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Boko Haram sembra in difficoltà

È arrivato l’ultimo video di Boko Haram. Questa volta non vi compare Abubakar Shekau, né provocatorio e arrogante, come avveniva fino a qualche mese fa, e nemmeno dimesso ed emaciato, come è avvenuto nell’ultima sua apparizione. Non vi compare nemmeno un miliziano che dice di rappresentarlo e di parlare a suo nome, come è avvenuto nell’ultimo video diffuso via YouTube.

In questo ultimo video compaiono solo una quindicina di ragazze, velate in modo impeccabile che, una a una, dicono il loro nome e affermano di essere state rapite a Chibok, cittadina nello Stato nord-occidentale della Nigeria dove Boko Haram aveva fatto il primo sequestro di massa della sua storia, nell’aprile del 2014. Le ragazze erano delle liceali della zona che avrebbero dovuto sostenere un esame.

Le ragazze sequestrate furono 276, una cinquantina riuscirono a fuggire. In totale di 219 non si è più saputo nulla se non il fatto, come disse in un video Abubakar Shekau, che si erano convertite all’islam, che si erano sposate con miliziani o buoni fedeli e che stavano imparando a memoria il Corano.

Per la loro liberazione attori, ex presidenti, first ladies, personalità dello sport e dello spettacolo avevano coniato un inutile hastag: #BringBackOurGirls. Le ragazze infatti non fecero mai ritorno.

Adesso questo video – di buona qualità e diffuso da un canale anomalo, la Cnn sembra dimostrare le difficoltà all’interno di Boko Haram dopo le innegabili vittorie dei militari nigeriani e la perdita di tutto il territorio conquistato, nel quale Shekau aveva dichiarato lo Stato islamico affiliato a quello di Abu Bakr Al Baghdadi.

Nei giorni scorsi si erano anche diffuse voci di una richiesta da parte di Boko Haram di trattativa per la liberazione delle ragazze di Chibok. Questo video evidentemente dimostra che all’interno del gruppo qualcuno vuole realizzare sapendo che le “ragazze di Chibok” rappresentano un caso mediatico mondiale.

Qui il blog di Raffaele Masto “Buongiorno Africa”

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    Raffaele Masto
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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