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Musica, Sanzone: “La vera trap italiana è la musica neo melodica napoletana”

Daniele Sanzone A67

Daniele Sanzone è scrittore, autore e voce della rock band di Scampia ‘A67. Claudio Agostoni lo ha intervistato durante la trasmissione Jack in occasione dell’uscita del video “I colori“, tratto dall’album Naples Calling (esplicito omaggio ai The Clash e London calling). E la conversazione si è subito spostata sulla musica neo melodica napoletana, da lui considerata la vera trap italiana.

Daniele, tu sei un acuto osservatore della scena culturale e musicale napoletana. Ricca di contrasti. Ricca di sorprese. Il disco di Gigi d’Alessio è arrivato subito in cima alle classifiche. Lui è un personaggio con tante luci e tante ombre nell’ambito della scena neo melodica.

Ma insomma, le luci e le ombre sono proprie della musica neo melodica napoletana. Che poi non è altro che musica pop, come si fa in tutto il mondo. In Italia c’è il neo melodico, in Messico c’è il corrido o il narco corrido, il rai in Algeria, il reggae in Giamaica e così via. Quello che sta succedendo di interessante nell’ultimo periodo è che questo disco ha consacrato l’incontro, la con-fusione, appunto, tra la trap e la musica neo melodica. Ma questo non è un caso. La musica neo melodica si è sempre vestita di nuovi suoni, pur mantenendo quella tradizione, quel modo di cantare tipico. In comune trap e neo melodico hanno anche il linguaggio. C’è l’essere diretti. Il rap è diretto, incisivo, arriva subito per definizione. E questo è quello che ha sempre caratterizzato la musica neo melodica che è sfacciata, che è semplicissima. Un incontro in certo senso “dovuto” qui a Napoli. Tutti lo aspettavamo. Se Gigi d’Alessio decide di rivisitare i suo vecchi successi napoletani non poteva non farlo con la nuova scena napoletana che gli ha dato una nuova visibilità. Questi ragazzi fanno milioni e milioni di visualizzazioni su YouTube. Quindi un’operazione commerciale riuscita e che è servita a entrambi.

In comune hanno anche la geografia. I luoghi. Le periferie hanno ispirato entrambi i generi…

Sì, basti pensare a Nino d’Angelo che veniva da Sant’Angelo ed è considerato un po’ il padre del neo melodico. Hanno una geografia che detta anche le storie. Le storie di periferia. Le storie degli ultimi, di una fascia sociale che fino a 30 anni fa non aveva voce. Con Nino d’Angelo, con Gigi d’Alessio, con Patrizio e altri nomi minori nasce una vera e propria “Cnn dei poveri”, parafrasando Chuck D dei Public Enemy. Io penso che il vero rap italiano sia la musica neo melodica. Perché è un genere che non scopiazza. Non è Marracash o Clementino che usano un linguaggio non loro. I neo melodici usano il loro linguaggio, la loro melodia. Esprimono in modo semplice e diretto le loro storie. Che è quello che hanno fatto i neri d’America.

Se dovessi mettere un brano adesso, a corollario di quello che hai detto tu, che metto?

Bella domanda. Io metterei Giro per Secondigliano di Geolier, mentre di neo melodico metterei una qualsiasi canzone di Nico Pandetta, che è nipote di un boss catanese che fa neo melodico in perfetto napoletano. Lui è la perfetta fusione dei due generi: neo melodico e trap. Lui ha video, look, tatuaggi, modo di porsi che sono del gangsta rap americano, però è siciliano e canta neo melodico in perfetto napoletano. Canta storie di malavita, perché viene da un background di un certo tipo. Lui giustifica lo zio in galera, la mafia. Ha prodotto i primi singoli da solo facendo rapine e si vanta di tutto ciò.

Prima hai fatto cenno ai neri statunitensi. Ma a Napoli i nuovi neri, quelli che arrivano in Italia attraversando il Mediterraneo, cosa potranno dire?

Questo è interessante. Ti posso citare un fenomeno che non è ancora uscito. Molti di questi ragazzi, che arrivano sulle nostre coste dopo viaggi terribili sperando in una vita migliore, iniziano a produrre musica a Napoli. C’è tutto un giro di video, di musica auto-prodotta, di suoni. Per il momento però queste cose rimangono all’interno delle loro comunità. Si tratta di un fenomeno ancora sotto traccia. Ovviamente questa cosa verrà fuori e avrà un impatto importante.

  • Autore articolo
    Valerio Sforna
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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Piazza Fontana: ricordiamo la strage e la risposta democratica

    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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