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Morire senza amore

In Italia nel 2015 ci sono stati 411 omicidi. Il 31,13 per cento erano donne: 128. Uccidono molto di più compagni ed ex rispetto agli immigrati irregolari, evidenziano i numeri del ministero dell’Interno.

I dati del Viminale tornano d’attualità in questi primi sprazzi di 2016. Brescia, Napoli, Catania: in tutta Italia i femminicidi non si fermano. Vittime di compagni o di ex, come accade in oltre la metà degli omicidi delle donne. “Questi omicidi nascono in contesti di povertà economica e non solo culturale”, spiega a Radio Popolare Luca Lo Presti, presidente dell’ong Pangea. All’impoverimento, secondo Lo Presti, corrisponde un aumento dell’efferatezza. Lo Presti già negli anni Novanta ha conosciuto Amnesty International e il tema dei diritti umani.

La prima delle tre vittime di questi ultimi giorni si chiamava Luana Finocchiaro, da Misterbianco (Catania). I Carabinieri hanno fermato il suo ex, già accusato dell’omicidio di un vicino sempre per gelosia, nel 2000.

A Brescia, Paolo Pieraccini ha ucciso la moglie Marinella Pellegrini tagliandole la gola: la seconda vittima di questi giorni. L’uomo, secondo le ricostruzioni della polizia, sarebbe poi fuggito in auto lungo l’A4, dove si è scontrato contro un Tir, perdendo la vita.

L’ultima tragedia a Pozzuoli, nel napoletano. Carla Caiazzo è ancora in bilico tra la vita e la morte, dopo che il suo compagno le ha dato fuoco. Era incinta. I medici dell’ospedale Santa Maria delle Grazie sono riusciti a far nascere la bambina.

“Le donne perseguitate spesso hanno paura a spostarsi in case rifugio, perché hanno paura di non potersi mantenere”, aggiunge Lo Presti. Il problema si somma alle limitate disponibilità economiche dei Comuni, specialmente al Sud, per coprire i costi di vitto e alloggio nelle comunità protette. “Da sempre il Dipartimento Pari Opportunità è senza portafoglio”, sottolinea Lo presti. Difficile proteggere le donne senza budget.

Ascolta qui l’intervista completa a Luca Lo Presti, a cura di Alessandro Principe

Luca Lopresti

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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