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Msf rifiuta i fondi dei Paesi membri dell’Ue

Medici senza frontiere ha annunciato che non prenderà più fondi da parte dell’Unione Europea e dei suoi stati membri, in opposizione alle politiche sul tema delle migrazioni. Politiche “dannose, che si concentrano sul tentativo di allontanare le persone e le loro sofferenze dalle frontiere europee” , ha comunicato l’organizzazione umanitaria.

“Tutti i giorni testimoniamo gli effetti dannosi e gravissimi dell’accordo tra Unione Europea e Turchia – spiega il direttore generale di Medici senza Frontiere in Italia Gabriele Eminente-. Contestiamo questo accordo per tre ragioni fondamentali: è un attacco fortissimo al diritto di asilo, è un’intesa che piega gli aiuti umanitari ai fini di controllo alle frontiere, ovvero prevede che degli aiuti arrivino a condizione della chiusura delle frontiere, e infine costituisce un pericoloso precedente, che potrà magari essere applicato domani ad altri Paesi, come per esempio quelli del nord Africa” (come prevede il Migration Compact proposto dal governo italiano, ndr).

Medici senza Frontiere non è nuova ad azioni di protesta contro le politiche di singoli Paesi o dell’intera Unione. Nel 2015 aveva smesso di operare nel centro di Pozzallo, perché il governo italiano l’aveva trasformato in un centro di detenzione, trascurando se non ignorando il bisogno di cura e supporto umanitario dei migranti. A fine marzo stessa scelta per il centro di Lesbo, in Grecia, trasformato in hotspot e focalizzato esclusivamente sulla sicurezza.

“Negli altri luoghi in cui continuiamo a lavorare in Grecia, che sono molti – continua Gabriele Eminente – “vediamo un peggiorare della situazione, ad esempio dal punto di vista della salute mentale e dell’accoglienza dei migranti. Il paese è già duramente provato dalla crisi e ha visto un gran numero di persone transitare sul territorio. In Grecia c’è un effetto diretto tra l’accordo Europa – Turchia e il peggioramento della salute delle persone”.

In Italia Medici senza frontiere non riceve fondi istituzionali e tutti quelli raccolti provengono da donazioni private, mentre a livello internazionale il 92% dei fondi raccolti provengono da donazioni private.

Ascolta l’intervista a Gabriele Eminente

Gabriele Eminente, Msf

  • Autore articolo
    Chiara Ronzani
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    Clip - 27-12-2025

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    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede, purtroppo, in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

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