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    Gramsci e la questione meridionale, rovesciata. Intervista a Nando Dalla Chiesa.

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    Il Nord colonizzatore del Sud, l'industria settentrionale che impone i suoi diktat al meridione agricolo. E' la vecchia “questione meridionale” rappresentata e descritta in decenni di storiografia italiana. Ma i fatti di questi ultimi anni raccontano una storia rovesciata: «il peggio del Sud che va alla conquista del Nord con il consenso delle classi dirigenti del Nord». Sono le parole con cui Nando Dalla Chiesa sintetizza la nuova questione meridionale. “Il peggio del Sud” sono i poteri criminali della 'ndrangheta che si sono insediati in modo stabile in diverse aree del Nord. Nando Dalla Chiesa insegna Sociologia della criminalità organizzata all'Università di Milano. Ha appena pubblicato un libro: “Antonio Gramsci. La questione meridionale” (Melampo Editore). E' un libro che raccoglie gli scritti di Gramsci sulla questione meridionale insieme ad altri testi – sempre di Gramsci – sul Risorgimento italiano e sul ruolo degli intellettuali. E' un tentativo di rispondere a molte domande di oggi (il rapporto tra legalità e illegalità, tra stato di diritto e poteri criminali) andando a cercare delle risposte in alcune pagine di Gramsci. A Memos Dalla Chiesa racconta anche la novità del suo approccio ai testi gramsciani: l'aiuto maggiore alla comprensione delle radici del fenomeno criminale di oggi arriva più dai testi sul Risorgimento e sugli intellettuali che non da quelli propriamente conosciuti come gli scritti su “la questione meridionale”. «Sono convinto – dice Dalla Chiesa a Memos – che nella produzione di Gramsci sulla storia della cultura italiana, degli intellettuali, ci sia molto materiale importante per capire cosa sta accadendo oggi. Ci sono fenomeni che possono essere interpretati soltanto con uno sguardo profondo sulla storia del paese. Serve ad avere una maggiore coscienza delle cose che bisogna fare. Continuiamo a dire che non basta la risposta giudiziaria e repressiva, ma se non andiamo a fondo nelle cose allora anche la risposta culturale rischia di rimanere inadeguata».

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    Ilan Pappè è uno storico, socialista, cittadino israeliano, ebreo, professore di storia all'Istituto di studi arabi e islamici e direttore del Centro europeo per gli studi sulla Palestina presso l'università di Exeter (Inghilterra). Il professor Pappè ha scritto: ho dedicato tutta la mia vita adulta alla causa palestinese. In Italia è uscito in queste settimane il suo ultimo libro intitolato “La fine di Israele” (Fazi Editore, 2025). Raffaele Liguori lo ha intervistato.

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    Il governo fa quel che fa, l’astensionismo cresce, Meloni aumenta il suo consenso relativo, l’opposizione si organizza, ma al suo interno. Nel Pd si ridefiniscono e rafforzano le correnti, nel M5S si discute del rapporto con il Pd. Risultato: non si percepisce una proposta chiara e convincente da parte del c.d. centrosinistra. Perche? Ospiti: Lorenzo Zamponi, sociologo, editor di Jacobin Italia; Andrea Carugati, cronista politico de Il Manifesto; Mario Lavia, cronista politico de L’inkiesta. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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