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Prima i vaccini poi le riaperture: è la nuova linea del governo

vaccini brevetti

L’ordinanza del commissario Figliuolo dice alle regioni quali sono le priorità nelle vaccinazioni: prima gli anziani, i fragili e i loro accompagnatori. E poi ordine di età. Tutto bene e logico. Peccato la data: 10 aprile. Le vaccinazioni sono iniziate a gennaio, c’era ancora il governo Conte. E già allora il ministero della Salute stabiliva le priorità: operatori sanitari, residenti e operatori delle Rsa, over 80. Abbiamo visto come è andata.

Questo ultimo alzar la voce del governo arriva dopo che per mesi le regioni si sono sbizzarrite, vaccinando in molti casi la qualunque, sulla base di calcoli che con le priorità di chi rischia maggiormente col covid c’entrano poco e coi calcoli elettorali e influenza forse un po’ di più. Tempo in cui le persone più a rischio hanno continuato a morire.

Ora tutto dipende da quanto il governo questa nuova ordinanza la vorrà imporre, e con quali strumenti operativi. Perché fino a oggi l’atteggiamento nei confronti delle regioni non è stato dei più duri. L’arma che ha usato Draghi, la minaccia del riaprire solo dove si saranno vaccinate le persone a rischio, è la più importante messa in campo fin’ora.

Ma quella della pandemia, e dei vaccini quindi, è una battaglia di potere e ora il fronte si sposta di nuovo proprio sulle riaperture. Il leghista Fedriga, presidente del Friuli, diventa presidente della conferenza delle Regioni. La Lega ha un’arma in più per chiedere di aprire, aprire, aprire.

Draghi lo ha detto, prima i vaccini e poi le riaperture. Ma è come per le priorità nella campagna di immunizzazione in corso: se lo imponi, è una cosa. Se lo dici per convincere, non è così semplice farti ascoltare. Perché non è detto che alleati di governo e regioni vogliano darti retta.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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