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L’Italia e la nostalgia per Gheddafi

Il governo italiano propone all’Unione europea un piano per limitare l’arrivo di migranti nei prossimi mesi, che – sulla base degli elementi finora conosciuti – sembra analogo all’accordo Ue-Turchia, che prevede il respingimento dei migranti economici.

Gli sbarchi di queste ultime ore – già migliaia – sono solo il preludio di ciò che avverrà nel Mediterraneo con la rotta balcanica sigillata.

E molti Paesi – non solo l’Austria con la barriera al Brennero – si preparano già, preventivamente, a respingere i migranti che potrebbero ammassarsi alle sue frontiere.

L’Italia rischia quindi di avere il ruolo che nella rotta balcanica ha avuto la Grecia, cioè rischia di essere la prima sponda europea sulla quale i migranti vengono identificati e, se non aventi diritto all’asilo politico, rispediti nel Paese di partenza che, nel nostro caso, sarebbe la Libia che adesso ha un governo. Un governo fortemente voluto dall’Italia e sicuramente anche sostenuto economicamente e politicamente.

Insomma l’Italia sembrerebbe avere una sorta di nostalgia di Gheddafi: era un gran farabutto, ma era il nostro farabutto che non mancava di farci fare figuracce e di umiliarci, ma che non ha mai sgarrato sulle questioni che contano, cioè non ha mai aperto incondizionatamente i rubinetti dei migranti che in molti casi ha lasciato marcire in mano ai trafficanti, nei remoti e desertici confini meridionali del suo Paese.

Oggi poi in Libia ci sono anche l’Isis e al Qaeda che rischiano di fare del business dei migranti una lucrosa forma di finanziamento delle loro attività.

Insomma l’Italia che minimizza non sembra pronta ad avere una propria Idomeni per la quale Tsipras si è espresso affermando che l’atteggiamento macedone è una vergogna per l’Europa. Dichiarazioni cadute nel silenzio cosmico dell’Europa, e anche dell’Italia.

  • Autore articolo
    Raffaele Masto
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