Approfondimenti

La radio dei profughi. Griffata (anche) RP

No Border Radio, 95 Fm, si accende alle 17 di ogni giorno dall’interno dell’EKO Camp, attualmente il più grande dei campi profughi autorganizzati nel nord della Grecia.

Trasmette per qualche ora, in arabo, curdo, inglese e italiano, racconti ed emozioni di numerosi tra gli abitanti del campo. Anche alla musica ci pensano loro: arrivano con i loro cellulari da cui vengono estrapolate le canzoni che poi vengono messe in onda.C’è anche un suonatore di liuto che spesso si esibisce live davanti ai microfoni dell’emittente.

Lo studio, composto da un banchetto, un altoparlante e un’antenna, è sotto un tendone. Come trasmettitore è stato riciclato un vecchio apparecchio di Radio Popolare, che ha lavorato per tanti anni in provincia di Sondrio. Oggi, che è in pensione, continua a fare il suo dovere dal nord della Grecia.

Davide di Macao, uno dei volontari che lavora all’EKO Camp, ci racconta che “l’idea della radio era nata pensando al campo di Idomeni. Mentre con i compagni di Macao ci stavamo organizzando, il campo è stato sgomberato. Allora abbiamo portato le attrezzature in quest’altro campo, anche se non sappiamo quanto rimarrà ancora aperto. E’ quello più popolato della zona: circa 1500 persone, per la maggioranza famiglie con figli piccoli”.

“Poco lontano c’era un altro campo profughi autorganizzato, quello di Hara“, racconta ancora Davide. E’ stato sgomberato nei giorni scorsi e le persone che vivevano in quel campo sono state portate vicino a Salonicco, in un campo fatiscente. Sono stati parcheggiati in un vecchio hangar buio che è stato riempito di tende. Siccome tutte dentro non ci stavano alcune sono state piantate anche fuori. In comune, quelle dentro e quelle fuori, hanno il fondo di ghiaia e l’assenza di materassi“.

 

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Davide ci racconta che inizialmente pensavano di far girare la radio nei diversi campi della zona, ma poi si sono accorti che No Border Radio era diventata un punto di riferimento per i migranti e per i volontari di EKO Camp e così hanno deciso di restare lì. Almeno sino a quando il campo non verrà sgomberato. Ieri è iniziato il Ramadan e quando arriva l’iftar (la rottura del digiuno del Ramadan, ndr) è dalle frequenze della radio che arrivano le musiche che segnalano l’inizio della serata. Sperando che proprio questa notte non arrivi lo sgombero.

Ascolta qui l’intervista integrale con Davide di Macao

no border radio_Davide di Macao

  • Autore articolo
    Claudio Agostoni
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    Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop

    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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