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Morti sul lavoro: Sergio Mattarella incalza il governo

Sergio Mattarella

Il grido di allarme di Sergio Mattarella è arrivato alle orecchie di chi dovrebbe agire, il governo, il quale in maniera improvvisa, un po’ come colto alla sprovvista, ha risposto annunciando e promettendo misure per risolvere i due problemi principali denunciati dal Capo dello Stato, i salari bassi e le morti sul lavoro. Fonti del governo hanno fatto sapere che domani probabilmente sarà annunciato un prossimo decreto legge sulla sicurezza sul lavoro, la Lega dal canto suo propone un disegno di legge sui salari. Come se si potesse dimenticare che la destra in Parlamento, presentando emendamenti e modifiche, ha archiviato la proposta di salario minimo presentata dalle opposizioni e che la maggioranza aveva considerato come testo su cui lavorare, rinviando ad una legge delega che ancora non si è vista. Il risultato è che la destra in Parlamento, che ha una maggioranza molto ampia, sull’aumento dei salari per ora si è voltata dall’altra parte. All’orizzonte immediato non c’è nulla, se non promesse e invece l’appello di Mattarella, lanciato in maniera accorata questa mattina davanti alla ministra del Lavoro, evidenzia una realtà drammatica, da un lato le morti sul lavoro che ancora oggi hanno contato un’altra vittima, dall’altra i salari così bassi, che non aumentano quanto aumenta invece l’inflazione e che impoveriscono le famiglie, “le famiglie non reggono l’aumento del costo della vita” ha detto il Presidente della Repubblica. Il lavoro che manca, la dignità rappresentata dal diritto ad avere un lavoro, i salari e la sicurezza sono le questioni che Mattarella ha messo al centro del suo discorso per celebrare il primo maggio, con dati pesanti, secondo Save the Children le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748 mila, il 12 per cento, tra le più colpite ci sono quelle con tre o più figli più figli e quelle monogenitoriali.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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