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Penati assolto: “Il fatto non sussiste”

“Il fatto non sussiste”. Sono stati assolti tutti gli undici protagonisti dell’inchiesta Sistema Sesto, a partire dall’ex Presidente della Provincia di Milano, ed ex sindaco di Sesto San Giovanni, Filippo Penati. Lo ha deciso in primo grado il Tribunale di Monza presieduto dal giudice Giuseppe Airò.

Le accuse arrivate a giudizio per Penati erano due casi di corruzione e uno di finanziamento illecito. La prima era per aver favorito l’imprenditore dei trasporti Pietro Di Caterina per i rimborsi del sistema dei biglietti dei mezzi pubblici nel milanese. La seconda per la compravendita di un immobile a Sesto tra Di Caterina e Bruno Binasco, dirigente del gruppo Gavio, azionista di minoranza della concessionaria autostradale Milano Serravalle. L’ultimo addebito, quello per finanziamento illecito, era per i fondi ricevuti dalla sua fondazione Milano Metropoli da parte della concessionaria delle tangenziali cittadine.

Insieme a Penati sono stati assolti l’ex capo di gabinetto della Provincia Giordano Vimercati, l’ex segretario di Palazzo Isimbardi Antonino Princiotta, l’ex manager Bruno Binasco, gli imprenditori accusatori Di Caterina e Giuseppe Pasini, e altri dirigenti del gruppo Gavio, Norberto Moser, e della Milano-Serravalle Massimo De Marco e Gianlorenzo De Vincenzi. Il pubblico ministero Franca Macchia aveva chiesto quattro anni di pena per Penati, e due per Di Caterina.

Durante le fasi iniziali del dibattimento l’esponente del partito democratico si era avvalso della prescrizione per l’accusa di concussione per le concessioni edilizie per le aree ex Falck ed ex Marelli di Sesto, inizialmente aveva dichiarato che non se ne sarebbe avvalso.

Nei mesi scorsi Penati era stato anche assolto dalla Corte dei Conti per la valutazione eccessiva nell’acquisto da parte della Provincia di azioni della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio. Il pubblico ministero si è riservato di valutare se fare appello. Ovviamente soddisfatto Penati: “Si è messa fine a un’ingiustizia durata quattro anni”.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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