è stato poi sconfitto. Le primarie sono molto condizionate dai fenomeni di appartenenza e di mobilitazione”.

Chi è l’avversario più forte per Giuseppe Sala?

“In linea di principio direi Francesca Balzani. Non perché Pierfrancesco Majorino sia un persona non apprezzata o con un suo pubblico, ma semplicemente perché il vice sindaco potrebbe capitalizzare i risultati positivi della giunta uscente e perché, poi, potrebbe godere dell’appoggio di quella rete di mobilitazione che fu uno dei motivi del successo di Giuliano Pisapia”.

Ma Majorino e Balzani non si rivolgono allo stesso pubblico?

“In effetti tra i due c’è una forte sovrapposizione, però è stata la Balzani ad avere la benedizione di Giuliano Pisapia. Questa è una carta in più per il vice sindaco nella sua corsa contro Sala”.

E’ancora forte l’effetto Sala oppure è scemato dopo la chiusura di Expò?

“Io penso che l’effetto Sala non sia così forte in questo momento, se mai ci sia stato un tale effetto. Mi spiego.  Sala non è un uomo che comunica molto, che appare molto; non è un profilo particolarmente noto nell’elettorato. Io non parlerei quindi di un effetto Sala, ma di un effetto Expò di cui si è poi avvantaggiato l’ex commissario straordinario. Vedremo come andrà con le primarie. Lui ha un profilo comunicativo molto parco, molto sobrio. Potrebbe essere un profilo non adatto a capitalizzare nelle urne l’effetto di Expò”.

E il suo profilo politico potrebbe avere appeal per il popolo delle primarie?

“E’proprio questo il problema. Il popolo delle primarie, cioè quei 100.000 milanesi che andranno a votare, ha un cuore più di centrosinistra-sinistra. Questo è un fattore negativo per Giuseppe Sala, il suo limite. Ed è il motivo per cui un personaggio come Francesca Balzani potrebbe essere in grado di scombinare i giochi. La partita non è già chiusa”.

 

  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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