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Nessuna novità, molta incertezza

Il futuro delle aree Expo è ancora incerto.

Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato uno stanziamento di 150 milioni per il centro di ricerche “Italia 2040”, una parte dei quali dovrebbe essere destinata all’ingresso del Ministero di Economia e Finanza nella società Arexpo proprietaria dei terreni del sito.

Sembrava cosa fatta ma a tutt’oggi il presidente della società Luciano Pilotti lamenta che ancora non ci siano novità e la società il 24 novembre riunisce il consiglio di amministrazione per decisioni che riguardano le scelte future.

Il problema divenuto pressante è quello dei pagamenti. Nove milioni da subito e cinquanta entro giugno 2016. Le spese immediate riguardano i tre milioni da destinare al comune di Rho per lavori effettuati; altri tre alle banche per interessi e tre alla Fondazione Fiera per i terreni. Poi ci sono appunto 50 milioni entro il mese di giugno alla società Expo e a partire dalla fine del 2016 altri 30 milioni all’anno per tre anni alle banche, per i prestiti per l’acquisto dei terreni. Per Pilotti il problema è anche quello di avere una struttura societaria in grado di affrontare la fase che le tocca. Oggi la società Arexpo non ha personale e neppure dotazioni minime come cellulari e computer; soprattutto non è ancora stata definita la struttura dirigente della società.

C’è poi un problema che riguarda le modalità con cui il ministero entrerà a far parte della società. In pratica si deve decidere se ci sarà una ricapitalizzazione oppure se verrà semplicemente rilevata la quota della Fondazione Fiera, che alla società partecipa attraverso il valore delle aree messe a disposizione. In quest’ultimo caso è evidente il favore fatto alla Fondazione Fiera, che già si è vista moltiplicare per 10 il valore delle aree agriocole e che ora riuscirebbe a defilarsi dall’operazione capitalizzando immediatamente il valore delle aree senza impegni sul dopo-Expo.

C’è ancora da capire come verrà sviluppato il progetto Italia 2040 con il mega centro di ricerca che però occuperà solamente 75 mila metri quadrati dell’oltre un milione di metri quadrati dell’area. Ancora non si sa come verrà inserito il progetto di campus scientifico dell’Università Statale e tanto meno quello voluto da Assolombarda.

Elementi di indeterminatezza che spingeranno in là il piano di sviluppo.

  • Autore articolo
    Michele Crosti
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