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Morto il clown dei bambini di Aleppo

Il naso e la labbra rosse, un cappello giallo con due fiori, una parrucca arancione, e tanti sorrisi.

Anas al-Basha provava così a scaldare il cuore dei bambini di Aleppo. Faceva il clown, cercava di farli sorridere, giocare, creando amicizie e relazioni tra loro, per far dimenticare, anche per poco, la paura, l’orrore della guerra, la miseria, le scuole chiuse perchè distrutte.

Anas aveva scelto di rimanere a Aleppo. Martedi- riferisce l’Associated Press- è stato ucciso durante un bombardamento, si presume nel quartiere di Mashhad, nella parte orientale della città.

Foto di Ahmad al Khatib
Foto di Ahmad al Khatib

Anas aveva 24 anni e si era sposato da due mesi. Faceva parte dell’associazione Space for Hope (Spazio per la speranza), che ad Aleppo ha promosso diverse iniziative per i bambini, collabora con 12 scuole nella città e fornisce sostegno psicologico per i bambini che hanno perso i genitori.

L’associazione aveva realizzato anche dei luoghi, degli spazi per giocare e alcuni asili sotterranei che danno qualche momento di serenità ai bambini, come ha raccontato uno di loro: “La prima volta che sono venuto qui, ero felice. Qui è più sicuro per me e per i miei amici.”

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Anas era rimasto ad Aleppo nonostante i suoi genitori avessero lasciato la città, per portare avanti la sua missione: regalare sorrisi, qualche momento di tranquillità, di gioco a dei bambini che hanno perso tutto.

Il fratello di Anas, Mahmoud, lo ha ricordato cosi: ”Anas aveva rifiutato di lasciare Aleppo e deciso di restare per continuare il suo lavoro di volontario aiutando i civili e portando doni ai bambini nelle strade per dare loro speranza. Tutto quello che Anas voleva era dare felicità ai bambini di Aleppo. Anas non è un terrorista! È un membro attivo della società civile che lavorava giorno e notte per portare un sorriso ai bambini siriani. Viveva per far ridere i bambini e renderli felici nel posto più oscuro e pericoloso del mondo. Non sono riuscito a dargli l’ultimo saluto, anche la mia famiglia, perché la città di Aleppo è sotto assedio da 112 giorni. Sono orgoglioso di te, fratello mio. Arrivederci caro. Riposa in pace, hai portato gentilezza in un mondo crudele”.

Mentre le violenze, le morti continuano ad aumentare in tutta la Siria, il numero di bambini che vivono sotto assedio è raddoppiato nell’ultimo anno.

E’ l’Unicef a ricordare queste stime impressionanti: “Circa 500.000 bambini vivono in 16 aree assediate in tutta la Siria, quasi completamente tagliati fuori dagli aiuti umanitari e dai servizi essenziali”.

Nella sola Aleppo Est -secondo l’UNICEF, ci sono 100.000  bambini che vivono sotto assedio.

Per milioni di esseri umani in Siria, la vita è diventata un incubo senza fine – in particolare per le centinaia di migliaia di bambini che vivono sotto assedio. I bambini vengono uccisi e feriti, hanno troppa paura di andare a scuola o anche di giocare, sopravvivono con poco cibo e quasi nessuna medicina” ha detto Anthony Lake, direttore generale dell’UNICEF.

In tutto il paese, devastato dalla guerra, 1 scuola su 3 non può essere utilizzata perché danneggiata o distrutta o impiegata come rifugio per gli sfollati o per scopi militari. Dall’inizio della guerra nel 2011, ci sono stati 4.000 attacchi contro le scuole.

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  • Autore articolo
    Piero Bosio
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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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    Considera l'armadillo di giovedì 27 novembre 2025 ospite Filippo Bamberghi, coordinatore delle @Guardie WWF Italia - Nucleo Lombardia per parlare dei dati sul bracconaggio in Lombardia. A cura di Cecilia Di Lieto.

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