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Per il governo, la responsabilità degli scontri a Torino è tutta della sinistra

Scontri a torino

Per il governo la responsabilità degli incidenti avvenuti a Torino e delle proteste degli studenti è tutta della sinistra. Questo è lo schema utilizzato oggi da quasi tutti i ministri, Meloni e Salvini in testa. Puntano il dito contro i partiti dell’opposizione colpevoli secondo loro di fomentare gli incidenti. Elly Schlein già nel primo pomeriggio esprimeva solidarietà ai quindici poliziotti portati in ospedale dopo lo scoppio di un petardo urticante, ma Giorgia Meloni sembra far finta di niente, perché la linea è quella di dare la colpa di questo clima all’opposizione, in particolare al Partito democratico, per far paura all’elettorato e guadagnarci un po’ di voti nei prossimi giorni, a cominciare dall’Emilia Romagna. “Estremismo rosso di sinistra, pericolo per la democrazia”, dice il ministro Ciriani, “zecche rosse”, ripete di nuovo Salvini, Meloni insinua che la sinistra con ambiguità protegga e giustifichi gli incidenti. Serve a fare paura, eppure è stata Elly Schlein ieri sera a svelare la strategia della presidente del Consiglio. Ha infatti rivelato di averla cercata al telefono in mattinata, per chiederle perché da una settimana le attribuisce “cose che non ho mai detto o fatto, racconta la segretaria del Pd, dalla partecipazioni a cortei a posizioni sulla nomina di Fitto mai prese”. “Meloni, aggiunge la segretaria del Pd, non ha risposto al telefono, ho capito subito anche il motivo, perché poco dopo nel comizio a Perugia doveva dire che io non rispondo”. È infatti questa lo schema della destra in questo periodo, accusare gli altri di tutto quello che accade, allontanando le proprie responsabilità, a cominciare dalla manovra economica, di cui meno si parla e meglio è.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    La lezione del cassiere: lottare paga sempre

    Fabio Giomi fa da 15 anni il cassiere di un supermercato Pam a Siena e, suo malgrado, è diventato protagonista della storia di fine anno che abbiamo scelto. Licenziato in tronco dall'azienda dopo che nel cosiddetto "test del carrello" non aveva identificato dei prodotti nascosti in altri prodotti da parte di un ispettore mentre passava la spesa (un controllo a sorpresa che aveva già subito qualche tempo fa) ha deciso di non piegare la testa e si è rivolto al suo sindacato, la Filcams Cgil, e ha fatto causa. Nonostante le proposte di riconciliazione dell'azienda, lui è andato in giudizio e alla prima udienza ha vinto: reintegro, danni e spese processuali pagati da Pam Panorama. Perché la dignità non deve essere mai mercificata né sottomessa. E lottare per i diritti paga sempre. Ricordiamolo. Intervista di Claudio Jampaglia

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