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Onu, rapporto Ipcc: il riscaldamento globale sta già avendo conseguenze irreversibili sul clima

Il rapporto dell' Onu – Ipcc

Il rapporto dell’Onu – Ipcc è chiaro. Il riscaldamento globale è una realtà e sta già avendo conseguenze sul clima: dalle ondate di calore, alle piogge torrenziali, alla desertificazione.

Nel 2019, le concentrazioni di Co2 più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra le più elevate in 800.000 anni. Negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a velocità senza uguali negli ultimi 2.000 anni e l’aumento medio del livello del mare è cresciuto in modo mai visto negli ultimi 3000 anni e sarà “irreversibile per centinaia o migliaia di anni”. A lanciare l’allarme è un rapporto dell’Onu. I livelli di riscaldamento di 1,5 e 2 gradi sopra i livelli pre-industriali saranno superati entro il XXI secolo a meno che nei prossimi decenni non si riducano profondamente le emissioni di Co2 e di altri gas serra. Nel gruppo di ricercatori internazionali dell’Ipcc che ha realizzato il rapporto c’è anche il ricercatore del Cnr Sandro Fuzzi. Alessandro Principe lo ha intervistato.

L’intervista integrale è riascoltabile nel podcast della puntata di Ora di Punta di lunedì 9 agosto.

Il compito della Ipcc è quello di fornire ai decisori politici le basi scientifiche a sostegno di ciò che si sa sul cambiamento climatico. Il sesto rapporto della Ipcc fa il punto della situazione rispetto al surriscaldamento globale.

Che cosa ci dice questo rapporto?

Ci dice molte cose. Volendo riassumere dice che le emissioni dei gas serra dovute all’attività umana costituiscono la quasi totalità delle cause del riscaldamento climatico, che la temperatura media del pianeta è salita di 1.1° rispetto al periodo pre-industriale e che, a causa del riscaldamento climatico, si stanno verificando dei fenomeni importanti che hanno una ricaduta sulla vita di tutti come le ondate di calore, che hanno un effetto sulla propagazione degli incendi, l’intensificazione delle precipitazioni e le conseguenti inondazioni e i fenomeni di desertificazione che si stanno verificando anche nel sud del nostro paese.

C’è la possibilità di fare qualcosa per rimediare o è già troppo tardi?

Attraverso simulazioni dei possibili scenari futuri abbiamo verificato che, se le emissioni non verranno ridotte drasticamente, le temperature continueranno ad aumentare e di conseguenza gli eventi di cui ho già parlato si intensificherano.
Per evitare questo scenario è necessario un intervento rapido e massivo in modo da limitare le emissioni e rallentare l’aumento della temperatura globale.
Occorre, come ribadito anche in occasione dell’ultimo G20, azzerare le emissioni carboniche entro il 2050.

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    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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    Monica Frassoni, presidente della Alleanza europea del risparmio energetico, commenta l’accordo raggiunto a Bruxelles per gli obiettivi climatici 2040 (90% riduzione delle emissioni ma con 5% di "sconto" ovvero di crediti di carbonio che si possono spendere in progetti di riforestazione in giro per il mondo). Sara Milanese presenta l'incontro dei presidenti a Belém in Brasile come prologo della Cop30 per il clima che inizia lunedì nella citta amazzonica e ci fa ascoltare Sila Mesquita Apurina una delle leader dell'Alleanza delle comunità indigene che organizza la "cupola dei Popoli, l'incontro che da 30 anni porta avanti le istanze dal basso delle società civili, indigene e non. Caterina Pozzi, presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) ci racconta della contro-conferenza su droghe e dipendenze mentre apre domani quella del governo che rivendicherà l'approccio punitivo e proibizionista. Infine, Alessandro Diegoli rilancia al staffetta 50e50 non solo in Lombardia ma in tutto il mondo.

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