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“Non avrete il mio odio”

C’è un prima e c’è un dopo.

E le parole del dopo possono non essere paura, vendetta o guerra.

Le parole del dopo sono anche quelle di Antoine Leiris, 34 anni, parigino. Le ha scritte ieri sul suo profilo di Facebook, rivolte a quei terroristi che al Bataclan gli hanno ucciso la moglie. Sono parole che restituiscono un senso. E che dicono, più di ogni altra cosa, quali siano i valori su cui una società davvero civile non deve permettersi di arretrare.

“Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa. L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni di attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perchè no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio”.

  • Autore articolo
    Gianmarco Bachi
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