Approfondimenti

Cos’è il Patto di Stabilità e Crescita che la Commissione UE vuole rivedere?

Pechino Ucraina Ursula von der Leyen commissione europea

Il Patto di Stabilità e Crescita è di nuovo al centro dell’attenzione della stampa, italiana e non solo, da quando la Commissione Europea ha completato il suo esame e presentato un documento per aprire il dibattito con gli Stati UE e decidere in che direzione andare nelle modifiche da apportare al documento.

Per comprendere meglio cos’è il Patto di Stabilità e Crescita e capire di cosa si sta discutendo in queste ore in Europa abbiamo intervistato l’economista Francesco Saraceno, insegnante all’Università di Parigi e alla Luiss di Roma nonché autore del libro “La Scienza Inutile”.

L’intervista di Raffaele Liguori a Memos.

Cos’è il Patto di Stabilità e Crescita?

Il patto di stabilità, sottoscritto nel 1997 e oggetto di riforme negli anni successivi che non ne hanno alterato il funzionamento, è stato fatto con l’idea che siccome le politiche di bilancio rimanevano nelle mani dei Paesi membri – non siamo una federazione, ma un’organizzazione internazionale – occorreva che ci fossero delle regole che impedissero ad un Paese membro irresponsabile di far pagare il prezzo della sua irresponsabilità agli altri Paesi della zona euro.
E il patto da questo punto di vista ha funzionato: neanche nei momenti più drammatici della crisi si è mai pensato che la zona euro potesse esplodere completamente. Il massimo che si è arrivati a pensare è che un Paese come la Grecia, e ad un certo punto anche l’Italia, potesse uscire.
Questa sorta di protezione dei Paesi della zona euro da un’eventuale indisciplina, però, ha portato al fatto che le politiche di bilancio di tutti i Paesi europei negli scorsi vent’anni sono state in genere molto più inerti e molto meno capaci di reagire agli shock economici di quanto non fossero, ad esempio, quelle di altri Paesi al di fuori dell’Europa. Abbiamo pagato a carissimo prezzo questa regola che doveva proteggere da un’eventuale indisciplina perché, sia in temi di crisi sia nei cosiddetti tempi normali, i nostri governi avevano le mani legate.

Perché la Commissione UE vuole modificare il Patto di Stabilità

Dal 2008-2009 ci si è resi conto, prima fra gli economisti accademici e poi pian piano al al Fondo Monetario, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), la stessa Commissione UE e tra i governi dei Paesi più avanzati, che troppo in fretta in passato era stata messa da parte la politica di bilancio come strumento di stabilizzazione dell’economia. Per 20 anni si era detto le politica di bilancio non deve essere usata, i mercati vanno tranquilli e sono efficienti e quando c’è qualche problema è meglio usare la politica monetaria.
La crisi ha mostrato che i mercati non sono efficienti e che la politica monetaria spesso non è il modo più efficace per combattere la crisi e per riuscire a combattere le fluttuazioni del reddito. E da qui si è rimessa in gioco la politica di bilancio e questo, con molto ritardo, ha finalmente investito anche le istituzioni europee, che oggi si chiedono se non dovremmo avere delle regole che consentano anche a Paesi che hanno teoricamente poco margine di manovra di mettere in campo delle politiche di transizione ecologica o per contrastare la povertà e così via. È comunque uno sviluppo positivo. Sul risultato di questo processo dobbiamo aspettare.

Foto dalla pagina ufficiale della Commissione Europea su Facebook

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 23/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 23/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 23/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 23/12/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 23-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 20:32

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Popsera di martedì 23/12/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 23-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 23/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 23-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 23/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 23-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 15:36

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Manovre pericolose

    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede purtroppo in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

    A qualcuno piace verde - 23-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 23/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 23-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 23/12/2025

    Considera l'armadillo di martedì 23 dicembre 2025 ospite Alessandra Abidin che ci ha parlato dei 10 anni di @Ernesto's Sanctuary for Cats in Syria, @houseofcatsernestos il santuario nato per ricordare il gatto di Alessandra e che ora ospita 2380 gatti e altre centinaia di altri animali dando lavoro a 18 persone in Siria. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 23-12-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 23/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: il direttore d'orchestra Luigi Cinque e la violoncellista Giovanna Famulari sul concerto di S. Stefano alla basilica di Santa Maria in Ara Coeli a Roma; Franco Citterio su "La bella addormentata" al Piccolo Teatro Grassi e sulla stagione 2026 della Compagnia Marionettistica Colla; al Teatro Carcano lo spettacolo delle feste è "Hair" in versione italiana, con la regia di Simone Nardini; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 23-12-2025

  • PlayStop

    La conversazione: Felice Accame

    Claudio Agostoni dialoga con Felice Accame, saggista, teorico della Comunicazione, storico collaboratore di Radio Popolare.

    La conversazione - 23-12-2025

Adesso in diretta